Un volto, un’icona, un simbolo senza tempo. Massimo Troisi torna nel cuore della sua città attraverso l’arte pubblica, con un murale firmato dall’artista Trisha Palma, svelato lo scorso 7 luglio nel cuore della Sanità, all’interno del Vicolo della Cultura. Un gesto potente, di memoria e di futuro insieme. Perché questo intervento artistico non è solo un omaggio a una delle figure più amate della cultura partenopea, ma anche – e soprattutto – un nuovo capitolo nel racconto di rigenerazione urbana dal basso che da anni trasforma le periferie napoletane in presìdi di creatività, partecipazione e bellezza.
Il murale è stato realizzato grazie al supporto di Cantiere Giovani, organizzazione capofila della rete nazionale Si Può Fare (www.sipuofare.net), piattaforma che promuove il protagonismo giovanile in tutta Italia. All’interno di questa visione, Cantiere Giovani ha finanziato – attraverso l’azione Si Può Fare – un progetto promosso da un gruppo informale di giovani attivisti guidati da Davide D’Errico, da anni impegnato in azioni di rigenerazione nel rione Sanità.
«C’è una generazione di giovani napoletani che sta cambiando il volto della città: riaprendo chiese, rigenerando vicoli, sviluppando progetti sociali. Questo omaggio a Troisi nel Vicolo della Cultura è esattamente questo: un nuovo atto d’amore della città dei giovani che rinasce e innova», ha dichiarato D’Errico.
Il Vicolo della Cultura, nato nel 2020 dalla volontà di restituire dignità a due immobili confiscati alla camorra, è oggi uno spazio riconosciuto a livello nazionale come esempio virtuoso di trasformazione urbana a base culturale. Qui si incontrano street art, installazioni, attività educative, eventi, arte e cittadinanza attiva. In pochi anni, quello che era un vicolo abbandonato è diventato un laboratorio di futuro, capace di attrarre visitatori, artisti, giornalisti e soprattutto giovani desiderosi di dare il proprio contributo al cambiamento.
Il nuovo murale di Trisha Palma si inserisce perfettamente in questo contesto: un’opera intensa, capace di restituire allo sguardo tutta la malinconia ironica e profonda di Troisi. Il volto dell’artista partenopeo, ritratto con linee forti e colori caldi, sembra osservare i passanti con complicità e speranza. Un simbolo che restituisce senso e identità a un luogo che ha fatto della cultura il suo riscatto.
A sottolineare l’importanza di iniziative come questa è anche Francesco Palmieri, project manager di Cantiere Giovani: «È un piacere vedere i giovani che si impegnano per il proprio territorio. Davide e il suo gruppo trasudano amore per la propria città e per il proprio quartiere, ed incarnano al meglio lo spirito di protagonismo giovanile che da anni Cantiere Giovani e la rete Si Può Fare promuovono sul territorio italiano.»
Si Può Fare è una rete nazionale che supporta progettualità giovanili in tutta Italia, con l’obiettivo di valorizzare l’impegno civico, l’attivismo creativo e le iniziative nate nei territori, spesso da gruppi informali e associazioni locali. L’idea è semplice ma potente: dare spazio, strumenti e visibilità alle energie migliori delle nuove generazioni, quelle capaci di prendersi cura della propria comunità, riscrivendo dal basso le regole del vivere urbano.
Così, nel silenzio operoso di un vicolo della Sanità, tra le mura che raccontano storie di riscatto e futuro, Massimo Troisi torna a parlare. Non dai palcoscenici, non dal cinema, ma dai muri. E lo fa attraverso i colori e l’impegno di una generazione che ha deciso di non aspettare il cambiamento, ma di costruirlo.
Pierluigi Fusco