Paola Consagra: 24 ore sono troppe | L’intervista

Disponibile dal 9 maggio su tutte le piattaforme musicali, 24 ore è il nuovo singolo della cantautrice Paola Consagra. Tra buio e ombre, fuoco e rumore, è il racconto intimo e doloroso di un tempo dilatato e svuotato dalla depressione.

Paola Consagra: 24 ore sono troppe | L'intervista

Ventiquattro ore non bastano mai, ma “sono troppe da quando le divido con il mio mostro interiore”.
Una stanza vuota e un foglio di carta davanti, la voglia di strapparlo. Di bruciarlo.
Quindici chilometri sono pochi “da quando cammino per scappare dai pensieri“.

Paola Consagra, cantautrice palermitana, diventa un foglio di carta pronto a bruciare nell’ultimo singolo, 24 ore, che, più di altri, racconta di sé. Dal 9 maggio su tutte le piattaforme musicali, il singolo è un viaggio attraverso il buio e la solitudine.

Il periodo blu di Paola Consagra

Ritmo folk che sa di alberi e verità, di viaggi senza meta e di pause lunghe e solitarie in una stanza buia. Malinconia e crescita, paura ansia e voglia di libertà in una scrittura limpida che sa farsi tanto leggera quanto profondissima, mentre scandaglia quello che ha sepolto in un posto che non si vede, perché faccia meno paura.
Picasso insegna che il colore è uno stato d’animo; iniziò a dipingere con i toni del blu dopo la perdita di un caro amico e ne risultò uno stile freddo e angosciante eppure artisticamente validissimo.

«Io sono nel mio periodo blu», racconta Paola Consagra a Eroica Fenice. «Ho definito “blu”, ispirandomi ai periodi di Picasso, la mia rinascita. Dopo un anno di silenzio in cui mi sono dedicata alla scrittura e ai live, infatti, nel 2024 ho iniziato a collaborare con il produttore Francesco Megha. La prima canzone che ho pubblicato con questa nuova collaborazione è stata Da qui, a ottobre 2024».

L’arte come urgenza interiore

Nella copertina, che però è arancione, Nadira Fatha e Mario Cuozzo hanno dato consistenza e forma allo stato d’animo dell’autrice: in una stanza vuota, seduta sul letto, la cantante fissa l’obiettivo, mentre alle sue spalle si muovono delle ombre sul muro.       

«Adesso si è aperto un nuovo capitolo dello stesso filone, con l’arancione di 24 ore che rappresenta l’ardere di un fuoco sempre acceso. Tramite le ombre sul muro ho voluto trasmettere il senso di solitudine di cui parlo nella canzone, all’interno di una stanza quasi vuota, ma piena di mostri».

Paola Consagra si fa carta e si fa fuoco che brucia dentro, che ispira e fa male al tempo stesso, perché «ogni artista ha bisogno di utilizzare oggetti concreti per immedesimarsi in uno stato diverso dalla carne di cui sono fatti».

«Scrivere canzoni mi aiuta ad esprimermi. C’è chi usa la parola, chi il movimento: io scrivo e canto.  Spesso le canzoni riescono a spiegare in anticipo quello che ancora non ho capito di me stessa. Nel caso di 24 ore, avevo l’urgenza di urlare che qualcosa dentro di me stava andando a fuoco».

Paola Consagra: idee e progetti

Accanto al percorso da solista, Paola Consagra condivide un progetto artistico con lo scrittore Basilio Petruzza, autore del romanzo Figli amati male. Con la sua musica dal vivo accompagna gli eventi di presentazione del romanzo in varie librerie d’Italia, creando un’esperienza artistica suggestiva e completa che è molto più di un semplice sottofondo musicale.  Paola Consagra: 24 ore sono troppe | L'intervista

«Sono stata educata dalla mia famiglia ad ammirare e fare mia l’arte. La musica è la mia forma d’arte preferita, ma amo leggere romanzi, poesie e andare alle mostre. Tutto questo mi dà ispirazione e sono continuamente stupita da come ad ogni riga o dipinto io riesca a trovare qualcosa di me. Mi fa sentire meno sola. È questo che dovrebbe fare l’arte».

Per i prossimi mesi, ha altri singoli pronti. «Sto creando un filone che possa racchiudere una storia, la mia, e che mi permetta di raccontarla».                

Immagini: ufficio stampa

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A proposito di M. S.

Laureata in Filologia, letterature e storia dell’antichità, ho la testa piena di film anni ’90, di fotografie e di libri usati. Ho conseguito un Master in Giornalismo ed editoria. Insegno italiano, latino e greco, scrivo quando ne ho bisogno e intervisto persone. Vivere mille vite possibili attraverso gli altri è la cosa che mi riesce meglio, perché mi solleva dalla pesantezza delle scelte.

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