Mujeres Creando è un gruppo di cinque donne legate dalla passione per la musica e dalla voglia di affrontare un tema ancora presente nella nostra società, quello della questione femminile.
La dolcezza della voce di Assia, i suoni e l’armonia della musica che richiamano posti esotici e lontani dal caos odierno, e un incontro avvenuto tra i vicoli storici della città partenopea hanno contribuito a creare un connubio perfetto che tratta un tema spinoso ma lo fa in maniera originale e delicata.
Mujeres Creando: quando La musica è donna
Mujeres Creando. Di chi è stata l’idea di riprendere il collettivo femminista boliviano?
Le Mujeres Creando sono un collettivo femminista sudamericano fondato nel 1992 da Julieta Paredes, Maria Galindo, e Mónica Mendoza, che si caratterizza per l’attivismo e la lotta al maschilismo e all’omofobia in Bolivia. La nostra band, composta da tutte donne, esalta questa proprio caratteristica e trae ispirazione da questo collettivo che nel periodo contemporaneo rappresenta e tiene viva la coscienza di una rivoluzione costante, quella femminile, definita da Juliet Mitchell: “The longest revolution”. La nostra band è un quintetto di musiciste-artiste che attraverso la musica e la poesia intendono condividere i valori delle tematiche di genere. Il nome “Mujeres Creando”, in particolare, ha la sonorità dolce della lingua spagnola, e al contempo significa “Donne che Creano”, un connubio funzionale. L’idea in definitiva nasce quindi da una ricerca legata alla storia delle donne, tema a cui abbiamo dedicato una canzone “A woman’s day”, presentata in anteprima nazionale nel 2014 in occasione della Giornata Internazionale della Donna, celebrata al teatro Sollima di Marsala (TP).
“La musica è donna” è il vostro motto. Vi definite femministe?
La lotta di genere è sempre attuale, e lo è ancor più in questi giorni di recrudescenza durante i quali assistiamo, in particolare in Europa, a ondate di violenza contro le donne, nonché a femminicidi quotidiani ed efferati. Le donne hanno sempre dovuto affermarsi nell’inserimento in campo lavorativo, politico e sociale. Per una donna, essere femminista si traduce in un percorso di memoria e coscienza, di attraversamento della propria storia e dei propri diritti. La musica è uno strumento potente che da sempre è in grado di risvegliare gli animi e diffondere messaggi impegnati, ed è quello da noi prediletto per parlare a tutti.
Dove trovate l’ispirazione per i testi e la musica?
La nostra band è formata da Assia Fiorillo (voce e loop station), Igea Montemurro (violino), Giordana Curati (fisarmonica), Claudia Postiglione (chitarra) e Marisa Cataldo (percussioni), ed è proprio il set strumentale acustico fonte di ispirazione per le nostre sonorità, che nel corso del tempo sono state collezionate nel progetto musicale “Contaminazioni LIVE”.
La nostra ispirazione è la World Music, filtrata ed elaborata dal bagaglio artistico di ogni componente della band. I nostri brani hanno quindi uno stile musicale eclettico che mescola sonorità provenienti dalla bossa nova: brano “L’idea”, dalla musica popolare “La ballata de lu fuoco”, dal pop “Tangorà”, dal jazz “Once more”, ma anche dal tango “Rosaspina”, e così via. Abbiamo esordito nel 2011 con il brano “A sud dell’onda”, colonna sonora del documentario “Lavoro: sostantivo maschile” di Anna Santonicola. Nel 2013 abbiamo messo in scena la pièce teatrale “Finché vita non ci separi”, con i brani “Tangorà” e “Rosaspina”. Proprio il brano “Rosaspina” sarà scelto come commento musicale allo spot televisivo “SISAF Salerno”. Poi sono nate: “Ex waltzer” con sonorità klezmer, il brano con matrice pop “A woman’s day”, “Le stelle sono rare”, e così via.
A proposito di Ex waltzer… «Io resto qui ad attendere le note di un valzer che ancora non c’è». Dunque perché Ex? Si tratta di qualcosa che era o che non è ancora?
Entrambe le cose. Questa canzone ci porta dentro una relazione, precisamente nella sua ‘infinita fine’. In un gioco di attrazione e seduzione vengono raccontati simbolicamente due modi diversi di vivere l’amore: da una parte c’è il desiderio di stare insieme, in coppia, condividendo la vita e danzando in due, come in un valzer, appunto. Dall’altra c’è invece voglia di libertà e distanza, un’autonomia spregiudicata che diventa una solitaria danza gitana. Il brano esprime le difficoltà e le contraddizioni della separazione, dove poi (come spesso accade) anche nel distacco, la tensione erotica prende il sopravvento e la speranza si rinnova.
Cosa tiene unito il vostro gruppo oltre, ovviamente, alla passione per quello che fate?
La passione per la musica è un collante potentissimo, ma soprattutto siamo unite da storie di amicizia e comunanza di valori e rispetto. L’elemento femminile naturalmente veicola punti di vista ed esperienze comuni e consolida le esperienze reciprocamente. La band, da un punto di vista degli aspetti caratteriali, è piuttosto assortita, ad esempio la cantante Assia Fiorillo ha conseguito la laurea in discipline psicologiche (oltre ad essere una cantante jazz) ed esprime la sua sensibilità analitica nelle sue interazioni. Mentre Igea e Giordana, che hanno formazione musicale ed umanistica arricchiscono le dinamiche con contenuti di ricerca e sperimentali e propongono metodi di confronto efficaci. Marisa, anima pulsante e ritmica, formazione al conservatorio, è una persona solare e comunicativa che fa da collante, mentre Claudia, di animo introspettivo e formazione scientifica apporta elementi di sintesi e pragmatici al gruppo.
Progetti futuri?
Attualmente la band sta lavorando al primo disco, la cui uscita è prevista in primavera. Questo disco raccoglierà una decina di brani inediti, alcuni dei quali sono eseguiti nei numerosi live.
Al contempo la band porta in giro il progetto “Contaminazioni Live” nei club campani o negli eventi di vario genere ed è reduce da un mini-tour pugliese.
Sul sito web https://www.mujerescreando.it e sulla pagina facebook https://www.facebook.com/mujerescreando.it sono disponibili date e contenuti aggiornati.