Carlo Giuliani, tre canzoni per ricordarlo

Carlo Giuliani

«Tu che straparli di Carlo Giuliani, conosci l’orrore di Piazza Alimonda?»

Così titolava un articolo del collettivo di scrittori Wu Ming su Giap, pubblicato il 19 luglio 2012, accompagnato dalla convinzione che tutto ciò che in Italia si dice, si sa, si racconta di un ragazzo ucciso a soli 23 anni, durante le manifestazioni contro il G8 di Genova del 2001, è completamente falso.

La verità, come sempre, parte da una base semplice, e si articola su pilastri sempre più complessi. E, spesso, la musica, le parole in musica, le canzoni, riescono a spiegarla nel modo migliore possibile: arrivando dritto al petto. Di seguito, tre pezzi scelti per ricordare la storia, la vita, la morte di Carlo Giuliani, e la fine di un movimento, quello No-Global, che credeva nella possibilità di un mondo migliore.

“Piazza Alimonda” – Francesco Guccini

Il cantautore emiliano torna, con le immagini forniteci da musica e parole, alla piazza in cui è avvenuto l’omicidio di Carlo Giuliani. In pochi versi ripercorre sapientemente l’atmosfera che la città ligure viveva in quegli attimi:

Genova, quella giornata di luglio, d’un caldo torrido
d’Africa nera.
Sfera di sole a piombo, rombo di gente, tesa atmosfera.
Nera o blu l’uniforme, precisi gli ordini, sudore e rabbia;

(…) Uscir di casa a vent’anni è quasi un obbligo, quasi un dovere,
piacere d’incontri a grappoli, ideali identici, essere e avere,
la grande folla chiama, canti e colori, grida ed avanza,
sfida il sole implacabile, quasi incredibile passo di danza.
Genova chiusa da sbarre, Genova soffre come in prigione,
Genova marcata a vista attende un soffio di liberazione.
Dentro gli uffici uomini freddi discutono la strategia
e uomini caldi esplodono un colpo secco, morte e follia.

(…) Genova non sa ancora niente, lenta agonizza, fuoco e rumore,
ma come quella vita giovane spenta, Genova muore.

“Mai più io sarò saggio” – 99 Posse

I 99 Posse ci catapultano all’interno delle cariche della polizia, con dei versi che sembrano flash, e che – dalla morte di Carlo Giuliani – ci proiettano alla caserma di Bolzaneto, scenario di terribili torture ai danni dei manifestanti arrestati all’interno della scuola Diaz, dove si verificò una vera e propria mattanza, per la quale l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. 

Ti sparano Tu muori
colpo ferita e oltraggio
ecco i nostri dolori
mai più io sarò saggio
la morte all’imbrunire
lascia ch’io pianga muto
senza quel tuo limone
limone asfalto e sputo
(…)
che dio vi maledica
eroi della carriera
limone asfalto sputo
mi fermo a bolzaneto
e non cammino più
antico è il mio sospiro
eclissi di ogni piano
ti giudico non canto

mai più io sarò saggio

“Rotta indipendente” – Assalti frontali

Gli Assalti Frontali, un gruppo musicale hip hop nato a Roma nel 1991, è da sempre noto per il suo impegno politico e per il messaggio trasmesso attraverso i suoi testi. A Carlo Giuliani ha dedicato un pezzo con una frase che è diventata poi un faro per tutti e tutte coloro che ancora ricordano con rabbia quello che è successo a Genova nel 2001: “non spegni il sole se gli spari addosso”.

E ora nella dignità mi specchio, nella dignità
del fratello che era insieme a noi nel mucchio, lui ha lottato,
quando ha avuto I’ occasione
non ha voltato gli occhi e questa è la lezione da insegnare nelle scuole,
nei racconti che disegnano le sere
cosa sparava in faccia quel carabiniere, io porto con me il nome di Carlo Giuliani
noi facciamo la storia, mentre quelli fanno i piani
come a Genova quel giorno, niente rumori di fondo
e noi all’assedio ai padroni del mondo
usciti dal carlini, non torniamo indietro davvero
affronti il nemico e vedi il suo volto vero.
In marcia il cuore pompa esaltazione
una soluzione inizia quando inizia una rivoluzione
il fumo all’ orizzonte e già alto denso e nero
e un bel dito medio alzato dritto verso il cielo.

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