Mame Ostrichina a Napoli: nutrimento, anima e tarocchi

Mame Ostrichina a Napoli: un'esperienza per corpo e anima

E se una cena fosse anche un viaggio interiore? A Napoli, la risposta è sì e ha un nome: Mame Ostrichina. Più che un ristorante, è un’idea che prende forma nei vicoli a pochi passi da Piazza del Plebiscito, in Via Carlo de Cesare 52. È il regno di Monica Neri, che ha trasformato l’atto del nutrire in una filosofia di vita, con l’intento di andare oltre il semplice pasto per creare un momento di connessione e benessere, partendo da una celebre consapevolezza: «Siamo ciò che mangiamo». Siamo tornati dopo 8 anni, invitati da Visivo Comunicazione e…

L’estetica di Mame Ostrichina: un rifugio tra Napoli e il Giappone

Questa filosofia si manifesta in un luogo che ne è il perfetto scenario. L’essenzialità giapponese incontra il design contemporaneo in uno spazio intimo e avvolgente: pochi tavoli per un massimo di 13 ospiti, luci soffuse e una cucina a vista creano un’atmosfera esclusiva, accessibile solo su prenotazione. Il nome stesso è una sintesi di culture: Mame (豆), “seme” in giapponese, simbolo di crescita, si unisce a Ostrichina, omaggio alla casina vanvitelliana costruita nel 1817 da Ferdinando IV di Borbone sul Lago del Fusaro.

La proposta: filosofia e creatività nel piatto

A dare vita a questa visione è Monica Neri, che da oltre vent’anni plasma un concetto di ristorazione in continuo divenire. Dopo l’esperienza nel locale di famiglia, Kukai, ha intrapreso con Mame Ostrichina una strada più personale e, come ama definirla lei, “lunatica”. Un progetto che muta e si trasforma, come le stagioni, in dialogo con una più ampia presa di coscienza collettiva sull’impatto dell’allevamento intensivo e sulla sofferenza animale. Per Monica, il problema non è tanto l’atto di nutrirsi, quanto ridurre gli animali a “oggetti”, ignorandone il valore.

La sua cucina, avanguardista e a forte inclinazione vegetale, si fonda sul benessere. Gli ingredienti sono di alta qualità, spesso biologici e biodinamici, in un approccio che allinea l’agricoltura ai cicli cosmici e lunari. Il risultato è una cucina che lei definisce “surrealista”, un invito ad entrare senza pregiudizi per abbandonarsi a sapori inaspettati.

L’esperienza: tarocchi, tè e cibo

Mame Ostrichina non è solo cibo, ma anche arte e riflessione. Ne è un esempio il format “Tè e Tarot”, dove i tarocchi di Marsiglia abbandonano la loro funzione puramente divinatoria per trasformarsi in una affascinante fonte di riflessione. Queste carte, tra le più antiche e influenti, sono famose per il loro stile apparentemente grezzo, frutto di antiche stampe xilografiche con colori primari. Questa estetica non è un limite, ma una scelta: spogliando le figure di dettagli superflui, costringe a concentrarsi sui simboli puri. Una piccola curiosità: pur portando il nome della città francese che ne divenne il maggior centro di produzione nel XVIII secolo, le loro origini sono in realtà italiane, probabilmente lombarde, risalenti al XV secolo.

 
 
 
 
 
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Grazie alla guida empatica e alla capacità di ascolto di Monica, la lettura diventa un dialogo con sé stessi. Le carte non predicono il futuro, ma evocano significati e simboli che aiutano a fare ordine nel presente. È una pausa gentile, offerta su prenotazione, pensata per mettere chiarezza e guardarsi dentro con nuovi occhi.

La nostra degustazione da Mame Ostrichina

Questa ricerca interiore trova il suo compimento più naturale a tavola. La nostra esperienza si apre con la Parmigiana fujuta: una melanzana in doppia cottura avvolta da una delicata crema di formaggio di mandorle e anacardi, che reinterpreta un classico della tradizione in chiave vegetale e creativa.

Il viaggio prosegue con il secondo piatto, una scenografica selezione di roll servita su una foglia di bambù. Tra le creazioni che più ci hanno sorpreso e conquistato, spiccano una vibrante huancaína vegana con tapioca in salsa teriyaki, un roll che bilancia sapientemente le note dolci-salate di aceto balsamico, fichi e noci, e un altro che gioca con le spezie esotiche dello shichimi togarashi giapponese, rinfrescate da mango, zenzero e menta.

A seguire, un piatto che è pura illusione e sapore: uno spaghetto di zucchine spiralizzate, condito con un delicato pesto a base di anacardi, basilico e pinoli, che appaga il palato con la sua leggerezza.

Per accompagnare la degustazione, uno Steinbock Zero Riesling Sparkling. Una bollicina analcolica che si è rivelata perfettamente in linea con la filosofia di benessere del locale. Prodotto da uve Riesling, questo spumante ci ha conquistati con il suo perlage fine e persistente e con le sue spiccate note agrumate e minerali, tipiche del vitigno. 

Dulcis in fundo, il Fiordifragola Afrodisiaca: un classico e confortante fiordifragola, interamente ricoperto di cioccolato ruby, che chiude il cerchio con una nota di golosa semplicità.

Che si scelga un piatto classico, una creazione “lunatica” della chef o un percorso interamente vegano, l’invito è lo stesso: prenotare, lasciarsi andare e farsi guidare. Da Mame Ostrichina si esce nutriti, nel senso più pieno e poetico del termine.

Mame Ostrichina a Napoli:

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A proposito di Marcello Affuso

Direttore di Eroica Fenice | Docente di italiano e latino | Autore di "A un passo da te" (Linee infinite), "Tramonti di cartone" (GM Press), "Cortocircuito", "Cavallucci e cotton fioc" e "Ribut" (Guida editore)

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