Il cloud rap: le origini ed il suo sviluppo europeo

Cloud Rap

Per poter parlare di Cloud Rap, bisogna sicuramente conoscere le basi del genere Rap e di come esso abbia nel tempo plasmato la cultura dei giorni nostri. Quando negli anni ‘70 nacque nel Bronx in una comunità afroamericana come opportunità per ballare e divertirsi tra amici, probabilmente nessuno avrebbe mai immaginato quanto il Rap nei successivi decenni sarebbe riuscito ad influenzare la cultura pop di tutto il mondo, presentando attraverso i testi e la musica delle vere e proprie denunce sociali da parte di una fetta di popolazione fino ad allora emarginata e portando uno stile ed un’attitudine unici nel panorama musicale mondiale. Da quel momento sono passati tanti anni e di conseguenza il genere ha subito molteplici variazioni, adeguandosi al contesto musicale di ogni luogo e plasmandosi alle esigenze artistiche del pubblico ma soprattutto dei rapper: questo perché il Rap fin dalle sue origini è sempre stato uno stile libero da preconcetti musicali.

Origini del Cloud rap 

Nel 2009 il rapper statunitense Lil B mostra ad un suo produttore musicale l’immagine di un castello sulle nuvole, dicendo che quella grafica rappresenta proprio il tipo di musica che egli vuole creare: è così che vengono gettate le basi per la nascita del Cloud Rap. Il Cloud Rap è un sottogenere basato principalmente su musiche che riportano la mente ad atmosfere sognanti, con dei beat (basi musicali) e dei flow (il ritmo utilizzato dal rapper sulla base) molto più lenti e completamente distanti dal concetto di extrabeat tanto presente nel rap degli anni ‘90. A stretto contatto nel lavoro di produzione con Lil B troviamo Clams Casino, producer newyorkese che più avanti stringerà un importante sodalizio artistico anche con ASAP Rocky, rapper incredibilmente influente che riuscirà  dal 2013 in poi a proporre il Cloud Rap nel panorama mainstream di tutto il mondo.

Sviluppo europeo del genere 

1. Francia 

È interessante notare come il Cloud Rap riesca ad attecchire anche in Europa diramandosi in approcci artistici molto più differenziati: in Francia, ad esempio, i PNL a partire dal 2015 iniziano senza sosta a dominare le classifiche francesi con uno stile mai sentito prima, fondendo il Cloud Rap con delle sonorità Chillwave uniche. Attraverso la loro musica i PNL raccontano quanto sia difficile crescere in una Banlieue di Parigi, condividendo anche il loro senso di appartenenza al continente africano. Per quanto il loro progetto funzioni in maniera eccellente (sono senza ombra di dubbio gli artisti rap francesi più ascoltati), la loro comunicazione si limita alla musica poiché sin dalle origini del collettivo essi hanno deciso di non rilasciare mai interviste o featuring con altri artisti: tutto ciò rende quindi sicuramente più complicato l’arrivo di tale progetto artistico ad un pubblico non francofono.

2. Svezia 

Diverso è invece il caso di Yung Lean, rapper svedese che nel 2013, a soli 16 anni, pubblica il suo primo singolo intitolato Ginseng Strip: le sonorità del Cloud Rap in questo caso vengono accompagnate da un’atmosfera Vaporwave (come dimostrano anche i video del primo singolo e di un successivo brano intitolato “Hurt”). Yung Lean rappa e parla fluentemente in inglese, e ciò risulta ovviamente fondamentale nel permettere alla sua musica di arrivare anche negli USA e riscuotere un certo successo: un ragazzino di Stoccolma di soli 16 anni che registrando le sue tracce da un pc a scuola crea un genere musicale ed un immaginario unico attorno ad esso, riuscendo a comunicare qualcosa anche ad ascoltatori oltreoceano e distruggendo quindi ogni ipotetica barriera comunicativa tra due mondi così differenti. Un bellissimo documentario prodotto da Noisey racconta per filo e per segno la carriera e la vita del rapper svedese e analizza quanto il suo apporto sia stato importante per il Cloud Rap: probabilmente per la prima volta nel Rap un artista europeo riesce ad essere apprezzato anche in altri continenti (oltre a contare un grande numero di statunitensi e canadesi, la sua fanbase è composta anche da parecchi ascoltatori russi). Nonostante la giovane età l’artista svedese vanta già numerosi album, riuscendo a rinnovare ogni volta il suo stile unico fin dagli esordi.

3. Italia 

In Italia il genere non attecchisce in maniera significativa, anche se due lavori molto importanti per il genere risultano essere l’album El Dorado de Le Scimmie (gruppo rap napoletano composto da Lele Blade, Vale Lambo e Yung Snapp) e Succo di Zenzero della Dark Polo Gang: nel primo caso le sonorità richiamano moltissimo quelle dei PNL, e successivamente Vale Lambo continuerà a sperimentare questo stile anche da solista, mentre nel secondo caso il progetto risulta essere l’unico della Dark Polo Gang con suoni di questo tipo. Come già accennato in precedenza però il genere non sviluppa un approccio unico e peculiare per il panorama italico, ma sembra piuttosto attingere fortemente alle sonorità estere.

4. Germania 

Anche nel panorama tedesco (includendo anche quello austriaco) il Cloud Rap sembra quasi scimmiottare i testi e le sonorità americane, non riuscendo quindi a ritagliarsi una fetta di mainstream in un paese molto più abituato all’approccio crudo del Gangsta Rap.

Prospettive future 

Il Cloud Rap non ha quindi attecchito in tutta Europa, ma gli esempi di Yung Lean e dei PNL fanno capire quanto questo sottogenere sia stato plasmato in maniera eccellente nel contesto musicale del vecchio continente, riuscendo a distinguersi prepotentemente dal suono americano. La versatilità di questi artisti lascia tanta speranza per il futuro del Cloud Rap, ma soprattutto desta una certa curiosità immaginare quale evoluzione subirà questo genere un po’ di nicchia che però riesce a distinguersi nel contesto musicale Pop, ritagliandosi comunque uno spazio importante e soprattutto riuscendo a fidelizzare sempre di più la propria fanbase.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia Commons 

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