Nessuno accendeva le lampade di F. Hernández | Recensione

Nessuno accendeva le lampade

Nessuno accendeva le lampade  è una raccolta di racconti fantastici dell’autore uruguaiano Felisberto Hernández, nato il 20 ottobre del 1902 a Montevideo. Prima di affermarsi come scrittore Hernández fu un pianista, famoso sopratutto a Buenos Aires e a Montevideo.

Scopriamo insieme questa raccolta di racconti e qualcosa in più sul talentoso scrittore latino-americano!

L’autore

Quasi sconosciuto in vita e morto troppo presto per inserirsi nel panorama della letteratura latino-americana, Felisberto Hernández è tutt’oggi ancora poco conosciuto presso il pubblico, ma è proprio la sua caratteristica di scrittore marginale a renderlo così affascinante. Italo Calvino disse di Hernández che è uno scrittore che non somiglia a nessuno, a nessuno degli europei a nessuno di di un americani, è un irregolare che sfugge a ogni classificazione e inquadramento. Il suo stile è è stato definito metaforico, a metà tra realismo e surrealismo. Tra i grandi scrittori che lo hanno letto e indicato come maestro ci sono Gabriel García Márquez, Italo Calvino e Julio Cortázar.

Nessuno accendeva le lampade (1950)

Nessuno accendeva le lampade  è una raccolta di racconti fantastici e del mistero del 1950. In questa raccolta il reale si manifesta come in costante cambiamento: è fluido, polimorfo e continuamente soggetto a trasformazioni.

I protagonisti di questi racconti dai toni onirici non sono gli individui, bensì gli oggetti, i ricordi, i sentimenti. Gli oggetti acquistano vita propria, agiscono secondo una propria determinazione e arrivano perfino a comunicare con i loro utilizzatori: sono testimoni silenziosi della vita delle persone che li possiedono, ma anche depositari di segreti che possono custodire oltre la morte dei loro padroni. Un esempio emblematico è il racconto Il Balcone, in cui un balcone “sceglie” deliberatamente di “suicidarsi” quando la sua proprietaria si innamora di un uomo. 
Gli oggetti perdono costantemente la loro solidità, si frammentano, il sinistro irrompe nel quotidiano e tutto quello che ci sembrava familiare smette improvvisamente di esserlo. 

In tutti i racconti vengono descritti eventi apparentemente inspiegabili che si collocano a metà tra il sogno e la veglia, come accade in cui La donna che mi assomiglia, in cui il protagonista ricorda perfettamente la sua vita passata, in cui era stato un cavallo: l’universo letterario di Hernández non è infatti soggetto alle leggi del mondo così come lo conosciamo, è un mondo in cui gli uomini non sono più umani degli oggetti, in cui i pensieri ricordi, ed emozioni non sono meno oggettuali delle cose.  

Leggere questa raccolta di racconti vi permetterà di entrare in una realtà parallela, governata dalle leggi del sogno (o dell’incubo) i cui abitanti sono pianisti stralunati, balconi che si suicidano crollando all’improvviso, uomini che all’improvviso si ritrovano con delle torce al posto degli occhi, donne che non escono di casa ma che scelgono con cura il colore dell’ombrellino con cui passeggiare in cortile, e infine uomini che umiliano le bottiglie di vino prendendole per il collo e girandole a testa in giù senza un briciolo di rispetto.

Nessuno accendeva le lampade è una raccolta di racconti unici in cui il confine sottile tra reale e immaginario che si frantuma crea un meravigliosa esperienza  estraniante, dalla quale non si può che rimanere stregati.

Fonte immagine: Wikipedia

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