È stata domenica 21 ottobre la prima apertura dell’enoteca Vini divini – L’officina dei sapori sita in Via Epomeo 459. Un locale al cui interno è contenuta la grandissima passione per il vino di Tiziana e dei suoi figli, che hanno formato le proprie ossa già presso l’enoteca Vini Divini di Fuorigrotta. Un percorso lungo, talvolta sofferto che non sempre ha dato i frutti sperati, ma delineato dalla forza d’animo di una famiglia che non vuole arrendersi mai.
Vini divini – L’officina dei sapori, un percorso tra i prodotti locali
Dalla strada l’insegna richiama gli avventori, il piccolo ma accogliente locale a poco a poco si gremisce di gente curiosa, di amici che vengono a portare il sostegno e il loro calore per augurare successo a questa piccola avventura. Alle pareti grandi scaffali in cui sono stipate bottiglie di vino, bianchi, rossi, rosati, a presentare la vasta scelta che presenta la cantina. E’ uno spazio dai colori vivaci, che ha nelle sue corde una vibrazione di casa.
E’ un periodo fortunato per le enoteche: la loro formula informale, che mixa i sapori rustici di salumi e formaggi a quelli più strutturati del vino, rispecchia appieno uno stile di vita che si sta diffondendo sempre più repentinamente tra i giovani.
All’Officina dei sapori vengono proposte scelte variegate di vini, dai gusti corposi come quelli del rosso di Gragnano offertoci come assaggio, a quelli più delicati per il palato come il Fiano ma che comunque lasciano in bocca un scia dal retrogusto dolce. La forza di questo locale sarà soprattutto la versatilità. Non solo vini da accompagnare a prodotti del territorio, ma anche birre artigianali e cocktail equilibrati. Insomma, un percorso nel gusto a 360 gradi, in cui la volontà di questa piccola famiglia di imprenditori sarà quella di regalare un’esperienza sensoriale in cui i cinque sensi sono continuamente solleticati dall’ampia gamma di possibilità.
Il progetto di Tiziana e figli è ben preciso: l’enoteca sarà aperta a pranzo e a cena, per offrire ai clienti la massima efficienza. Taglieri di salumi, formaggi km 0, toast, panini e stuzzicheria varia costituiranno il menù. Presto si organizzeranno anche corsi per diventare sommelier e percorsi degustazioni.
Lo scopo è quello di precisare che il vino non è semplicemente una bevanda che accompagna le pietanze, non è solo il mezzo attraverso cui il piatto può assumere sfumature di gusto diverse. Il vino è il concetto alla base della cucina, è la finalità del progetto ambizioso che si è messo in atto, il protagonista sulla scena, scelto soprattutto come importante strumento di informazione e divulgazione. Attraverso di esso si conosce il territorio, si comprendono e valorizzano le potenzialità della terra campana e italiana. Bere vino, dunque, è come bere la storia della territorio, dell’acqua che si è impiegata per innaffiarlo, del seme della vite, dei pampini, degli acini e, perché no, anche della fillossera sempre aborrita. La mission è una e nobile: rendere il consumatore più consapevole del prodotto che sta fruendo.