Franco Arminio, poeta, regista e scrittore italiano occupa un posto di rilievo nella poesia contemporanea italiana; lo stesso Roberto Saviano lo definisce come uno dei poeti più importanti di questo paese.
La sua è una poesia evocativa ed immediata, capace di toccare l’animo del lettore senza ricorrere a strutture complesse o strutturati artifici stilistici. Difatti, i suoi versi sono per lo più brevi, quasi aforistici, ma ricchi di un’autentica profondità emotiva.
Il mondo rurale e le piccole comunità, soprattutto del Sud Italia, risiedono al centro della sua poetica facendo da sfondo ai suoi versi. Arminio si definisce un paesologo, termine che il poeta ha coniato per descrivere la sua particolare attenzione verso le piccole e più sfortunate realtà dell’Italia meridionale. Quest’ultimo si accinge a valorizzare e raccontare con delicatezza il silenzio dei borghi solitari e la malinconia di quei luoghi andati oramai in rovina. Attraverso la sua poesia, il poeta dona una seconda vita a questi stessi luoghi, immergendoli in una sacra aura di malinconica bellezza fatta di memorie e silenzi.
La natura, umana e vegetale, rappresenta un marchio distintivo della poetica dell’autore. Difatti quest’ultimo, nei suoi testi, esprime spesso gratitudine verso gli elementi naturali della nostra quotidianità: dai maestosi cipressi al cielo azzurro che ci osserva dall’alto, fino ai caldi raggi del sole che ci accarezzano al mattino.
La sua è una voce delicata ed intima, capace di trattare con adeguata sensibilità anche temi più dolorosi quali la morte e l’oblio. Nonostante una forte vena malinconica, le poesie di Franco Arminio sono intrise di una speranza disinteressata, fungendo da movente per resistere alla contaminata frenesia moderna, invitando il lettore a scoprire un ritorno alla semplicità delle origini. Centrale nella sua poetica è anche il tema dell’amore raccontato dalla saggezza di occhi che hanno conosciuto a fondo questo sentimento, estendendolo oltre i rapporti personali per abbracciare la natura, la famiglia e le realtà rurali.
In Italia, le sue raccolte sono pubblicate in gran parte da Einaudi e Bompiani. Tra le opere più rappresentative ricordiamo: Canti della gratitudine, Sacro Minore, Studi sull’amore e Resteranno i canti.
Oggi vi raccomandiamo 3 poesie di Franco Arminio da non perdere!
1. Da Canti della gratitudine (2024)
Devi stupirti ogni mattina
per il fatto che ti sei svegliato.
Quando vai a dormire
ringrazia il tuo cuore
di aver fatto tutto il giorno
il suo lavoro.
Perdona la tua mente
per le tue ansie.
Ringrazia la tua anima
se ti innamori.
In questa poesia, tratta da Canti della gratitudine, Franco Arminio ci invita a coltivare fierezza e apprensione per il nostro corpo e per la nostra anima, che resistono con pazienza alle fatiche fisiche e a tutte quelle emozioni che ci rendono vulnerabili. Arminio riconosce la fragilità umana e l’inevitabilità delle sue inquietudini, invitandoci ad abbracciare le nostre ansie e a non disprezzarci per quest’ultime.
Questa poesia ha lo stesso tepore di un caldo abbraccio ricevuto nel momento del bisogno; perché infondo stiamo vivendo tutti la nostra prima vita, la trappola sta nel non ricordarcelo.
Arminio suggerisce che dovremmo essere più gentili con noi stessi e far pace con la nostra anima, invitandoci ad essere grati alle cose più semplici della vita come stupirci per il semplice ma immenso rito abituale del risveglio mattutino.
2.Da Sacro Minore (2023)
Sacro è il tuo candore
e come il mondo l’ha sprecato.
Questa è una breve poesia tratta da una delle raccolte più recenti dell’autore: Sacro Minore.
Il candore a cui fa riferimento l’autore è quella purezza d’animo con cui nasciamo e veniamo messi al mondo ma che ci viene strappata brutalmente dalle violenti mani altrui. Il poeta riconosce in noi il candido ed il puro denunciando, quindi, un mondo spesso corrotto e disattento per l’incapacità di costudire ciò che più di prezioso l’essere umano possiede concentrandosi, invece, sull’aspetto superficiale e antitetico della vita umana.
Si tratta di un componimento estremamente malinconico e triste ove in poche righe, concise e dense, Franco Arminio esprime tutta la sua immensa delusione per un qualcosa che è stato perso e contaminato per il solo contatto con il mondo esterno.
3. Da Studi sull’amore (2022)
Ho perso tutto,
anche la tua assenza.
Si cerca di evitare
la fine di un amore,
ma il vero lutto
è la fine del disamore.
Quest’ultima poesia, invece, è tratta dalla raccolta Studi sull’amore. Si tratta di una poesia dalle sfumature intensamente dolorose, malinconiche ed autentiche.
Ciò che rende speciali le poesie di Franco Arminio è che quest’ultimo scrive con occhi che si affacciano sul vero, su quella vita che non offre protezione.
Arminio, in questo componimento, esplora una sfera sensoriale comune per tutti coloro che sperimentano il vorace sentimento dell’amore, facilitando l’identificazione del lettore nella lettura di questa poesia. In questi versi viene osservata la tendenza umana nello sforzarsi di evitare la fine di un amore, lottando con le proprie forze per tenere in vita un legame già svuotato di quei sentimenti che ci fanno battere il cuore.
Quello che sottolinea Arminio è che il vero dolore non risiede nella fine di un’amore ma, piuttosto, nel momento esatto in cui si conclude il disinnamoramento stesso -ovvero perdere quell’indifferenza che, in qualche modo, ci riportava alla persona un tempo amata e che permaneva nonostante i sentimenti che andavano affievolendosi.
La vera sofferenza, dunque, sorge quando nemmeno più l’abitudine del distacco serve a farci ritornare in mente ciò che un tempo definivamo amore. Si tratta di una profonda ed amara riflessione che ci mostra la lucidità che risiede nelle perdite amorose.
La poesia di Arminio abita le strade, è vera ed autentica; pertanto lo definiamo un poeta universale, accessibile e apprezzabile da tutti.
Fonte immagine: archivio personale