La felicità domestica, un romanzo di Lev Tolstoj

Lev Tolstoj, scrittore russo, autore di numerosissimi racconti, scrisse vari romanzi e opere pedagogiche e filosofiche, ma sono due i romanzi che lo hanno decretato scrittore di fama mondiale: Guerra e pace e Anna Karenina.

Volendosi distanziare per un momento da questi due indubbi capolavori, anche gli altri scritti di Tolstoj meritano un’attenzione e una lettura, sebbene poco conosciuti. Tra questi, Felicità familiare, edito per la prima volta nel 1859 sulla rivista Russkij vestnik. Negli anni successivi, editori e traduttori hanno dato vita a molte e diverse edizioni del romanzo, riproponendo lo stesso titolo o leggermente modificato in Felicità domestica. L’ultima edizione più recente risale all’inizio di questo nuovo anno ed è opera della casa editrice Fazi editore, che ha pubblicato l’opera con la traduzione di Clemente Rebora e del titolo La felicità domestica.

La felicità domestica: la trama

Màscia è solo una ragazzina quando si ritrova orfana di entrambi i genitori e Katia, vecchia governante della famiglia, continua a prendersi cura di lei e della sorella Sonia, come aveva fatto fin da quando erano nate. Serghièi Mikhàilic, un amico di famiglia e tutore delle due ragazze, è il protagonista maschile del romanzo: uomo di trentasei anni, placido e tranquillo, non si aspetta nulla dalla vita né altro desidera se non proseguire la sua pacata esistenza. Màscia, diciassettenne nel pieno della gioventù e della bellezza, si infervora e si deprime, si entusiasma e si affligge, come capita spesso alla sua età, è un groviglio di emozioni contrastanti, di respiri affannati e sospiri di sconforto. Il suo amore giovanile per Serghièi Mikhàilic la porterà ad unirsi in matrimonio e a desiderare di trascorrere un’esistenza quieta, come l’uomo di cui si è innamorata, ma felice, come lei crede che sarà.

«Perché non tutti sono giovani, non tutti felici, come questa notte e come io con lui? […] ma lo sapevo io che da quest’oggi era mio, e non l’avrei più perduto».

I personaggi femminili nei romanzi di Lev Tolstoj

Qualcuno ha detto che i personaggi femminili di Tolstoj sono frivoli e capricciosi, ma essi sono, piuttosto, irrequieti. Hanno un’agitazione emotiva interna che quasi toglie loro il respiro e le porta a dover uscire, cambiare, distrarsi, partire per liberarsi da quell’oppressione per riprendere fiato. Emblema è sicuramente la vicenda di Anna Karenina, ma anche di Hélène Bezuchova (in Guerra e pace) e della stessa protagonista di La felicità domestica. L’irrequietudine femminile si scontra spesso con una predisposizione alla tranquillità nel personaggio maschile, che spesso sfocia in orgoglio, riservatezza e distacco nei confronti della donna, la quale continua ad alternare, nell’animo, sensazioni contrastanti che non svaniscono neppure quando diventa madre.

«Nei primi tempi, il sentimento materno con tal veemenza mi fece sua e suscitò in me un così inatteso fervore che io pensavo fosse per me l’inizio di una nuova esistenza; ma in capo a due mesi, allorché io ripigliai a girar di fuori, questo sentimento, intiepidendosi a poco a poco, s’irrigidì infine nell’abitudine e nella fredda osservanza del dovere».

Dovere di donna, di moglie, di madre. E il dovere verso sé stessa di essere felice che nemmeno Màscia riesce ad adempiere, per cui ‘La felicità domestica‘ a cui tanto aveva anelato, non troverà mai compimento.

«Io di colpo capii con calma e chiarezza, che il sentimento di quell’irrecuperabile tempo era dileguato via, così come il tempo medesimo, e il recuperarlo ora, sarebbe stato non solo impossibile, ma anche di pena e d’ingombro».

 

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A proposito di Claudia Esposito

Per ora ho una laurea in Filologia Moderna, un inizio di precariato nell'insegnamento e tante passioni: la lettura, la scrittura, le serie tv americane, il fitness, il mare, i gatti.

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