Neve sottile di Tanizaki Jun’ichirō | Recensione

Neve sottile di Tanizaki Jun'ichirō | Recensione

Tanizaki Jun’ichirō è stato uno degli autori più importanti della letteratura giapponese del Novecento, distinguendosi per le sue opere, che hanno destato l’indignazione dell’opinione pubblica per i temi volgari e il gusto per la crudeltà e la perversione. Tuttavia, uno dei suoi lavori più famosi, ovvero Sasame Yuki (Neve sottile), si discosta totalmente da questo tipo di narrativa. Si tratta infatti di un romanzo che aveva in mente già da tempo e che ha simboleggiato una fase particolare della vita dello scrittore, con un certo tipo di influenze, che lo hanno portato a scrivere un romanzo ancora oggi di significativa importanza.

La genesi di Neve sottile: tra censura e fini propagandistici

Tanizaki comincia a scrivere Neve sottile nel 1942, in un periodo molto delicato della storia del Giappone, ovvero quello dell’espansionismo militaristico. Infatti, date le strette regole imposte dal governo militare, quest’opera viene censurata, nonostante fosse una delle poche dell’autore a non avere temi controversi. Il motivo era che l’opera narrava della bellezza e della quotidianità, il che dava fastidio alle autorità, che pretendevano un impegno sociale da parte dei cittadini. Per cui uscirono solo i primi capitoli, pubblicati su una rivista. Allo stesso tempo, l’immagine dei fiori di ciliegio, ricorrente nel romanzo e simboleggiata dal titolo, è stata sfruttata nel periodo della guerra per fini propagandistici, soprattutto associata alla figura dei kamikaze. Tuttavia, Tanizaki non aveva mai pensato a questa associazione.

La famiglia di Matsuko e i suoi rituali: fonte d’ispirazione principale del romanzo

Tuttavia, il pensiero di scrivere questo romanzo era sorto in Tanizaki soprattutto dopo aver conosciuto le sorelle di Matsuko, la sua terza e ultima moglie, con cui trovò la pace ed ebbe un matrimonio felice. Quella della giovane era una tipica famiglia borghese del Kansai, per cui egli prese spunto da queste quattro figure femminili per scrivere questa storia, che però è completamente ideale. L’unico aspetto che si può ritenere biografico sono i riti della famiglia Makioka, i protagonisti del romanzo, come ad esempio il fatto di praticare lo hanami ogni anno e che rappresenta un momento unitivo per la famiglia.

L’origine del titolo Sasame Yuki: tra scaramanzia e riferimenti letterari

L’autore aveva un’altra idea per il titolo da dare all’opera: inizialmente, infatti, voleva chiamarla Quattro sorelle, ma non andava bene, perché nella lingua giapponese il carattere di “quattro” ha un’assonanza con quello di “morte”. Pensò quindi di darle il nome Tre sorelle, ma alla fine optò per Sasame Yuki. Tuttavia, anche se nel titolo è presente la parola “neve“, nel romanzo essa è completamente assente. Il titolo è infatti un’allusione alla poesia giapponese classica, più precisamente alla raccolta poetica nota come Shinkokinshū, nella quale è molto presente l’immagine dei fiori di ciliegio paragonati alla neve.

L’impatto della letteratura giapponese classica su Neve sottile

Il riferimento a un’opera classica presente nel titolo non è casuale: in realtà, per Neve sottile Tanizaki si rifà molto al genere letterario classico del monogatari piuttosto che allo shōsetsu, il romanzo moderno giapponese. Il primo infatti non ha una struttura precisa, bensì sembra essere una narrazione continua. Una delle ragioni per cui lo scrittore ha adottato questo stile è che aveva iniziato a tradurre il Genji monogatari, su commissione. Questo lavoro lo avrà quindi sicuramente portato a immergersi nell’atmosfera della letteratura giapponese classica ed essere influenzato nella stesura di questo romanzo.

