Napoli, città di resistenza, ancora una volta rivendica la sua posizione riguardo le ingiustizie e l’oppressione, attraverso la sua partecipazione attiva a sostegno del popolo palestinese, ormai testimone di un’umanità che non esiste più. Proprio dalla città di Napoli salpa simbolicamente la Global Sumud Flotilla, successivamente ad una breve conferenza stampa. Sono due le imbarcazioni che partono per un breve, anche se significativo viaggio lungo lo specchio d’acqua partenopeo: il Blue Marlin ll “Le principesse” dell’associazione Jonathan e Katriona, dell’associazione Il Delfino, sollevando in cima all’albero maestro le bandiere della Palestina e quella multicolore ed universale della pace, che vestono gli scafi di resistenza, illuminando il golfo di solidarietà e trasformando l’acqua in voce collettiva, al fianco di un popolo che continua a coltivare libertà anche sotto le macerie.
Ci troviamo oggi di fronte ad un’escalation che può solo essere qualificata come genocidio, un attacco sistemico volto all’annientamento di un popolo dentro ad una logica di dominio coloniale che nella storia recente ha pochi paragoni . Questo avviene sotto gli occhi del mondo intero e di un’Europa spesso incapace di riconoscere l’entità della tragedia e di prendere le distanze dal governo israeliano, le cui azioni rappresentano chiaramente crimini contro l’umanità.
In risposta a questa urgenza, è emersa in modo organico ma non pianificato, una rete eterogenea di realtà che hanno unito le forze per costruire iniziative concrete e solidali con il popolo palestinese con lo scopo di contribuire alla fine dell’assedio.
La Global Sumud Flotilla si presenta come la più grande missione di solidarietà internazionale via mare mai organizzata per la Palestina. Il termine Sumud è la parola araba che indica la resilienza e si riferisce proprio alla resistenza del popolo palestinese nel non cedere all’occupazione, all’apartheid ed alla pulizia etnica che sta avvenendo ormai da troppo tempo.
Sono venti le navi appartenenti a questa iniziativa indipendente cariche di aiuti umanitari che sono partite da Barcellona e da Genova, tante altre salperanno nei prossimi giorni da Tunisia, Grecia e Sicilia. Si incontreranno poi tutte in acque internazionali per proseguire insieme il viaggio, con l’obiettivo di sfondare il blocco navale esercitato di Israele, considerato illegale da diverse organizzazioni umanitarie e consegnare gli aiuti alla popolazione di Gaza.
La Global Sumud Flotilla salpata simbolicamente da Napoli, si propone non solo come progetto di resistenza emblematica, ma come gesto politico collettivo e spazio condiviso di mobilitazione. Un gesto rappresentativo, ma potente che afferma con forza la posizione di Napoli come città che non si piega, che si erge ancora come presidio di dignità e umanità, riaffermando la propria identità più profonda: quella di una città capace di opporsi e di custodire i suoi valori, anche quando tutto intorno sembra disumano.
Come scriveva Luciano De Crescenzo: «A volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l’unica speranza che resta alla razza umana».
E forse oggi, queste parole sembrano più vere che mai.
Fonte immagine: ufficio stampa