Nuova Gianturco di Francesco Di Bella | Recensione

Nuona Gianturco

Nuova GianturcoFrancesco Di Bella, ex leader del gruppo napoletano 24 Grana, pubblica il 30 settembre il suo primo disco, dopo l’uscita dalla band. Intitolato Nuova Gianturco, è composto da dieci canzoni e per alcune di queste Di Bella si è avvalso della collaborazione di artisti importanti, quali Neffa, 99 Posse, Eugenio Bennato, oltre che di vari musicisti: Daniele  Sinigallia (che ha curato anche la produzione), Alfonso Bruno, Alessandro Innaro, Cristiano De Fabritiis, Andrea Pesce, Marjorie Biondo e Joe Lally.

Nuova Gianturco è un palese riferimento alla zona periferica di Napoli, quel luogo per il quale «nella mente degli urbanisti, i grattacieli che svettano sullo sfondo della ex area industriale avrebbero dovuto rappresentare la cornice perfetta per la rinascita di un quartiere, da rendere moderno e all’avanguardia. E invece hanno solo sigillato una distanza ingombrante, allontanando ancor di più il mare e la speranza dall’immediato entroterra di Napoli».

Proprio il mare, quello che dà risposte, che fa ritornare a respirare, è al centro di una delle canzoni più belle dell’album: Progetto, «il progetto per portarti via da qui, un piccolo spazio sopra un’isola», in cui si avverte la voglia di andare via, di allontanarsi da tutto e tutti e trovare un piccolo posto nel mondo dove poter guardare solo il mare per tornare a respirare.

La voce di Francesco è accompagnata, a volte, da ritmi allegri e movimentati, altre da melodie più nostalgiche e lente. Sullo sfondo di una città dai mille volti, dai troppi problemi, dalle tante bellezze, (Blues napoletano, Brigante se more, quest’ultimo di Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò) Francesco ci parla della crisi, del caos, del degrado, della fuga, delle difficoltà che non sempre si riescono ad affrontare (Non ho più tempo, Gina se ne va). Ci racconta dei migranti, quelli che noi siamo stati un tempo e ora ritorniamo ad essere, quelli che hanno abbandonato l’Africa, l’India, la foresta, la savana per venire qui, dove sperano di campare meglio (Aziz). 

E guardando dalla finestra, mentre ascolti le canzoni di quest’album, è proprio alla speranza che ti aggrappi, da un lato i palazzi del Centro Direzionale e più lontano, quasi invisibile, il mare e la voglia di non arrendersi mai, di combattere sempre per vedere realizzati i propri sogni (Nuova Gianturco, Guardate fore), di vincere qualche volta al bancolotto per poter offrire qualcosa di più bello a una ragazza, a una madre, a un fratello (Tre nummarielle), di capire che ‘e ccose vere nun se perdono (Na bella vita).

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A proposito di Claudia Esposito

Per ora ho una laurea in Filologia Moderna, un inizio di precariato nell'insegnamento e tante passioni: la lettura, la scrittura, le serie tv americane, il fitness, il mare, i gatti.

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