La premessa narrativa di Neve sottile: le sorelle Makioka e la tradizione dello omia

Le protagoniste di Neve sottile sono le quattro sorelle della famiglia Makioka e la storia si svolge tra il 1937 e il 1941, un passato prossimo rispetto al periodo in cui Tanizaki scrive. Il tema principale è lo omiai, ovvero un’usanza tradizionale giapponese che consiste nel far incontrare due persone affinché possano prendere in considerazione l’idea di sposarsi. Le prime due sorelle, Tsuruko e Sachiko, sono sposate, mentre la terza e la quarta, Yukiko e Taeko, no. Secondo la tradizione, una figlia non poteva sposarsi se non si erano maritate le sorelle più grandi, per cui per la famiglia è importante trovare un marito per Yukiko… ed è per questo che cominciano una serie di omiai. La primogenita è un po’ meno presente nel romanzo, perchè vive a Tokyo, ma è molto rilevante Sachiko, la secondogenita, che gestisce maggiormente le questioni della famiglia e cerca marito per Yukiko.

Yukiko e Taeko, personaggi emblematici in contrasto

La giovane terzogenita è un personaggio enigmatico, poiché è riservata, poco reattiva e non dice mai quello che pensa: infatti, i numerosi omiai non vanno bene e nella maggior parte dei casi il motivo è proprio la mancanza di comunicazione da parte di Yukiko. Per tutto il romanzo ella resta una figura imprecisata, mentre le altre sorelle sono ben caratterizzate: ad esempio, Taeko è la più all’avanguardia, veste in abiti occidentali e in generale ha uno stile di vita più libero e trasgressivo.

La complessità dei personaggi in Neve sottile: oltre gli stereotipi verso il dibattito culturale

Tuttavia, non bisogna credere che Tanizaki abbia voluto creare dei personaggi stereotipati: lo vediamo dal fatto che la stessa Taeko, che è più moderna, crea delle bambole, attività tradizionale, mentre Yukiko, quella più classica delle due, fuma o beve il caffè, gesti derivati da una sensibilità influenzata dall’ambiente contemporaneo: questo fa notare come l’autore crei in Neve sottile personaggi interessanti, che fanno sorgere nel lettore curiosità, ma anche perplessità. Allo stesso tempo, inserisce indirettamente quello che era un dibattito tipico della letteratura giapponese del Novecento, ovvero il rapporto tra tradizione e modernità.

Stile narrativo, ritmo e conclusione di Neve sottile

Il ritmo scandito dagli hanami e le scene evocative

Il ritmo del romanzo è scandito da cinque hanami e che, come affermato in precedenza, rappresentano una certa ritualità nella vita della famiglia, ma indicano anche l’inesorabile scorrere della vita. Ma un’altra scena di particolare impatto è la scena madre del romanzo: dobbiamo infatti dire che è caratteristica della prosa di Tanizaki inserire dei momenti di particolare intensità e potenza narrativa, che possono essere collocate in diverse parti delle opere: qui si tratta della scena in cui la famiglia Makioka è ospite di amici in campagna per vedere le lucciole. La descrizione è  molto poetica e affascinante: inizialmente tutti camminano al buio, in mezzo alla terra, ma pian piano iniziano a comparire le lucciole, arrivando a prendere totalmente la scena.

Il singolare finale di Neve sottile: un inno alla quotidianità e al cambiamento sociale

La storia procede con diversi omiai che non vanno bene… fino a quando non si riesce finalmente a combinare il matrimonio di Yukiko. Felicemente sposata, parte per il viaggio di nozze col suo novello marito… ma l’opera finisce in maniera alquanto singolare, ovvero con un attacco di dissenteria da parte Yukiko. Un’opera così poetica ed elegante termina in un modo così particolare: il motivo è che Tanizaki vuole ricordarci che Neve sottile è un romanzo sul fluire della quotidianità, per cui non lo conclude con un’apoteosi, ma con un incidente comune, qualcosa che può succedere a chiunque. In questo modo, egli ci ha presentato il ritratto di una famiglia borghese di quel periodo, ancora ancorata alle tradizioni, in un Giappone in fase di cambiamento e in cui istituzioni familiari di questo tipo sarebbero presto scomparse.

Fonte immagine: Wiki Commons (Asahi shinbun-sha)

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