Skyscraper – Waves From The Past dei Fex | Recensione

Sembra di compiere un viaggio nel tempo: appena premuto play su Skyscraper – Waves From The Past, l’album di debutto dei FEX, si viene avvolti dal caldo abbraccio sonoro della new wave anni ’80. Questa band tedesca di Kiel, rimasta nell’ombra per decenni, è salita alla ribalta grazie a quello che per anni è stato noto come “la canzone più misteriosa di Internet”:  un brano new wave senza autore che ha affascinato il web per un decennio.

Ora la storia incredibile iniziata con quella traccia enigmatica entra in una nuova entusiasmante fase con l’uscita del loro primo album: Skyscraper – Waves From The Past, un lavoro che si posiziona a metà tra un lost wave degli anni ’80 e l’album uscito nell’ultimo decennio di una band storica (come Songs of a Lost World dei The Cure). Non una raccolta di canzoni, ma una vera e propria resurrezione dal passato.

Negli anni ’80 i FEX avranno sicuramente visto Ritorno al futuro e forse si saranno emozionati con la frase: «Forse non siete pronti per questa musica, ma ai vostri figli piacerà», senza sapere che li avrebbe riguardati nel 2024 e anni successivi.

La storia della band e della canzone più misteriose del mondo

Per oltre 20 anni, Subways of Your Mind (traccia 2 di Skyscraper) è stata conosciuta come “Like the Wind” o meglio “la canzone più misteriosa di Internet”. Registrata casualmente da  Darius S, un ascoltatore, su cassetta dalla radio NDR negli anni ’80, ha circolato senza titolo né autore, generando una delle più grandi cacce musicali online. Solo nel 2024, grazie a una community di appassionati su Reddit, si è scoperto che il brano era dei FEX, una band new wave di Kiel. Curiosamente, la band si era sciolta ma 3 dei 4 ex membri avevano continuato nel mondo musicale, senza più vedersi o sentirsi per decenni. Questa scoperta ha portato alla loro reunion e alla pubblicazione ufficiale di Skyscraper – Waves From The Past.

Il delicato lavoro di restaurazione

La tracklist comprende nove brani (più una traccia bonus: la versione originale passata in radio della canzone più misteriosa di Internet) originali registrati nei primi anni Ottanta, accuratamente riversati dai nastri analogici e rimasterizzati per tornare a nuova vita. In alcuni brani ritroviamo la batteria originale, mentre in altri il ritmo è stato ricostruito con drum machine, senza mai tradire lo spirito della band. I nuovi lavori su tastiere, gli arrangiamenti moderni e alcuni interventi di chitarra contribuiscono a completare le canzoni regalandoci Skyscraper dei FEX.

Skyscraper: la copertina

SkyscraperLa copertina di Skyscraper – Waves From The Past è stata realizzata direttamente da  Darius S., lo stesso appassionato che negli anni ’80 registrò su cassetta Subways of Your Mind dalla radio NDR. L’immagine ritrae l’Eichenberg-Bunker di Kiel, la sala prove originale della band, trasformando il disco in un cerchio che finalmente si chiude.

 

Skyscraper: i musicisti

A dare vita a questo album sono stati i membri originali della band: Ture Rückwardt (voce, testi, drum machine su alcuni brani), Michael Hädrich (chitarre, tastiere ed electric piano), Norbert Ziermann (basso e arrangiamenti) e Hans-Reimer Sievers, batterista originale attivo tra il 1983 e il 1987, la cui presenza è documentata nelle registrazioni storiche ma non nella reunion attuale. Su alcune tracce si aggiunge Jörg Lemcke al basso. Ognuno di loro ha contribuito a creare quell’intreccio di suoni analogici e atmosfere malinconiche che caratterizzano Skyscraper – Waves From The Past.

Skyscraper: tracklist e prime impressioni

Appena parte la traccia iniziale, “Skyscraper”, ci si rende conto del fascino vintage racchiuso in questo disco. È un brano inedito che la band definiva parte della propria fase “psichedelica”, e si sente: synth pulsanti simili al ronzio di pale d’elicottero e chitarre dal riff profondo creano un’atmosfera tesa e ipnotica sin dai primi secondi. È possibile chiudere gli occhi e sentirsi in una stanza illuminata al neon, circondati da poster di The Cure e sintetizzatori analogici.

