Elon Musk attacca i media: Pravda per giudicare i giornalisti

Elon Musk attacca i media: Pravda per giudicare i giornalisti

Elon Musk, noto imprenditore e CEO di Tesla e Space X, ha attaccato via Twitter la stampa proponendo di creare una piattaforma in cui gli utenti possano votare gli articoli, la loro credibilità e la veridicità dei contenuti. La piattaforma si dovrebbe chiamare Pravda (Verità in russo), come il giornale di partito del PCUS (il partito comunista) in Unione Sovietica. (In foto soldato legge la Pravda nel 1941, a Mosca).

Gli attacchi sono arrivati in seguito ad articoli che hanno espresso dubbi sulle automobili Tesla, in particolare sui sistemi di guida autonoma, oltre che sulla compagnia stessa, con conti in rosso perenne ed in rotta con i sindacati. Secondo Musk in sintesi il problema non sarebbero le aziende ed i loro prodotti ma la stampa che se ne occupa, che non comprende la bontà delle sue ragioni oppure è al soldo della concorrenza. In realtà è proprio grazie alla stampa che Musk è riuscito a costruire la sua reputazione da innovatore, con la copertura data ad esempio ai lanci della SpaceX ed alle innovazioni introdotte sulle Tesla.

Probabilmente è solo un’inquietante provocazione, come la vendita ad inizio anno di 20.000 lanciafiamme a 500 dollari. In questo caso servirebbe ad attirare l’attenzione su Musk stesso e la sua proposta, evitando che salgano alla ribalta i problemi delle sue compagnie evidenziati proprio negli articoli che hanno portato il magnate all’idea di un sito per la valutazione dell’operato dei media.

Pravda di Elon Musk: ritorno alla verità di parte?

In ogni caso è un’idea pericolosa, la sua eventuale realizzazione sarebbe un attacco alla libertà di stampa. I giornalisti si ritroverebbero sottoposti ad un giudizio costante sul proprio operato, sempre a rischio di attacchi per aver scritto qualcosa di sgradito al pubblico (indipendentemente dalla credibilità degli articoli). Basti pensare a come spesso le discussioni sui social network su temi scottanti sfocino in attacchi personali a danno di sconosciuti che hanno un’opinione diversa. Senza contare il potere che avrebbe il privato che gestirebbe la piattaforma come l’ipotetica Pravda: potrebbe facilmente alterare i risultati per attaccare giornalisti a lui sgraditi. Il risultato sarebbe quasi una gogna 2.0.

Le cosiddette “fake news” sono un problema, ma la censura non può e non deve essere la soluzione. Per ricordarlo chiudiamo con i primi due commi dell’articolo 21 della nostra Costituzione: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Francesco Di Nucci

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