Il 29 maggio è uscito Uomo di vetro, il nuovo singolo di Dimaggio, cantautore leccese classe 2003, giovane promessa del pop d’autore italiano. Il brano è già disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming musicale e in occasione del lancio, abbiamo avuto il piacere di intervistare l’artista, approfondendo il significato del brano e le scelte artistiche dietro al videoclip musicale, già su YouTube.
Uomo di vetro prodotta da Wepro, è una ballata indie pop dalle venature soul, immersa in una atmosfera sognante. Racconta un amore consapevole della propria fine, ormai privo di conflitti o inutili tentativi di resistenza. Nel brano, attraverso la sua “politica gentile”, Dimaggio si rivolge alla persona amata utilizzando il pronome maschile: un gesto semplice, ma profondamente significativo, che afferma con delicatezza il diritto di amare liberamente, senza etichette né paure.
A dare corpo al messaggio della canzone, il videoclip diretto da Lorenzo De Filippo, con la partecipazione della Drag performer Alister Victoria, che traduce in immagini delicate ma potenti la complessità delle relazioni non eteronormate, in cui l’amore può diventare sia occasione di crescita che terreno di lotta.
Intervista a Dimaggio
Il brano racconta una storia d’amore giunta al termine, ma senza rancore o drammi, quasi con rassegnazione. Quanto è difficile, secondo te, raccontare la fine con delicatezza?
Lasciare andare un amore, soprattutto uno dei più forti e irrazionali dei vent’anni, non sarà mai cosa da poco, ma soprattutto è un’altalena emotiva che oscilla tra quello che è giusto e quello che, invece, per favorire il processo di crescita, deve rimanere indietro a ogni costo. Dover rinunciare a qualcosa, a qualcuno, soprattutto quando ci ostacola, è doveroso per il bene del nostro processo evolutivo.
Per questo ho citato la “rassegnazione” parlando di questo pezzo, come per dire: “sono quasi felice di perderti, perché ostacoli il raggiungimento della versione di me che voglio e merito di raggiungere.”
Parlando di misgendering, molti artisti, anche apertamente queer, spesso si trovano ancora a dover evitare di usare il genere corretto per le persone che amano. Tu invece hai scelto di farlo in modo chiaro e potente.
Assolutamente si, in modo che il concetto sia chiaro da subito. La scrittura per me è una dimensione di totale interiorità che pretendo sia quanto più aderente alla mia realtà personale. Non ho mai alterato il sesso dei protagonisti dei miei brani uomini o donne che fossero, in modo tale da difendere il patto di sincerità e onestà che mi lega ad ogni interlocutore.
Parlando sempre di misgendering nelle canzoni di artisti queer, dove pensi che ci troviamo oggi in questo percorso nel mondo della musica? Le cose sono davvero cambiate o c’è ancora strada da fare?
Dire che le cose non siano cambiate negli ultimi tempi sarebbe una mancanza di rispetto verso il sacrificio (anche fatale a volte) di chi si è battuto per noi. Allo stesso tempo accontentarci non sarebbe meno irrispettoso. Ci sono disparità e condizioni di marginalità che non possono essere ignorate e soprattutto il cui raggiungimento non potrà, come è stato già fatto, essere ostacolato per sempre se accogliamo come nostra l’eredità di lotta delle nostre e nostri predecessori.
Il videoclip, con protagonista la Drag performer Alister Victoria, riesce a essere allo stesso tempo delicato e potentissimo. Quanto è stato significativo per te affidare questo racconto a una performer queer?
È stato tutto. Il tema della rappresentanza, dell’identificazione è fondamentale. Avere il privilegio di poter manifestare liberamente il proprio Io purtroppo non è un comune denominatore. Il minimo che io possa fare da artista è delineare i confini di un posto sicuro, di uno spazio in cui la libertà di essere sia il pilastro fondante, è proprio per questo che mi piace dire “Dimaggio si sta bene” perché pretendo da me stesso, in quanto entità oramai pubblica, di essere una dimensione di pace per tuttə.
Uomo di vetro arriva proprio a fine maggio, poco prima del mese del Pride. È una coincidenza o c’era il desiderio di farlo uscire in un momento così simbolico?
Sarò sincero, ho pensato ad un collegamento con giugno proprio leggendo la domanda. Il mese del pride è un momento sacro per me quanto per la mia comunità, allo stesso tempo è il mese della capitalizzazione della storia delle varie realtà non etero normative. Il mio interesse nel celebrare le mie lotte e i miei pensieri si estende su tutti i mesi e i periodi dell’anno. Pensare ad un’uscita “in vista di” mi creerebbe solo il disagio di sentirmi parte dei fenomeni (da baraccone) di Queer e Pink washing che fanno sfregare le mani alle grandi aziende, magari totalmente disinteressate e zero impegnate nel supporto di questi gruppi, che vedono nella “celebrazione” di giugno solo un pretesto per rendere il logo arcobaleno.
Uomo di vetro apre un nuovo capitolo della tua carriera artistica. Cosa possiamo aspettarci dai prossimi passi?
Trasparenza, impegno e cura. Cerco di tramutare ogni esperienza offerta dal mio vivere sempre in materiale che permetta alla mia persona, quanto alla mia musica, di sperimentarsi, crescere ed “essere” in una forma sempre in divenire. Spero che non mi troviate mai uguale a quello che sono già stato o ridondante, senza nuove chiavi di esprimermi, nei confronti di alcuni temi.
Con Uomo di vetro, Dimaggio continua la sua militanza affettiva, dando voce a chi si muove ogni giorno tra resistenze interiori e barriere sociali. Una ballata che non ha paura della fragilità e che rivendica il diritto di esistere e amare.
Il brano è ora disponibile su tutte le piattaforme digitali, ascoltalo ora cliccando il seguente link: https://ada.lnk.to/uomodivetro
Fonte immagini: Ufficio stampa