Si passa alla traccia successiva: finalmente possiamo ascoltare “Subways of Your Mind” nella sua versione studio in alta definizione: energica e completamente rimasterizzata. Questo brano leggendario – registrato originariamente nel 1984 in studio ma circolato per anni solo in bassa qualità su Internet – oggi risuona limpido e potente, con le sue tastiere incalzanti e la voce penetrante di Ture Rückwardt a guidare il tutto. È come se un velo di polvere fosse stato sollevato: la melodia misteriosa che avevamo imparato ad amare tramite frammenti offuscati finalmente brilla di luce propria.

La scaletta di Skyscraper – Waves From The Past prosegue in un  percorso emozionante tra suoni e umori diversi, che mostra la versatilità dei FEX. Si passa dal ritmo meccanico e dai synth scintillanti di “Goldrush”, figli degli esperimenti della band con le drum machine e accompagnati da un testo che critica il materialismo dilagante di quegli anni.

La tensione post-punk serrata di “Heart in Danger” si apre nella traccia 4, che si contrapposta alle atmosfere sognanti e stratificate di “I Got My Eyes On You” nella traccia 5. Quest’ultima emerge subito come un piccolo gioiello synth-pop, una canzone d’amore dal piglio progressive che sembra provenire da un futuro alternativo in FM.

C’è spazio anche per l’ironia: “Dirty Slapstick” colpisce con il suo rock ruvido e il testo che fa a pezzi l’ottimismo forzato dell’era Reagan, questa è un esempio emblematico del restauro effettuato per Skyscraper dei Fex. Questo brano ha riacquistato le sue parti perdute grazie a un intervento mirato sulle tastiere, ricostruite da Michael Hädrich con lo stesso sintetizzatore Yamaha DX7 dell’epoca. Il risultato? Gli arrangiamenti moderni si integrano con discrezione, recuperando ciò che mancava senza riscrivere il passato.

Avviandoci in chiusura del disco, “Talking Hands” aggiunge sfumature rock ma ironiche e potenti mentre “Strange Feeling” rallenta il battito con un’insolita vena blues e un bellissimo solo finale.

Penultimo pezzo dell’album è “Jenny“, una piccola perla allegra e malinconica che chiude il cerchio in modo perfetto. Mantiene intatta l’atmosfera anni ’80 grazie a un arrangiamento delicato e coerente con il resto del disco. La voce, leggermente più matura ma sempre riconoscibile, accompagna un synth essenziale e una linea melodica semplice e struggente. Jenny suona come un addio gentile o forse come un ritorno inatteso: il segno che i FEX, anche dopo quarant’anni, sanno ancora toccare le corde giuste.

La chiusura del disco con una sorta di bonus è da pelle d’oca: “Subways of Your Mind“, nella versione trasmessa originariamente da NDR: ci riporta al momento in cui tutto ebbe inizio. È la registrazione originale anni ’80, quella catturata su cassetta dalla radio NDR.

Skyscraper: conclusione

Non lo nascondo: avere l’opportunità di ascoltare in anteprima SkyscraperWaves From The Past mi ha fatto venire gli occhi lucidi, ripensando a quanto incredibile sia il viaggio che ha portato questi brani fino a noi. Mi piace? Si, le canzoni entrano in testa, e viene voglia di riascoltarle ancora, ancora e ancora. Un difetto? Se proprio devo trovarlo avrei anticipato “Jenny” come terzo o quarto pezzo e concluso direttamente con l’assolo e il blues di “Strange Feeling”. Ma si tratta di una pura opinione sull’organizzazione della tracklist, che non cambia minimamente l’ottimo lavoro fatto dai FEX e dai produttori di questo lavoro.

Skyscraper – Waves From The Past è disponibile in diversi formati: vinile nero o giallo in edizione limitata, CD e persino una replica della leggendaria “Yellow Tape”. Tutte le versioni possono essere acquistate direttamente sulla pagina ufficiale Bandcamp dell’etichetta The Outer Edge.

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