All’interno del panorama giallistico, La Libreria dei gatti neri di Piergiorgio Pulixi riesce a distinguersi come opera che è riuscita a coniugare sapientemente l’eleganza noir del mistery crime e la modernità narrativa di cui il lettore italiano ha bisogno negli ultimi tempi dai gialli nazionali. La Libreria dei gatti neri di Piergiorgio Pulixi, che ha ricevuto complimenti e critiche costruttive dai neofiti del genere, è un romanzo che è senz’altro riuscito nel dividere l’opinione pubblica e accendere un dibattito circa la comparsa dei cozy crime in Italia.
Cosa sappiamo dell’autore de La Libreria dei gatti neri?
Pulixi è originario di Cagliari, classe ‘82, e dopo aver completato gli studi classici, lo scrittore passa un periodo a Londra per poi stabilirsi a Milano. Non è un nome nuovo nell’ambito della narrativa tricolore: fa il suo debutto letterario più di dieci anni fa con l’inizio della saga poliziesca dedicata all’ispettore Biagio Mazzeo, pubblicando quindi Una brutta storia nel 2012, che arricchisce con La notte delle pantere del 2014 e Per sempre nel 2015 – grazie alla sua primordiale produzione letteraria, egli riesce ad acquisire premi di rilievo, quale il prestigioso Premio Scerbanenco nel 2019 sotto la categoria “miglior noir dell’anno”.
La trama di La Libreria dei gatti neri
Il romanzo si apre con il botto, una scena fortemente drammatica che cozza leggermente con il seguito accogliente che caratterizza il resto del romanzo: Lucia, una mamma nei suoi trent’anni, e Lorenzo, il figlio di 10 anni, vengono legato e imbavagliati insieme al padre del bambino, costretto ad assistere all’uccisione dei due mentre un sadico killer registra la loro morte per colpi di pistola. Questa è un’introduzione che senz’altro prepara il lettore ad un romanzo che intervalla i momenti spensierati che viviamo con il protagonista e improvvisato investigatore Marzio Montecristo, e gli spezzoni in cui nella città di Cagliari avvengono altri di questi omicidi da parte dello stesso uccisore, in una corsa contro il tempo che costerà la vita a molte persone e la distruzione di diverse famiglie.
Marzio Montecristo, dal canto suo, è solo il proprietario un una piccola libreria quasi andata in fallimento, “Les Chats Noirs”, da cui prende titolo il libro, che, grazie al suo essere esperto di omicidi tramite gli infiniti gialli che ha letto, viene trascinato ufficiosamente da una sua amica poliziotta all’interno di questo contorto caso, composto da una serie di omicidi freddi e calcolati – ad aiutare Marzio ci sarà la sua squadra improvvisata, composta dai componenti del suo club dei libri gialli che si riunisce sempre il mercoledì.
Il club, il suo punto di forza
Sebbene la caratterizzazione minuziosa dei personaggi che aiutano Marzio venga messa in secondo piano dalla sua relazione complicata con l’amica agente di polizia, le peripezie della sua libreria e lo sviluppo del caso, è degno di nota menzionare che sono proprio gli aiutanti secondari ad essere l’anima del racconto, anche quelli che ci offrono le dinamiche più particolari e divertenti che smezzano la drammaticità della situazione di panico generale che stanno vivendo: il club di giallistica è composto da un pensionato malinconico, alto, magro e perennemente con il broncio, un frate vivace ed ossessionato con il leggere i metodi di uccisione più sanguinosi, un’ottantenne facoltosa ed elegante fissata con i serial killer, un’adolescente gotica e curiosa che compongono un gruppo di detective privati completamente improvvisati che si rivelano di vitale importanza per la risoluzione del caso.
I pregi e difetti del romanzo
Punto a favore di La Libreria dei gatti neri è la sua relativa brevità, difatti conta poco più di trecento pagine, libro estremamente scorrevole da portare ovunque che è facile da leggere e facile da seguire. Pulixi riesce a mantenere la tensione alta e concitata senza rischiare di appesantire la narrazione, che invece risulta incalzante nel suo sapiente posizionamento di umoristica, thriller e suspense. Il romanzo affascina per la sua unione della giallistica ad ambientazioni chiuse ed accoglienti, rappresentando uno dei primi tentativi a larga scala di presentare il cozy crime al pubblico di lettori italiani, spesso avversi a nuove nuance di tipologie narrative – Pulixi, che è rinomato come uno dei più importanti rappresentanti della nuova generazione noir e thriller non solo in Italia, ma in tutta Europa, con la sua opera è riuscito a dimostrare come possa essere facile partire dal giallo italiano e ricostruirlo senza fare in modo che si perdano le proprie radici. Chiaramente, c’è chi, tra i critici, ha apprezzato e chi ha storto il naso: tra le critiche più accreditate c’è la poca cura di un finale ben strutturato, quasi come se Pulixi avesse dovuto rispettare una data di consegna e avesse dovuto creare un finale su due piedi – è infatti inaspettato e un ottimo plot twist, ma pochi sono stati gli indizi piantati all’interno del romanzo che facessero in modo di prevedere il colpevole, che sembra quasi improvvisato. Queste, tuttavia, sono valutazioni che risultano soggettive per molti e che non negano l’originalità del romanzo e la piacevolezza complessiva del romanzo.
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