Izumi Shikibu nikki: un amore tormentato in epoca Heian

Izumi Shikibu nikki: un amore tormentato in epoca Heian

I nikki, considerati generalmente come dei diari, erano in realtà delle sorte di autobiografie, che permettevano alle donne di esprimere sé stesse in una società che non consentiva loro di mostrare i propri sentimenti. Ci troviamo infatti nell’epoca Heian,  un periodo in cui a corte si viveva negli agi e nello sfarzo e in cui le dame e cortigiane non potevano far altro che cercare un modo per trascorrere le loro giornate chiuse tra le mura del palazzo. Ma tra loro troviamo una figura singolare, ovvero quella di Izumi Shikibu. La sua storia d’amore col principe Atsumichi è raccontata nel suo diario, l’Izumi Shikibu nikki (Diario di Izumi Shikibu).

Il contesto dei nikki e la figura di Izumi Shikibu

Spesso non si hanno molte informazioni sulle autrici dei nikki, né si può dare per certo che siano esse stesse ad averli scritti. Izumi Shikibu è uno pseudonimo: Izumi era un’antica provincia di cui suo marito era stato governatore, mentre Shikibu faceva riferimento alla carica di maestro cerimoniere, che era stata attribuita al padre. Sappiamo infatti che ella era figlia di Oe no Masamune e moglie di Tachibana no Michisada. Vissuta tra il 976 e il 1033 circa, ella era andata a vivere a Izumi col marito, ma non sentendosi a proprio agio, preferì tornare nella capitale. Si racconta che qui ebbe relazioni extraconiugali con diversi uomini, ma quella più scandalosa fu certamente quella col principe Tametaka, tanto che quando la notizia divenne di pubblico dominio, Michisada ottenne il divorzio e il padre la diseredò. Nonostante ciò, alla morte di Tametaka, Izumi Shikibu intraprese una relazione con suo fratello, il principe Atsumichi. Il fulcro dell’Izumi Shikibu nikki è proprio il rapporto tormentato tra i due.

L’autore dell’opera e la struttura narrativa

Bisogna dire che l’attribuzione del nikki a Izumi Shikibu non è certa: infatti, se da una parte c’è chi pensa che sia stata ella stessa a redigere questa “autobiografia”, secondo altri è possibile che sia stata un’altra persona a voler raccontare la storia della dama. L’opera è scritta in terza persona e, come numerosi altri nikki, gli eventi non sono divisi per giorni e mesi. Questo perché, non essendo veri e propri diari, non erano scritti quotidianamente, bensì erano raccolte di momenti del passato. Il racconto inizia nel 1003, quando inizia la storia d’amore tra Izumi Shikibu e il principe Atsumichi ed è ambientato nel corso di un anno. All’interno del libro sono presenti ben 150 poesie, solitamente quelle che la giovane scriveva all’amato e le risposte di lui, nonché i componimenti che erano per lei un modo di esprimere le proprie emozioni.

Analisi di una poesia chiave dell’Izumi Shikibu nikki

La prima poesia che troviamo nell’Izumi Shikibu nikki è probabilmente una delle più belle e significative dell’opera. Il tutto inizia con la donna che piange la morte del principe Tametaka, quando a un certo punto riceve un ramo di mandarino in dono da Atsumichi. Allora lei gli invia questa poesia:

«Più che ricordare

con il profumo dei fiori

vorrei ascoltare il cuculo

per vedere se la sua voce

è uguale a quella che conosco»

Ci sono diversi simbolismi ma prima di tutto è giusto cercare di capire perché il principe abbia inviato a Izumi Shikibu proprio un ramo di mandarino: bisogna infatti dire che nella cultura giapponese questo frutto è associato ai defunti, quindi inviarne un ramo significa essere vicini nel dolore. In questo modo, la giovane ripensa all’amato Tametaka, ma c’è dell’altro…per quanto riguarda il cuculo, si pensa che rappresenti l’animo di un defunto, perché è un uccello che nelle stagioni più fredde migra verso zone più calde, per poi tornare in primavera. La credenza vuole quindi che esso rappresenti l’anima di una persona venuta a mancare, che ritorna con la reincarnazione. Per cui Izumi Shikibu vorrebbe ascoltare questo cuculo, per capire metaforicamente se la sua voce è simile a quella del defunto e trovare la persona in cui il principe si è reincarnato, che lei vede in Atsumichi. I due quindi si incontrano e inizia la loro relazione.

Lo scambio epistolare dei due amanti, tra passione e segretezza

Vediamo nei componimenti che si scambiano una certa allusività: non possono esprimere esplicitamente quel che provano, la poesia deve essere privata. Allo stesso tempo, ciò che scrivono deve essere comprensibile solo per loro due…chiunque altro avesse letto le loro lettere non doveva essere in grado di capirle. Vediamo quindi uno scambio epistolare ricco di raffinatezza poetica e passione celata, ma percepiamo anche il turbamento negli animi dei due amanti: Atsumichi non può andare sempre a visitare l’amata, soprattutto perché i loro incontri suscitano sempre più pettegolezzi e lei ne soffre.

L’Izumi Shikibu nikki come specchio della condizione della donna in epoca Heian

Un punto di svolta si ha quando la nutrice del principe gli dà un suggerimento: far trasferire Izumi Shikibu a palazzo. Infatti, lei era di un rango sociale più basso e non era bene che fosse lui, un membro della famiglia reale, a doversi recare a casa sua. Al contrario, farla andare a vivere da lui sarebbe stato un modo per mettere a tacere qualsiasi pettegolezzo. Ma quando Atsumichi le fa la proposta, la donna ne resta turbata: teme infatti di incorrere nella gelosia delle altre consorti, soprattutto di quella principale (era infatti usuale per uomini di alto rango avere più compagne) e ha paura che questo possa renderle la vita a corte difficile. Nell’opera percepiamo il dissidio interiore di Izumi Shikibu come un malessere che diventa esplicativo della condizione della donna dell’epoca, a cui spesso non veniva data la possibilità di scegliere da sé il proprio destino, ma che era costretta a seguire una strada decisa da altri.

Il finale dell’opera e l’eredità di Izumi Shikibu

Alla fine, la dama accetta e si trasferisce a corte: termina così l’Izumi Shikibu nikki. Allo stesso tempo, grazie alle fonti sappiamo che la storia d’amore finisce nel 1007, quando il principe Atsumichi viene a mancare. Izumi Shikibu continuò a vivere a palazzo al servizio dell’imperatrice Shoshi, tra le cui dame vi era anche Murasaki Shikibuautrice del Genji Monogatari. Izumi Shikibu è ancora oggi considerata una delle autrici più importanti del suo tempo ed è stata anche inserita nella lista delle Nyōbō Sanjūrokkasen (Trentasei poetesse eterne), compilata nell’era Kamakura, con i nomi delle poetesse più famose fino a quel momento.

 

Fonte immagine di copertina: Amazon

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