Francesca Fariello, da ZerO all’infinito

Francesca Fariello

Francesca Fariello (classe ’83), giovane voce partenopea, e il suo progetto: ZerO.
La musica è un momento che da sempre accompagna Francesca Fariello in un percorso di studio e di perfezionamento che diviene strumento per dar voce a sentimenti ed emozioni. La musica, insieme ad altre passioni come la cultura orientale e le sue arti, consentono a Francesca Fariello di ritrovarsi in una dimensione che esprime, attraverso la voce, un’energia e una forte capacità di comunicazione.

Un disco pieno di carica, di vita e nel quale le diverse sfumature della musica di Francesca Fariello sono capaci di fondersi in un risultato unico e particolare. Il talento, la bellezza e la sensibilità di Francesca Fariello trovano conferma in questa intervista che testimonia un amore non comune per la musica.

Da giovanissima hai iniziato a studiare canto, per poi classificarti tra i 30 semifinalisti nazionali del “Festival di Napoli” a meno di vent’anni. Da quel momento in poi hai continuato ad accumulare successi ed esperienza, arrivando a lavorare con alcuni grandi artisti (Matthew Ward, Neja) e a presentare il tuo progetto (Sakura No Nikki) in apertura ad uno dei concerti dei Velvet. Raccontaci l’evoluzione di Francesca Fariello e della sua musica.

Tutti questi anni sono passati e mi ritrovo oggi a sentire di essere paradossalmente in una fase di ricongiungimento con i miei inizi; sarà anche che la funzione del cantautorato ti ricongiunge con la tua essenza. È come ritornare in qualche modo al punto di partenza: una dodicenne con la chitarra tra le braccia che scriveva le sue canzoni per canalizzare le proprie emozioni. Nel corso della mia formazione di cantante ho studiato molte cose diverse tra loro e mi sono immersa in diversi “mondi” attraverso la voce. Generalmente, usavo linguaggi e tecniche differenti in base al tipo di musica che interpretavo; invece quando ho deciso di far incontrare per davvero la “cantante” con la “cantautrice”, in “Sakura no Nikki”, è stato come se avessi dovuto imparare di nuovo a cantare, imparare a domare la parte cosciente della vocalità. Non esistevano tecniche di cui potevo servirmi per esprimere i miei contenuti, la tua verità è più forte di qualsiasi tecnica. In “ZerO”, poi, mi sono lasciata completamente andare e la mia voce è stata soltanto un mezzo per esprimere le mie emozioni, ed è stato così che tutte le tecniche apprese nel percorso di formazione vocale si sono talmente fuse tra loro che mi sono ritrovata a perderne le singole tracce: c’era la voce della mia anima e non più la mia voce.

ZerO è “un vuoto che si riempie di tutto […] la ruota del tempo che gira, instancabile ed inarrestabile.” Volendo rimanere legati a queste parole, cos’è per Francesca Fariello questo “vuoto” e quali sono le differenze, dovute a questa instancabile ruota, che senti più nette tra questo secondo lavoro e Sakura No Nikki, tuo concept album di debutto?

Si tratta di un vuoto che è l’essenza di tutte le cose e che ci ricongiunge con il divino: la Musica. È un vuoto che riempie ma prima di tutto è “vuoto” e, come l’acqua che ci compone, può assumere qualsiasi forma. Nel quotidiano ci riempiamo di tanti pensieri, modi di fare, scudi, atteggiamenti che spesso per noi sono più un danno collaterale, ci allontanano da noi stessi, e spesso ci incattiviscono. La MUSICA è un dono che abbiamo, unisce le persone, ci libera dalle barriere mentali. Nei concerti c’è una tale fusione tra le persone, tra il pubblico e chi suona, che non esistono differenze, ognuno resta se stesso in mezzo agli altri ma allo stesso tempo c’è un grande senso di unità. Le differenze tra “Sakura no Nikki” e “ZerO” sono anche influenzate dalla ruota inarrestabile del tempo, parlo dei cambiamenti della mia stessa vita, dalle tematiche che in questi anni sentivo più “urgenti”, ma la differenza è anche dettata dal tipo di scrittura. I Nikki erano una sorta di rilettura dei diari, più distante, più cerebrale. In ZerO ”il diario è “mostrato” così come è stato scritto: i contenuti sono più diretti ma forse anche più nascosti nel non essere riesaminati e scoperti.

In ZerO alterni il cantato anglosassone e quello nostrano, accompagnando sempre le tue parole ad una musica viva, immediata, al punto che sembra vivere quasi di vita propria per alcuni istanti. Questa scelta può essere dovuta al desiderio di mostrare le diverse sfaccettature di Francesca Fariello e della sua arte?

La scelta è stata quella di abbracciare la semplicità, non “pensare” di scegliere a priori in che lingua comunicare; il mostrarsi così come si è in tutte le sfumature è forse stato il risultato ma non l’obiettivo primario.

La domanda finale, quella inesorabile, è sempre la più banale. Quali sono i progetti, gli obiettivi e i sogni di Francesca Fariello per l’immediato futuro e oltre?

La domanda non è affatto banale e, se la musica ed i sogni sono il naturale percorso quotidiano che influenzano le scelte dell’individuo, direi che il continuare a voler portare la mia musica in giro, suonarla ovunque è il mio sogno ed il mio progetto di vita. Vorrei inoltre continuare a studiare la chitarra ed il pianoforte, approfondire la musica classica e in particolare la lirica, il cui attuale studio mi sta letteralmente facendo sognare sia per la differenza di suoni e impostazioni della voce sia perché è un’eredità preziosa che mi sta ricongiungendo sempre più con le mie radici familiari, culturali e con l’essenza della musica stessa.

Ringraziando Francesca Fariello per la disponibilità, l’invito è di seguirla in questo viaggio da ZerO all’infinito!

-Francesca Fariello, da ZerO all’infinito-

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A proposito di Gennaro Esposito

Iscritto a Lettere Moderne, decide di abbandonare gli studi umanistici per l’ Università della Strada. Segue da qualche tempo i corsi di Marketing della Nocciolina Zuccherata. Alcune voci lo vogliono a La Repubblica, altre, invece, parlano di una sua assunzione a Il Fatto Quotidiano. Lui assicura di star seguendo una terapia psicofarmacologica per farle smettere del tutto.

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