Eusebio Martinelli e la sua Gipsy Orkestar: esce Sbam!

Disco di altissima contaminazione, dal funk alla disco, dal pop ai suoni latini impreziositi da uno dei suoni di tromba più conosciuti nella scena musicale italiana. Torna Eusebio Martinelli e la sua Gipsy Orkestar con un disco come “Sbam!” presto disponibile anche in una preziosa edizione in vinile. Cosa sia gipsy qui trova una risposta assai sghemba e fuori contesto se vogliamo, più forse riferito al modo di pensare alla musica, alla sua contaminazione, alla sua libertà che al genere stesso che soltanto in gocce e dentro i sottotesti si lascia rintracciare. Un suono moderno sicuramente ma assai capace di spaziare sfoggiando un’energia che pensiamo sia la minima parte di quel che realmente può dimostrare se provenisse da un palcoscenico in una dimensione live. 

 

Parlate di questo come il disco della vita. Cioè?

È il disco della vita perché rinasciamo noi dopo due anni di pandemia, perché è nato mio figlio e perché ci abbiamo messo dentro tutto di noi stessi e della nostra vita.

 

Che momento dunque è per la carriera della EMGO?

È il momento della nascita e della rinascita, del risveglio e della ripartenza. Tutto ciò che ci ha tenuti in forma durante la pandemia è stata l’attesa di questo momento, l’uscita del disco e il ritorno sui palchi. Non è stato facile ma abbiamo tenuto lo sguardo sempre fisso sull’obbiettivo anche se non sapevamo quando sarebbe arrivato. Adesso siamo qui, con un nuovo sound e una nuova formazione, di fronte a nuove strade e nuove possibilità.

 

Il modo Gipsy di pensare al suono e alla forma… oltre che al noir di certe linee di tromba o al fare cadenzato di chitarre… in cos’altro lo troviamo?

Il suono è ciò che più abbiamo stravolto in questo album rispetto ai dischi precedenti. Ci siamo immersi nella ricerca e nella contaminazione, senza lasciare niente al caso, ma rimanendo sempre coerenti con il nostro spirito gipsy. Non abbiamo tradito la nostra essenza, ma ci siamo detti che possiamo essere gipsy anche parlando di temi filosofici e usando sintetizzatori psichedelici.

 

E concettualmente, pensate che questo disco sia un concept sulla vita?

Tutto quello che facciamo è un concept sulla vita. La nostra vita è la musica e facciamo fatica a distinguerla dalla nostra esistenza. In pratica, ogni cosa che potremmo fare sarebbe un concept sulla vita perché è inevitabile che sia così. Della vita si parla in diversi brani, che sia la nostra (come in “Calma apparente”), quella degli altri (“Tratto leggero”) o quella di mio figlio di un anno (“Round the fire”).

 

Ogni disco si chiude con un remix del disco precedente. Questa volta perché la scelta è caduta su Robert Passera?

Ci piace l’idea che un altro artista prenda la nostra materia prima e la trasformi in qualcosa di nuovo e di suo. Robert Passera è un bravissimo DJ e ha fatto un gran bel lavoro in chiusura del disco.

 

Si torna dal vivo… non è così?

Alla grande! Abbiamo già molte date pubblicate sul nostro sito e ne escono continuamente di nuove. Promuoveremo il disco per tutta l’estate e anche nei club in inverno. La voglia che abbiamo di suonare e di guardare negli occhi la gente è enorme e facciamo fatica a descriverla.

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