I DOW sono un gruppo musicale composto da Francesco Capasso, chitarrista e bassista, Giovanni Calella, secondo chitarrista nonché operatore del sintetizzatore e Diego Galeri, batterista e voce della band. Il 10 marzo 2025 è uscito il loro album omonimo, intitolato, appunto, DOW: per saperne di più sui tre musicisti e sul lavoro che ha portato alla realizzazione delle 12 tracce presenti in questo studio project, abbiamo intervistato direttamente agli artisti.
Di seguito le domande che abbiamo rivolto al gruppo, in occasione dell’uscita del loro album omonimo
DOW è il vostro nuovo album omonimo, uscito da poco: come mai avete scelto di intitolarlo in questo modo? C’erano altre opzioni in tavola o sapevate fin da subito di voler utilizzare questo titolo?
Eravamo indecisi se chiamarlo WOD, DWO, DOW, o Interstellar Manipulation, ma Dow ci è parso il migliore quasi da subito.
Il disco presenta un totale di 12 canzoni: ce n’è una (o più) a cui vi sentite particolarmente legati? Se sì, da cosa nasce questo legame?
Siamo legati a tutte le canzoni allo stesso modo, anche perché per noi in realtà il disco è da considerare come un unico mono-pezzo. L’abbiamo poi diviso in dodici tracce solo per poter fare gli skip più facilmente.
Mental Brick Wall si distingue dagli altri pezzi per il sound meno dinamico e più rilassato, quasi ipnotico. A cosa vi siete ispirati per ottenere questo risultato?
Per il sound ci siamo ispirati ai narcotici: nel periodo in cui stavamo scrivendo questa canzone ne facevo largo utilizzo a seguito di un grosso problema nervoso.
Se ognuno di voi potesse scegliere una singola canzone dell’album da poter suonare live, quale sarebbe e perché?
Proprio per il motivo di cui stavo parlando prima, e cioè che per noi il disco è da considerare unicamente nella sua interezza, crediamo che suonarne solo una traccia sarebbe una violenza artistica.
I titoli di tutte le canzoni sono in inglese: come mai avete scelto questa lingua? Ritenevate che potesse esprimere meglio l’essenza dei vostri pezzi rispetto all’italiano?
Tra di noi capita spesso che parliamo in inglese, quella che è universalmente riconosciuto come la lingua del rock, per cui poi ci è venuto spontaneo usare la medesima lingua anche per i titoli delle canzoni.
Quali sono i generi musicali da cui avete tratto maggiormente ispirazione durante la produzione dei brani? Di solito, è difficile coordinare le vostre idee o i vostri gusti sono abbastanza simili?
I generi da cui abbiamo attinto sono diversi: essenzialmente il jazz, il metal, l’ambient e il funk. All’interno della band abbiamo tutti dei gusti che sono diversissimi fra loro, per cui in effetti è stato veramente difficile portare a termine il lavoro. Speriamo proprio che la cosa non si ripeta.
Il nuovo album omonimo dei DOW, in conclusione
Come ci ha raccontato Francesco Capasso, quindi, nonostante DOW sia un album influenzato da diversi generi musicali, va considerato come un unico pezzo. Per cogliere appieno il suo significato, dunque, vi consigliamo di immergervi un ascolto tutto d’un fiato.
Fonte immagine: Ufficio Stampa