Ebbanesis in concerto al Dopo Festival del CTF | Recensione

Ebbanesis in concerto al Dopo Festival del CTF | Recensione

Le Ebbanesis si sono esibite lo scorso lunedì 30 giugno in concerto, nel contesto del Campania Teatro Festival, in occasione della rassegna Dopofestival, che si tiene all’interno della splendida cornice del Giardino Romantico del Palazzo Reale di Napoli.

Campania Teatro Festival e il Dopofestival

L’esibizione si inserisce, infatti, in una cornice più ampia e prestigiosa, quella del Campania Teatro Festival, creato con il supporto fattivo della Regione Campania e un apporto annuale da parte del Ministero della Cultura. L’evento è organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival, che ha come direttore artistico Ruggero Cappuccio e come presidente Alessandro Barbano.

I concerti del dopofestival, come quello in questione, sono curati dall’organizzazione Drop eventi in partnership con il food di pinzimonio.hub, e consistono in serate di musica live e dj set.

Chi sono le Ebbanesis: storia e stile del duo

Protagoniste di questa serata, dunque, le Ebbanesis. Ma chi sono esattamente? Il duo, composto dalle napoletane Viviana Cangiano e Serena Pisa, si è affacciato nell’orizzonte musicale nazionale nel giugno del 2017, emergendo inizialmente come fenomeno della rete.

Viviana e Serena hanno iniziato a farsi conoscere dal pubblico del Web grazie alle proprie voci armoniose e alla loro chitarra, comparendo prima su Facebook e conquistando immediatamente il loro target grazie a suggestive e fantasiose riletture di brani sia della canzone classica napoletana sia di composizioni internazionali, cantate rigorosamente in dialetto partenopeo. La loro pagina ufficiale vanta oggi circa 300.000 followers da ogni parte del mondo.

Serena e Viviana posseggono entrambe una solida preparazione sia musicale che teatrale, e ciò si rispecchia nella loro presenza sul palco e capacità performativa. Alle Ebbanesis oggi viene indubbiamente riconosciuta l’ammirevole abilità di unire in modo fantasioso e felice il passato e il presente, il classico e l’innovazione.

La mission del gruppo è fondata sulla passione per la cultura partenopea e sul desiderio di farla conoscere il più possibile. Hanno già messo a punto cover di grandi classici, tra le quali “Carmela” di Sergio Bruni e “I’te vurria vasà” di Vincenzo Russo, che hanno ottenuto grandi riscontri specie in rete. Di recente, hanno anche collaborato con altri musicisti di fama internazionale e preso parte a festival musicali e teatrali in Italia e all’estero.

Gli album delle Ebbanesis

Questo percorso artistico, nato sul web e consolidatosi sui palchi, ha trovato una sua naturale evoluzione nella produzione discografica. Nel 2020 escono infatti due lavori: il primo album, Serenvivity, per l’etichetta Vagabundos, e il secondo, Transleit, pubblicato dalla casa discografica Soundfly e inciso nell’Auditorium Novecento di Napoli, uno degli studi di registrazione più antichi d’Europa.

La recensione del concerto al Giardino Romantico

Ed è proprio con questo bagaglio di esperienze e successi che il duo si è presentato sul palco del Giardino Romantico. La serata è iniziata alle ore 19:00 con servizio bar e musica di sottofondo, ma è stato alle 22:30 in punto che le Ebbanesis hanno dato il via al loro show canoro.

Il duo napoletano ha deciso di partire con una traccia di Tosca, Ho amato tutto, brano che le artiste hanno dichiarato di aver voluto fortemente interpretare per l’elemento partenopeo contenuto nella parte sonora e testuale.

Tra barzellette, battute che hanno coinvolto gli spettatori e, specialmente, tanta musica, lo spettacolo è scorso leggero. Degne di nota sono state le loro interpretazioni di Bohemian Rhapsody dei Queen e Attenti al lupo di Lucio Dalla.

Fonte immagine: Ufficio stampa

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A proposito di Clelia Moscariello

Clelia Moscariello nasce il 13 aprile nel 1981 a Napoli. Nel 1999 consegue la maturità presso il Liceo Classico Vittorio Emanuele II della stessa città e nel 2008 ottiene la Laurea in Scienze della Comunicazione con il massimo dei voti: 110/110 con lode. Appassionata di musica, cinema, moda, estetica e scrittura creativa, nel 2008 ottiene il diploma di consulente letterario e redattrice di case editrici da qui lavorerà fino a diventare giornalista pubblicista e collabora con le testate Periodico italiano magazine (www.periodicoitalianomagazine.it), Laici (Laici.it), “Il Giornale del ricordo” (www.ilgiornaledelricordo.it), “Il quotidiano nazionale indipendente L’Italiano news” ( https://www.litalianonews.it/), “Pink magazine Italia”, (https://pinkmagazineitalia.it/), "Eroica Fenice" (https://www.eroicafenice.com/)“Leggere: tutti”" (https://leggeretutti.eu/) ed il blog “Border Liber” (https://www.borderliber.it/) . Nel 2010 pubblica con Davide Zedda La Riflessione la prima silloge di poesie e racconti intitolata “L’ultima notte da falena”. Nel 2017 esce la sua seconda raccolta di poesie intitolata “Questa primavera” per Irda Edizioni. A luglio 2018 esce la raccolta di ballate, “Battiti”, per le Mezzelane Casa Editrice. A novembre 2021 esce la sua nuova raccolta di ballate e racconti, intitolata “Io non amo le rose”, pubblicata dalla “Pav Edizioni”. Attualmente, oltre al suo lavoro di giornalista, Clelia Moscariello collabora con diverse agenzie pubblicitarie ed editoriali come copywriter, tra le quali la DotGhost. Dal 2018 si dedica come autrice, blogger e come social manager alla sua pagina social “Psico Baci” riguardante le citazioni letterarie e la fotografia d’autore e al blog ad essa collegato: https://frasifamose.online/. È recente il suo esordio come conduttrice radiofonica presso diverse web radio, tra le quali “Radioattiva” ed “Extraradio”. Di recente, infine, ha conseguito una certificazione di recente in web marketing ed in social media marketing presso la scuola di Milano Digital Coach e collabora con il progetto “Amori.4.0” nel team di professionisti come giornalista e scrittrice, specializzata nelle tematiche di consapevolezza ed empowerment femminile, di mainstreaming di genere, di abbattimento degli stereotipi riguardanti l’educazione e di sensibilizzazione culturale relativa all’essere donna.

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