Nella suggestiva location offerta dall’Hotel De Bonart, si è tenuta la mostra fotografica dedicata al nuovo libro di Sergio Siano Silenzio Napoletano, curata dall’associazione Kaos48, un movimento artistico, culturale e sociale nato dall’idea di Fabrizio Scomparin e Stefano Nasti nel 2018, il cui obiettivo è quello di restituire un valore intrinseco all’opera d’arte, liberandola dalle logiche di mercato.
La mostra, alla quale siamo stati invitati dall’addetta stampa Teresa Caniato, comprende otto fotografie ed è stata esposta al pubblico nella hall dell’hotel a partire dal 25 giugno e sarà visibile fino al 31 luglio.
Biografia di Sergio Siano
Napoletano doc, Sergio Siano è originario dei Quartieri Spagnoli. Figlio di una famiglia di fotografi, inizia a immortalare Napoli a soli 16 anni con la sua prima macchina fotografica regalatagli dal padre. In età adulta diventa fotoreporter prima per Il Giornale di Napoli e successivamente lavora, ancora oggi, per Il Mattino. Siano, inoltre, ha realizzato numerose mostre e collaborato con note case editrici per la pubblicazione dei suoi libri, tra i quali troviamo: Il mare che bagna Napoli (2013), Maradona (2018) e Napoli vista dalle sirene (2021).
Silenzio Napoletano e il suo significato
Nessuno ha mai associato il silenzio alla città di Partenope; eppure, Napoli è piena di silenzi straordinari, emozionanti, capaci di toccare l’anima. Ci sono silenzi colorati che si trovano in quei giochi di luce fra cielo e mare e quando ci perdiamo nel labirinto di tufo per poi ritrovarci nel silenzio di un vicolo cieco del centro antico. È un altro mondo quello dei sentieri sperduti delle colline abbandonate, il silenzio dei borghi fantasma e dei cunicoli delle antiche cisterne dove scorrevano sette sorgenti che confluivano nelle grotte di tufo giallo, molte di queste cave furono trasformate in rifugi antiaerei durante la Seconda guerra mondiale, boato sordo di un dolore mai dimenticato.
Con queste parole l’autore spiega il significato nascosto dietro le sue fotografie. Queste ultime, infatti, colgono tutti i luoghi di Napoli, dai più conosciuti ai meno frequentati, dando la possibilità di far conoscere la città anche a chi non ne ha l’opportunità. «Ci sono magari luoghi che sono chiusi al pubblico, oppure luoghi che si trovano in collina, come l’Eremo dei Camaldoli, che non tutti possono raggiungere», spiega Siano. Inoltre, quello di Siano è un invito a visitare altre zone della città, mettendo per un attimo da parte quelle più rinomate, così da poter creare una vera e propria conoscenza con questa terra, che spesso definiamo come nostra. Non a caso, infatti, nel suo libro Napoli vista dalle sirene Siano ci offre l’opportunità di godere di Napoli da un altro punto di vista, ovvero quello del mare, portandoci alla scoperta di grotte e insenature nascoste, a molti sconosciute.
Da non dimenticare quei silenzi che l’autore stesso definisce negativi, come luoghi abbandonati o di degrado, silenzi che quindi servono a denunciare situazioni che spesso vengono ignorate.
Il progetto di Silenzio Napoletano, in realtà, era previsto già da tempo. Tuttavia, a causa del COVID-19, in un momento in cui Napoli, come tutto il mondo, era obbligata a un silenzio forzato, l’autore ha deciso di interrompere il suo lavoro, per poi riprenderlo quando la città è “esplosa” dopo anni di quiete. «Ho notato che non era solo un’esigenza mia quella di ricercare la pace, ma ogni persona aveva bisogno di appartarsi con la città per poi potersi connettere ad essa», sottolinea Siano. L’intenzione, quindi, è quella di creare un legame intimo tra i napoletani e Napoli, perché solo in questo modo è possibile rispettare davvero una città che spesso riteniamo casa.
Ma Silenzio Napoletano non prevede solo il silenzio dei luoghi: una delle foto esposte durante la mostra è infatti quella di Maradona, racchiuso nel suo silenzio e nella sua concentrazione, in cui per un attimo smetteva di essere il Maradona della folla per tornare a essere il ragazzo di Villa Fiorito. Siano non perde mai l’occasione di sottolineare il suo rapporto con El Pibe de Oro, al quale ha dedicato una mostra intitolata Il mio Maradona.
La finalità di Silenzio Napoletano, ma anche dei precedenti progetti, è quella di «condividere Napoli soprattutto con chi non ha la possibilità né di vederla, né di viverla e né di conoscerla». È un invito a costruire un legame autentico con ogni angolo della città, dai Quartieri Spagnoli al Maschio Angioino, da via Scarlatti ai Camaldoli, dal Bosco di Capodimonte a Napoli sotterranea, perché come Napoli ha bisogno dei napoletani, così i napoletani hanno bisogno di Napoli.
Fonte immagine: archivio personale.