Monte di Procida è un comune italiano noto come la “terrazza dei Campi Flegrei”, un promontorio che offre viste panoramiche uniche sul Golfo di Napoli e sulle isole. Situato nel punto più estremo della penisola flegrea, il suo patrimonio più prezioso è proprio la bellezza dei suoi paesaggi marini.
Oggi conta più di 12mila abitanti e fa parte della Città Metropolitana di Napoli. La sua autonomia amministrativa è relativamente recente: nacque con il Referendum del 27 gennaio 1907, che sancì la separazione della terraferma e dell’isolotto di San Martino dal resto del Comune di Procida, a cui era storicamente e geograficamente legato.
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Una storia legata a cuma e miseno
La storia di Monte di Procida è profondamente legata a quella dei suoi potenti vicini. Originariamente era un villaggio appartenente all’antica città di Cuma, tanto da essere chiamato per secoli “Monte Cumano”. Successivamente, con la fondazione della colonia romana e del porto militare di Miseno, l’area fu affiliata a quest’ultima, mutando il suo nome in “Monte Miseno”. Come tutta l’area dei Campi Flegrei, il cui patrimonio è gestito dal Parco Archeologico dei Campi Flegrei, il suo splendore vacillò con le invasioni barbariche del V secolo d.C.
Miseno fu definitivamente distrutta dai Saraceni intorno all’850 d.C. e l’intero promontorio fu annesso all’isola di Procida. L’area, abbandonata, fu ricoperta da una fitta foresta che Re Ferdinando I destinò a riserva di caccia reale. Furono i Procidani a ripopolare il monte, consolidando la loro presenza con la costruzione della Chiesa della Madonna Assunta (simbolicamente rivolta verso il mare e l’isola di Procida), con il disboscamento e con la coltivazione di grano e viti.
La “terrazza dei campi flegrei”: i punti panoramici
Il soprannome “terrazza dei Campi Flegrei” deriva dalla sua posizione geografica privilegiata. Dai suoi numerosi punti panoramici è possibile abbracciare con lo sguardo un orizzonte vastissimo, caratterizzato dai colori intensi tipici dell’area flegrea.
| Direzione dello sguardo | Cosa si ammira |
|---|---|
| A est | Il golfo di napoli, la penisola sorrentina e l’isola di capri. |
| A sud | Le isole di procida e ischia. |
| A ovest | Le isole pontine (ventotene, ponza) e il promontorio del circeo. |
| Nelle vicinanze | Il golfo di baia e pozzuoli, nisida, capo miseno, il lago fusaro e l’acropoli di cuma. |
Cosa vedere: l’isolotto di san martino
Un esempio della bellezza paesaggistica locale è l’Isolotto di San Martino. Questa piccola isola di appena 1600 mq è collegata alla terraferma da uno stretto tunnel scavato nella roccia, seguito da un pontile che rende l’accesso suggestivo e particolare. Un tempo utilizzato per attività di pesca e tonnara, oggi è un luogo affascinante, simbolo del legame del paese con il mare.
Tradizioni e leggende: la festa dell’assunta e acquamorta
La principale manifestazione religiosa di Monte di Procida è la Festa Patronale dell’Assunta, che si tiene dal 13 al 17 agosto. Il momento più sentito è la processione del 15 agosto, una tradizione secolare in cui la statua dell’Assunta viene trasportata a spalla dai giovani marinai di leva per le strade del paese. La festa celebra il profondo legame con il mare e rappresenta un momento di ritorno per i tanti emigranti. Ulteriori informazioni sugli eventi sono spesso disponibili sul sito del Comune di Monte di Procida.
Al comune è legata anche la struggente leggenda di Acquamorta. Questo nome appartiene a una piccola e pittoresca spiaggia da cui un tempo partivano le flotte cumane. Si narra di una bellissima ragazza di nome Acqua che, mentre faceva il bagno, fu salvata da un giovane pescatore procidano, Giosuè. I due si innamorarono, ma un giorno una tempesta sorprese Giosuè in mare, che non fece più ritorno. Disperata, Acqua si incamminò verso le onde e sparì. Da quel momento, la spiaggia prese il nome di Acquamorta, a perenne memoria di un amore che solo il mare poté custodire.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 26/09/2025

