Cosmo è uno dei cantanti pop più anticonvenzionali in Italia. Il suo genio, la sua emotività e i suoi beats si fondono per creare delle canzoni all’avanguardia. Marco Jacopo Bianchi può essere considerato il pioniere della musica new pop all’italiana. In questo articolo scopriremo 3 canzoni di Cosmo per intraprendere un viaggio nel futuro della musica.
Il mondo delle canzoni di Cosmo
Dopo aver debuttato nel mondo della musica con la band indie-rock Drink to Me nel 2002, Cosmo intraprende la sua carriera da solista nel 2013 con l’album Disordine, in cui già emerge un mix di cui il cantante non può fare a meno: testi tendenti alla poesia e musica elettronica. Tra il 2016 e il 2017 raggiunge il successo con L’Ultima Festa e Sei la mia città. Con gli album Cosmotronic del 2018 e La terza estate dell’amore del 2021 continua la sua sperimentazione nella dance elettronica, sempre unita a dei testi emotivi, quasi a contrasto. Con l’ultimo suo album del 2024 riconferma le sue influenze dal cantautorato italiano, in particolare di Battiato e Battisti, con cui sposa l’house UK e il dream-pop. Per capire Cosmo bisogna entrare nel suo mondo e ciò è possibile farlo solo attraverso le sue canzoni. Ne approfondiamo alcune.
L’ultima Festa
L’Ultima Festa è uno dei brani che segnano il suo successo nel 2016. Il brano fa parte dell’omonimo album. Anche qui il mix vincente di un testo malinconico sull’elettronica dance è ben evidente. Il risultato si traduce in un ossimoro di libertà cupa, legata ad un sentimento di nostalgia. Come cita il testo «è ora di andare via/mi sa che chiudono il locale/eppure mi sento da Dio», Cosmo fa riferimento ad un momento nostalgico per un tempo appena trascorso. Da qui il titolo «L’Ultima festa» che fa riferimento ad una fine imminente. Nonostante l’atmosfera da discoteca, il cantante fa riflettere sui temi attualissimi della giovinezza, del carpe diem e della finitudine delle cose.
Dicembre
Anche Dicembre fa parte del disco L’Ultima Festa. Rispetto alla scorsa canzone, Dicembre è un pezzo meno leggero e più riflessivo. Il testo inizia con la descrizione di un dicembre raccontato con un animo affranto e finisce con un ritornello che parla di una conversazione mancata con una figura genitoriale. Il cantante non può proprio fare a meno della tematica del tempo, la cui caducità si riversa nel susseguirsi delle stagioni. E questo è proprio un brano invernale. I synth dilatati del brano non raccontano delle festività natalizie o del nuovo anno che verrà, bensì di abitudine e amarezza, seppure con una dolce nota di «E vorresti riempirti la bocca d’amore». Il testo è quindi meno disilluso e attraversa i meandri della fragilità umana tra il non detto e relazioni sospese.
Greta Thunberg
Come ultimo pezzo, è bene discostarci dai suoi album per approfondire una collaborazione con Marracash. Il pezzo del 2021 fonde queste due voci che sembrano venire da due mondi apparentemente distanti che finiscono però per approfondire gli stessi temi: giovinezza, tempo, politica. Il titolo stesso è una provocazione. L’immagine di Greta Thunberg è usata per inquadrare un preciso periodo storico ma nel testo non ci sono chiari riferimenti alla vita dell’attivista. Diventa quindi piuttosto simbolo di una rivoluzione in cui Greta Thunberg è un concetto più che una persona. Il ritornello cantato da Cosmo parla infatti di una generazione che arranca «ce la posso fare» quasi ci sussurra mentre in lontananza qualcuno grida giocosamente «la mia razza si estingue».
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