Divinity: Original Sins 2 | Recensione

Divinity: Original sins 2
Se Baldur’s Gate 3 vi ha appassionato e vi ha tenuti incollati allo schermo, non potete non aggiungere alla vostra lista di videogiochi imperdibili Divinity: Original Sins 2, un altro videogioco di ruolo firmato Larian studios, la stessa la casa editrice del gdr uscito l’anno scorso.
 
Trama 
 
Divinity: Original Sins 2 è un gioco di ruolo  del 2017 che ha ricevuto molte recensioni positive: la critica ha lodato la grande libertà data al giocatore, la qualità della storia e l’enorme interattività con il mondo di gioco. Il gioco è stato definito uno dei migliori videogiochi di ruolo di sempre.
Il videogioco è ambientato nel mondo di Rivellon, mille anni dopo gli eventi del precedente capitolo, Divinity: Original Sins. I protagonisti di questo mondo fantasy possiedono una forma di energia nota come Sorgente e alcuni individui, chiamati Origomanti, possono manipolare la Sorgente per acquisire poteri e una forza invincibile. Le sette divinità di Rivellon hanno donato parte della loro Sorgente ad un uomo, Lucian, considerato dai mortali una creatura divina, il cui ruolo è quello di proteggere Rivellon dal Vuoto, un mondo terrificante a cui capo c’è il famigerato Dio Re. Lucian muore per cause sconosciute poco prima dell’inizio dell’avventura grafica, lasciando aperta una frattura nel Vuoto, dalla quale emergono delle spaventose creature del Vuoto che attaccano Rivellon e i suoi abitanti. Il protagonista dell’avventura, che è  un Origomante, inizia il suo viaggio su una nave nel quale è imprigionato diretta all’isola di Forte Gioia, dove gli Origomanti vengono rinchiusi e sottoposti a orribili esperimenti. La prima quest che il nostro protagonista dovrà affrontare sarà proprio quella cercare di fuggire dall’isola-prigione, dove incontrerà i vari personaggi che lo accompagneranno durante questo lungo viaggio. Ogni ulteriore dettaglio sulla trama di gioco costituirebbe però un imperdonabile spoiler, soprattutto perché la trama è ricca di colpi di scena e di interazioni interessanti tra i personaggi coinvolti.
 
Modalità di gioco
 
La modalità di gioco di Divinity: Original Sins 2  è GDR a turni, con visuale isometrica ed è possibile giocare da soli oppure assieme ad altri 3 compagni formando un party.
I compagni che possono unirsi al gruppo nel corso dell’avventura grafica hanno una loro storia, che fornisce la possibilità di
iniziare differenti quest secondarie. Il giocatore ha la completa libertà di scegliere uno di questi personaggi o crearne uno da zero potendo scegliere tra le cinque razze esistenti del genere: Umani, Elfi, Nani, Lucertole, Non-Morti. Il giocatore può inoltre personalizzare la carnagione della pelle, capelli, barba, viso, statistiche, classe, abilità, e tratti.
L’interazione con i compagni è estremamente realistica: questi ultimi possono abbandonare definitivamente il party se si crea una rivalità con il giocatore e possono anche attaccare e uccidere il giocatore stesso se egli impedisce loro di compiere alcune scelte. Il gioco presenta una varietà di finali differenti in base alle scelte che il giocatore compie nel corso della storia, ed è possibile che i quattro compagni combattano a vicenda per aggiudicarsi chi deve diventare la nuova Divinità.

 

Recensione

Divinity: Original Sin 2 è un videogioco che vi terrà incollati allo schermo, che vi farà perdere la cognizione del tempo e che vi spronerà a continuare la storia per conoscere il risvolto della trama e delle storie dei vostri compagni di gruppo. Capolavoro del genere dei giochi di ruolo, il mondo fantasy in cui è ambientato vi farà vivere l’emozione di star giocando a D&D, o di trovarvi catapultati nel mondo di Tolkien.

All’inizio si potrebbe incontrare un po’ di difficolta e sentirsi spaesati perché le mappe sono molto vaste, le missioni sono tantissime e non sono contrassegnate né indicate sulla mappa, ma è proprio in questo che risiede la bellezza del gioco: è una sfida continua nella ricerca delle quest lungo il viaggio.
C’è una grande attenzione ai dettagli: tantissime storie e dialoghi possono essere innescati dall’interazione con oggetti e NPC che altri giochi si sarebbero accontentati di lasciare come parte dello scenario. Inoltre, parlare con un personaggio casuale potrebbe scatenare racconti di storie inaspettate che non sono apparentemente attinenti con la trama principale, ma che diventano indimenticabili. L’interazione con gli animali è importantissima, spesso parlare con essi da una prospettiva diversa su ciò che sta accadendo, per questo è indispensabile avere l’incantesimo che permette di parlare con loro.

L’enorme libertà nelle scelta concessa al giocatore può rivelarsi un’arma a doppio taglio se si gioca in modalità cooperativa, soprattutto perché, proprio come nella vita reale, gli altri compagni del gruppo possono scappare o allontanarsi, cambiando profondamente ed inevitabilmente il corso degli eventi. 

É inclusa una modalità Game Master che consente di essere guidati da quest’ultimo in scenari personalizzati con gli altri membri del gruppo in tempo reale, proprio come farebbe un Dungeon Master di Dungeons & Dragons con carta e matita. Questa modalità concede al titolo un’alta rigiocabilità riservandovi molte ore di divertimento oltre a quelle della storia principale.

Inoltre, la modalità cooperativa della campagna permette la stessa imprevedibilità che rende così divertente il D&D da tavolo, anche se, come con qualsiasi gioco che richiede un team unito e coordinato per avere successo, probabilmente è meglio giocare in modalità cooperativa con amici fidati piuttosto che con qualche estraneo nella lobby.

Per concludere, Divinity: Original Sins 2  è un videogioco di cui non potete fare a meno se vi piace il genere, che vi terrà incollati allo schermo e che, una volta terminato, non vedrete l’ora di ricominciare! 
 
Fonte immagine: Wikipedia 

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