Canzoni di La Maschera: 4 brani per scoprire la band napoletana
La nascita de La Maschera: da un contest a una carriera
La Maschera è stata una band musicale nata nel 2013 dalla collaborazione tra Roberto Colella e Vincenzo Capasso. Tutto iniziò dalla curiosità di unire la voce di Roberto e le loro abilità strumentali. Il caso offrì un’opportunità che cambiò i loro piani: la proposta di partecipare al contest Agorà Jazz Festival. In meno di due settimane, formarono un gruppo e così nacque La Maschera. Parteciparono con la canzone Pullecenella, che riscosse un grande successo e, pur non vincendo, permise loro di girare un videoclip. Da quel momento, Roberto Colella decise di rinunciare all’Erasmus a Praga per intraprendere il suo viaggio nella musica. Questo percorso, ricco di successi, si è però concluso il mese scorso, quando il gruppo ha annunciato ufficialmente il suo scioglimento, lasciando un’eredità importante da riscoprire. I loro album (‘O vicolo ‘e l’alleria, ParcoSofia e Sotto chi tene core) raccontano Napoli, affrontano tematiche sociali e parlano d’amore.
Pullecenella: il brano d’esordio e le due facce di Napoli
Tra le canzoni di La Maschera da ascoltare, rientra senza dubbio Pullecenella, il loro primo brano in assoluto, poi inserito nell’album ‘O vicolo ‘e l’alleria. Non è un caso che il gruppo abbia scelto una famosa maschera napoletana per il titolo. “La Maschera” è anche il nome della band, un simbolo che rappresenta il concetto di apparenza dietro cui si nasconde la verità. Pullecenella vuole raccontare le due facce di Napoli: il bello e il brutto di una città meravigliosa, a volte menefreghista perché piena di problemi, ma anche animata da un’allegria travolgente.
Amarcord: la nostalgia per Napoli e le proprie radici
La penna dietro la maggior parte dei brani è quella di Roberto Colella. È probabilmente ripensando alla scelta tra Napoli e Praga che ha scritto Amarcord (dall’album ‘O vicolo ‘e l’alleria), un brano che rivolge uno sguardo nostalgico alla sua città e immagina cosa significherebbe partire e allontanarsene.
“Ah, m’arricord ‘e te guardann ‘o mare
e si saglie ‘o ccafè
pozzo sentì l’addore,
pozzo sentì l’amare ‘e ‘sta città”
Gente ‘e nisciuno: un brano di denuncia sulla Terra dei Fuochi
Le canzoni di La Maschera trattano anche tematiche sociali rilevanti. Con Gente ‘e nisciuno (dall’album ‘O vicolo ‘e l’alleria), il gruppo musicale mirava a sensibilizzare il pubblico sul tema dell’inquinamento, in particolare sulla Terra dei Fuochi. In questo brano, Napoli viene descritta come una cartolina, un’apparenza dietro cui si nasconde una verità che nessuno ha il coraggio di guardare. Gente ‘e nisciuno è un invito a unire le forze per lottare contro un problema tuttora irrisolto.
“Stamm’ cagnanne
‘Sta cartulina l’amm’ stracciata
Terra ‘e nisciuno e nisciuno ce penza
[…] Mentre ‘sta gente è stanca e cunsumata
Gente ‘e nisciuno e nisciuno ce penza”
Te vengo a cercà: un inno all’amore tra i popoli
Le parole che compongono i testi delle canzoni di La Maschera sono dirette. In Te vengo a cercà (dall’album ParcoSofia), ogni parola arriva dritta al cuore. Il tema è l’orrore della guerra, che costringe i popoli a lasciare la propria terra, ma celebra anche l’amore per il prossimo e per le differenze culturali. Il brano nasce dalla collaborazione tra Roberto Colella e Laye Ba, un cantante senegalese che, per elogiare queste differenze, canta delle strofe nella sua lingua d’origine. Il risultato è semplicemente meraviglioso.
La scelta di Roberto Colella di cantare Napoli e in napoletano ha definito l’identità della band. Sebbene il loro viaggio insieme sia giunto al termine con il recente scioglimento, le loro canzoni rimangono una testimonianza potente e sincera. Per riscoprire l’eredità de La Maschera, basta farsi trasportare dalla voce di Colella e dal suono del suo fantastico gruppo, immergendosi completamente nelle parole che hanno segnato un’epoca per la musica partenopea.
Fonte immagine: Spotify