Manifestazione per la pace: sabato 26 febbraio Napoli solidale all’Ucraina

Manifestazione per la pace

C’è stata una manifestazione per la pace, sabato 26 febbraio, presso il largo Berlinguer di Napoli, nei pressi di Via Toledo, per la questione concernente lo scontro Ucraina-Russia.

Tra i presenti vi erano adolescenti, studenti universitari, persone più adulte e rappresentanti di istituzioni locali, ed infine, ma in parte primi per importanza, donne e uomini ucraini per esprimere la propria solidarietà verso tutto ciò che sta vivendo la popolazione in questo momento. La situazione delicata che si sta verificando in questi giorni tocca ogni generazione e categoria di persone, tutti uniti durante la manifestazione per la pace, sotto la poggia, per un unico messaggio: la volontà di fermare la guerra.

La mattinata si è svolta tra i canti della gente in difesa non solo dei propri connazionali, ma delle proprie famiglie, nei confronti delle quali in questo momento le persone vertono in una condizione di sostanziale impotenza. Sui cartelli dei manifestanti le scritte “PUTLER STOP WAR”, “HELP UCRAINE”, “STOP PUTIN”, “EU HELP”, “PRAY FOR UCRAINE”, “MAKE PEACE NOT WAR”. Ad accompagnarli taglienti discorsi delle donne dai volti pieni di collera e rabbia, la cui lingua non era comprensibile a tutti i presenti, ma il cui messaggio è arrivato ugualmente forte e chiaro.

Era percepibile lo stato di angoscia per quanto sta soffrendo in questo momento la popolazione ucraina, e in realtà anche rispetto a quanto tutto quello che stia accadendo leda allo stesso modo la libertà e la sicurezza dei cittadini europei e non su larga scala, sia ideologicamente che di fatto.

I civili che ad oggi stanno subendo le conseguenza dello scontro Russia-Ucraina sono effettivamente le uniche vere vittime di tutta questa storia e quelli su cui attualmente ricade l’attenzione mondiale di chi fermerebbe a tutti i costi questa guerra, in nome non della ragione di questa o quell’altra parte, ma semplicemente in nome della pace e di un senso di umanità universale.

Quella a Via Toledo non è stata l’unica manifestazione di pace avvenuta in questi giorni sul territorio napoletano, ce n’è stata un’altra simile nel pomeriggio del 25 febbraio (e in realtà già qualcuna due settimane prima, quando la situazione non era ancora degenerata fino a questo punto), sono inoltre in programma ulteriori manifestazioni nei prossimi giorni. Molte comunque le città italiane che si stanno riunendo nelle piazze per far sentire la propria voce su quello che sembra un vero e proprio passo indietro dell’umanità.

Una sensazione di impotenza appartiene a chiunque in questo momento stia vivendo “dall’esterno” la situazione, sembra che possa accadere qualsiasi cosa da un momento all’altro a rendere gli scontri vulnerabili in maniera irreparabile. Ma è fondamentale in questo contesto rimanere lucidi e comprendere quale possa essere il proprio contributo, anche se fosse una goccia nel mare, per mandare un messaggio chiaro.

Per le persone che scendono in piazza, mosse da un senso di ribellione nei confronti degli avvenimenti assurdi di questi giorni, manifestare (e manifestarsi) è uno dei pochi mezzi – insieme agli aiuti da un punto di vista materiale ed umano che pure si stanno fornendo – per comunicare all’Europa e al resto del mondo che nonostante la questione sia delicata, e le provocazioni forti, la volontà “dal basso” sia assolutamente quella di non cercare la soluzione nella guerra, ma nella pace e nella diplomazia, che sembrava fosse qualcosa che ci appartenesse e caratterizzasse (nella percezione delle nuove generazioni) praticamente da sempre.

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