L’inaugurazione al pubblico della mostra, anticipata da una preview per la stampa, si è svolta lunedì 15 settembre, dalle 18.00 alle 21.00, con gli interventi di Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Eva Fabbris, Direttrice del museo Madre, insieme alla curatrice Renata Caragliano e all’artista e con la conclusione di Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania.
Un percorso immersivo in cinque sezioni
Come ha spiegato la Presidente Angela Tecce nell’introdurre l’evento, la mostra non è stata concepita come un’esposizione antologica o una retrospettiva, bensì come un percorso, frutto di due anni di ricerche condotte dalla curatrice Renata Caragliano in stretta collaborazione con l’artista e il suo archivio.
Un percorso articolato in cinque sezioni tematiche, distribuite in sette sale al secondo piano del museo e concepito, non solo per gli addetti ai lavori, ma soprattutto per far conoscere la vasta produzione artistica di Lista a un pubblico sempre più ampio, nazionale e internazionale. La direttrice Eva Fabbris ha tenuto a precisare che l’obiettivo è esplorare in ogni sezione un momento significativo della ricerca del maestro e un diverso aspetto della sua poetica, sempre aperta al confronto tra più ambiti disciplinari e al tessuto sociale.
“Pietro Lista appartiene a quella generazione di artisti straordinari legati alla figura storica di Marcello Rumma, che aprirono a Salerno alla stupenda stagione dell’Arte Povera, ma è anche un artista profondamente legato alla sua terra. In ogni opera troverete sempre un richiamo alla sua terra, alla sua vita e, quindi, anche alla nostra vita, e di questo ovviamente lo ringrazio e gli rendo onore come figlio straordinario della nostra terra“, conclude il Presidente De Luca.
Oltre cinquanta opere tra pittura, scultura e sperimentazione
In esposizione oltre cinquanta opere, dalle prime produzioni della seconda metà degli anni Sessanta fino a lavori recenti, in molti casi inediti. Un percorso che attraversa pittura, disegno, scultura, incisione, performance e testimonia la costante tensione di Lista verso la sperimentazione tecnica e concettuale.
“Il titolo della mostra – come spiega la curatrice – ha una doppia valenza perché da un lato è l’artista che incontra la luce, dall’altra è un invito a guardare lui e il suo lavoro in controluce. Perché la luce è un elemento che l’artista considera come una specie di spirito guida che lo accompagna da oltre cinquant’anni di carriera e che accende e spegne, come sostiene l’artista stesso, la sua creatività”.
La luce: spirito guida tra cieli pop e pigmenti alchemici
Le opere performative della serie “Luce” – realizzate a partire dagli anni Sessanta, quando Pietro Lista partecipò alla storica rassegna “Arte Povera più Azioni Povere”, fino agli anni 2000 con un omaggio a Mario Merz – mettono in scena l’energia creativa come un flusso acceso e spento da bagliori improvvisi. “Tutto ciò che si vede è uno scherzo della luce”, afferma l’artista. “Spegni la luce ed è tutto finito.”

Veduta mostra “In controluce”, museo Madre, 2025 ph. Amedeo Benestante
La serie nella sala successiva è dedicata invece alle “Nuvole”: un cielo pop attraversato da forme evanescenti, simbolo di impermanenza e continua trasformazione. In questi lavori, la nuvola diventa un’allegoria poetica della pittura stessa, che obbliga lo sguardo a sollevarsi verso l’alto e a mettere in discussione la forma visibile e l’identità.
A seguire lungo il percorso i grandi dipinti, olio su tela o su carta, che introducono l’uso del nero ossido, detto anche Nero di Marte, pigmento inorganico dal nome evocativo che rimanda alla tradizione alchemica e a una spiritualità antica.
Corpi, autoritratti e riflessioni sull’identità

L’autoritratto diventa punto di passaggio verso un ciclo di opere dedicato ai “Corpi acefali” che negli anni Ottanta destò l’interesse del critico e storico dell’arte Achille Bonito Oliva: figure senza organi e carcasse prive di volto, che riflettono sulla perdita e sul ritrovamento dell’identità artistica.
A segnare l’inizio di una nuova svolta, un cappotto fatto di spago, simbolo della separazione dell’artista dal proprio corpo. “La testa ritrovata” è l’ultimo ciclo di opere con cui Lista propone in maniera ironica una nuova immagine di sé, tramite una serie di disegni a china su carta.
Visitabile fino al 17 novembre 2025, la mostra “In controluce” al Madre, accompagnata da un catalogo, è un’occasione per scoprire o riscoprire il lavoro di Pietro Lista che, attraversando generi e linguaggi, ha mantenuto sempre viva una ricerca originale e profondamente radicata nel presente.
Chi è Pietro Lista: cenni biografici
Pietro Lista (Castiglione del Lago, 1941), artista visivo, performer, editore e promotore culturale, è una figura centrale dell’arte contemporanea del Sud Italia. Vive in Campania dal 1954 e si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Emilio Notte e Mario Colucci, partecipando fin dagli anni Sessanta agli ambienti dell’avanguardia napoletana e nazionale.
Dal 1968, con l’azione “La scoperta della luce” alla storica rassegna “Arte Povera più Azioni Povere” di Amalfi, la sua ricerca si orienta verso un’indagine concettuale sulla luce, la forma e il corpo. I suoi cicli più noti – dalle Cielitudini alle Figure acefale – testimoniano un pensiero artistico coerente e mai statico.
Alla carriera espositiva internazionale (Parigi, Tokyo, Biennale di Venezia) ha affiancato un forte impegno sul territorio: dalla galleria Taide alla fondazione del MMMAC – Museo dei Materiali Minimi d’Arte Contemporanea a Paestum, fino alla galleria Cobbler a Cava de’ Tirreni. Le sue opere pubbliche sono punti di riferimento della scultura civile contemporanea.
Fonte immagini: Ufficio Stampa; in evidenza (ph. Jacopo Naddeo); altre foto all’interno dell’articolo (ph. Amedeo Benestante)