Rinascitafest chiude con un grido di solidarietà: la Palestina al centro della lotta
Solidarietà e lotta. Questo contraddistingue l’ultima e intensa giornata del RinascitaFest. A sancire l’inizio di questa splendida chiusura è un incontro che intreccia i cuori al fianco della Palestina.
La poesia palestinese come testimonianza: “Il loro grido la mia voce”
La giornata si è aperta con la presentazione del libro Il loro grido la mia voce, curato da Antonio Bocchinfuso e Leonardo Tosti, con la moderazione della giornalista Lidia Giuffrida, che ha mantenuto salda l’attenzione sull’argomento con domande coerenti e puntuali. Il loro grido la mia voce è una raccolta di poesie scritte da poeti palestinesi che gridano in versi la loro storia. Gran parte di queste poesie sono successive al 7 ottobre 2023 e quindi al tentativo di ribellione di un popolo oppresso e svuotato della propria dignità, che ha dato vita a una serie di violenze sostanziatesi in un genocidio da parte di Israele, come documentato da numerose organizzazioni internazionali (per approfondire, si può consultare il lavoro di Amnesty International), e che continuano a minacciare l’esistenza del popolo palestinese. Il loro grido la mia voce si fa carico proprio di questa consapevolezza con lo scopo di essere portavoce di esperienze tangibili di persone vittime del genocidio. La poesia trova una delle principali fasi di mutamento proprio nei periodi di guerra, ma questo è un caso diverso: questa non è poesia di guerra, non sono versi scritti in trincea, questa è la testimonianza di un massacro, di fronte al quale vige l’indifferenza del mondo occidentale. A esprimere questo forte concetto è stato Domenico De Maria, che ha presentato il dibattito trasmettendo un’enorme carica emotiva e stimolando il coinvolgimento degli ascoltatori con una preziosa delicatezza, rendendo giustizia ai versi presentati.
Patrick Zaki al Rinascitafest: la libertà non ha confini, la responsabilità nemmeno
La giornata prosegue con uno degli appuntamenti più attesi del festival: La libertà non ha confini – Patrick Zaki in dialogo su Palestina e diritti negati, un momento che conferma il RinascitaFest come spazio politico di riflessione critica, dove il pensiero e l’attivismo si intrecciano in una pratica collettiva di resistenza.
L’incontro si apre con il contributo virtuale dell’attivista Antonio La Picirella, attualmente a bordo della Family Boat, l’imbarcazione principale della spedizione umanitaria Global Sumud Flotilla, diretta verso Gaza con l’obiettivo di rompere l’assedio e portare solidarietà concreta al popolo palestinese. La Picirella ha aggiornato il pubblico sulla situazione in tempo reale, raccontando le difficoltà che la missione sta affrontando durante la navigazione in acque sempre più ostili.
Successivamente ha preso la parola Patrick Zaki, in dialogo con l’attivista Insaf Dimassi, le cui domande, profondamente argomentate, hanno contribuito a dare spessore e direzione all’incontro. Il confronto si è mosso tra diritti negati, complicità internazionale e resistenza dei popoli oppressi, toccando anche il tema della responsabilità individuale di fronte ai crimini commessi da uno Stato. Zaki, pur sottolineando che non si può generalizzare attribuendo colpe a tutti i cittadini israeliani, ha aggiunto che chiunque scelga consapevolmente di vivere in Israele, indipendentemente dalla propria cittadinanza, in un contesto in cui lo Stato perpetua violazioni dei diritti umani, assume una responsabilità morale e politica. In questo senso, vivere all’interno di quel sistema senza metterne in discussione le fondamenta equivale, almeno in parte, ad esserne complice.
Una posizione netta, che ha suscitato riflessione e dibattito tra il pubblico, e che ha restituito pienamente il senso politico dell’incontro: la libertà non ha confini, ma la responsabilità nemmeno.
La chiusura del festival: tra lotta operaia, memoria e musica
La serata è continuata con una cerimonia di chiusura che ancora una volta non ha limitato la riflessione. Sono saliti sul palco Pina Paradiso e Gianluca Bencivenga, dipendenti di Transnova, per testimoniare le difficili condizioni in cui si trovano molti lavoratori ogni giorno. A seguire, ha preso la parola Nasr Dallachi, appartenente alla comunità palestinese di Pomigliano d’Arco, che ha condiviso un intervento intenso e toccante, raccontando le condizioni del popolo palestinese, intrecciando memoria personale, dolore collettivo e resistenza quotidiana.
Hanno chiuso ufficialmente la cerimonia i due segretari di Rinascita, Vito Fiacco Esposito e Carla Mercogliano, i quali, con grande efficacia, hanno ribadito il senso profondo del progetto: un impegno collettivo per costruire una società più giusta e consapevole. Hanno ricordato come il RinascitaFest sia un laboratorio di condivisione, uno spazio politico e umano in cui è possibile immaginare e praticare un’alternativa alle logiche dell’indifferenza.
La serata è volata definitivamente al termine con la musica: a cantare per primo è stato Vesuviano, artista dal sound potente e coinvolgente, magari dall’attitudine un po’ spigolosa, ma capace di offrire una performance di impatto. A chiudere definitivamente il festival è stato Requiem, un gruppo emergente.
In conclusione, è possibile dire che il RinascitaFest ha rappresentato per 11 giorni un luogo raro, dove esprimersi politicamente e artisticamente, dove incontrarsi e raccontarsi. Non resta che attendere la prossima edizione, già attesa con grande entusiasmo.
foto di Ilaria Iasevoli