Lorenzo Marone presenta Il bosco di là a Ricomincio dai Libri 2021

Lorenzo Marone, noto romanziere napoletano e direttore artistico dell’edizione 2021 di Ricomincio dai Libri, presenta sabato 25 nello Spazio Principe della Galleria Principe di Napoli il suo racconto-novella Il bosco di là, pubblicato di recente con Aboca, casa editrice di grande impegno per i temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. Per Aboca, Lorenzo Marone scrive una favola dolceamara in cui natura e storia sono protagoniste, in un gioco di flashback che congiunge il presente col passato, le radici con le radici, nel senso letterale e metaforico del termine.

Matteuccia è stata una staffetta partigiana, da ragazza. Nel presente, è un’anziana signora additata come matta, perché ha smesso di parlare agli uomini per rivolgersi unicamente alle piante, agli animali e al vento, che le parlano come si parlerebbe ad un’amica e che, in cambio del rispetto che lei ha sempre dimostrato nei loro riguardi, coltivano con la donna un rapporto privilegiato, da pari a pari: la donna vive in totale sintonia e comunione con la natura, una natura incantata abitata da creature favolose, piante e venti personificati, dove gli antichi miti rivivono e risplendono per lei sola. Le malelingue nel paese vedono nella vecchia stramba una strega, una femminista, una comunista, ma Matteuccia non è che una persona incapace di concepire il male, nonostante l’enorme, ingombrante segreto che si porta dentro e che le impedisce di parlare a tutti fuorché alle sue amate piante, ai venti che chiama per nome, come amici, e riconosce dal fruscio tra le piante, e agli animali che si rivolgono a lei con rispetto e riverenza. 
L’atmosfera è quella di fiaba, ma la vita di Matteuccia è stata tutt’altro che fiaba: ha perso gli affetti più cari, ha visto morire il nonno sotto i colpi dei fascisti, la nonna di dolore, ha visto il padre allontanarsi da lei e da sua madre, credendolo sul campo di battaglia, in guerra, e invece intento a combattere una guerra silenziosa sui monti, quella di Resistenza, la stessa guerra che la ragazza combatterà con le sue armi – una bicicletta e l’amicizia della bella e coraggiosa Gentile – per ritrovare suo padre. La donna, muta e indifferente alle malelingue, si isola nel suo mondo incantato, dove il dolore dell’anima trova la sua naturale consolazione nel rapporto con l’assoluto, in una concezione animistica della natura.

Il bosco di là è il più poetico, intimo e descrittivo tra i romanzi di Marone: è poesia messa in prosa, è il fruscio del vento tra le foglie, il rumore delle onde del mare che Matteuccia non ha mai visto, il cinguettio degli uccelli, il passo lento e silenzioso di una donna che va incontro al suo destino sotto l’antica quercia dove lo stesso, tanti anni prima, si è compiuto.
Doloroso ed incantevole, Il bosco di là è un racconto da leggere ora più che mai, in un momento storico in cui è urgente tornare a cercare un contatto con la natura, per ricostruire adesso – e proprio “adesso” è la parola chiave di quest’edizione di Ricomincio dai Libri – un rapporto fondato sul rispetto del prossimo e della vita in ogni sua forma, prima che sia irrimediabilmente tardi.

In occasione della presentazione di Il bosco di là, abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’autore Lorenzo Marone

Buonasera, Lorenzo. Innanzitutto, complimenti per l’ottima riuscita della rassegna! Ho letto “Il bosco di là” e mi ha fatto pensare a due grandi classici di Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno Il barone rampante, per il rapporto di Matteuccia con la natura, ma anche per l’esperienza partigiana vissuta da una ragazzina.

Hai citato due capisaldi della letteratura. In realtà, però, se devo fare un richiamo ai classici, credo che ci sia un po’ di Buzzati, c’è anche un omaggio al suo vento, che si chiamava Matteo, mentre qui si chiama Aura. In realtà sono andato un po’ per la mia strada, avevo questa voglia di incastrare – forse per la prima volta nei miei libri – il presente col passato. 

È la prima volta che la Storia entra nei tuoi romanzi. Che tipo di lavoro hai fatto sulle fonti?

La storia delle staffette partigiane la conosciamo. Mi sono imbattuto in molte loro foto: vedere queste ragazze giovanissime, sorridenti, piene d’entusiasmo – incredibilmente! – di forza, di un coraggio che, a vederlo oggi, sembra incredibile, dal momento che sfidavano i nazi-fascisti…
Mi ha ispirato l’osservazione di queste foto.

Dunque Matteuccia e Gentile nascono da fotografie d’epoca, per così dire! Ho trovato molto affascinante il rapporto di Matteuccia con la natura. Che rapporto hai tu con la natura e con l’ambiente?

Io mi scopro sempre più animista, come i bambini: ormai mi pare di scorgere un’anima in ogni cosa. Nella natura – intesa come regno vegetale ed animale – trovo la fede laica, la spiritualità. L’attenzione alle piccole vite è sempre stata presente nelle mie storie.
Nei miei romanzi ci sono sempre molti animali. Non mi spiego come l’essere umano possa non vedere negli altri esseri viventi qualcosa di potente, come non riconoscere la vita ad ogni livello. Noi, come specie, siamo del tutto incapaci in questo: non sappiamo riconoscere il valore della vita che è in ogni cosa.

Ringraziamo Lorenzo Marone per il tempo che ci ha concesso.

 

A proposito di Giorgia D'Alessandro

Laureata in Filologia Moderna alla Federico II, docente di Lettere e vera e propria lettrice compulsiva, coltivo da sempre una passione smodata per la parola scritta.

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