Il rap nel 2024 incita davvero alla violenza?

Il rap nel 2024 incita davvero alla violenza?

Negli ultimi tempi si sente spesso parlare di violenza che sia per strada, in famiglia o tramite media e televisione. La frequenza con cui atti del genere accadono ha creato un’ondata di indignazione e ribellione che, negli ultimi tempi, si è fatta sentire attraverso tutti i mezzi possibili, condannando qualsiasi cosa che dimostri anche solo un principio di aggressività.  
Tra questi, anche la musica viene condannata per i suoi testi non molto pacifici che, secondo l’attuale opinione pubblica, istigano alla violenza vera e propria, e principalmente contro le donne.  
È sostanzialmente il rap nel 2024 che, insieme ai suoi sottogeneri, viene visto con occhio assai critico almeno in Italia.  
 
La nascita del rap 
 
Questo genere musicale, così come lo conosciamo oggi, ha in verità una storia molto interessante e ricca di fatti culturali che affondano le loro radici nell’America degli anni 70, nei sobborghi abitati da afroamericani poveri. 
Tecnicamente si tratta di un “parlare sopra la musica”; c’è un beat, che sarebbe appunto la base musicale, e un discorso parlato che lo accompagna.  
La parola rap in principio significava “colpire leggermente”, successivamente si riferisce al botta e risposta tipico del rap e del freestyle. Quest’ultimo designa il fatto che il rapper improvvisava il discorso su una base presentatagli al momento, tecnica tutt’ora molto sentita. 
Chi ascolta il rap nel 2024 in Italia probabilmente non conosce le motivazioni storiche dietro alla nascita del genere, e non capiscono perché nasce proprio con un’impostazione, più che violenta, aggressiva.  
 
 
I temi 

La popolazione nera negli anni 70 in America era fortemente discriminata, subiva razzismo continuo fin dai tempi della tratta degli schiavi. In una contrapposizione tra comunità bianca e comunità nera, la musica era uno dei pochi ambiti in cui potersi sfogare.
 
Nascono quindi dei testi di autodifesa, in cui linguaggio sporco e il continuo rimando ad armi e droga era il loro modo di dar voce a quello che stavano vivendo, all’abuso che la società bianca americana aveva perpetrato ai loro danni e soprattutto all’ingiustizia per le strade che partiva proprio dalle forze dell’ordine. Tema principale dei temi dei rappers degli anni 80, infatti, è proprio la polizia. È in questo corpo di difesa che si trovava la massima espressione del razzismo bianco americano.  

Questo si può riscontrare anche per il rap nel 2024 italiano e di tutto il mondo, dove la maggior parte dei testi presenta insulti contro la polizia o le forze dell’ordine in generale, così come tutti i potenti che non si siano fatti strada provenendo prima da situazioni disastrose, come la maggior parte di coloro che diventano esponenti del genere musicale.
 
In questo senso, il rap nel 2024 è contraddistinto però da ragazzi che non necessariamente hanno avuto una vita difficile nell’adolescenza, costretti alla criminalità per guadagnarsi da vivere, al contrario della comunità nera.
 
Altro motivo di scandalo per quanto riguarda le tematiche violente del rap, oltre i continui volgarismi alle volte troppo ridondanti, sono i modi utilizzati per rivolgersi alla figura femminile.  
Anche qui, si tratta in questo caso di un adattamento al rap italiano di modi di fare derivanti da quello afroamericano, in cui all’atteggiamento di difesa contro chi era loro nemico nella società si affianca quello del “gangster”, il quale tipicamente ha tutte le ragazze che vuole e mostra la sua dominanza tramite fraseologie sicuramente volgari e sporche che, se lette al giorno d’oggi, fanno un effetto diverso.  
È comprensibile quindi che la visione del rap nel 2024 sia influenzata da questi fattori esterni che risultano avere un enorme peso sociale, in un periodo in cui il perbenismo è, a ragione, all’ordine del giorno. 
 
 Fonte immagine: Pixabay
 

 

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