Forum dei brutti: i "single non per scelta"

Forum dei brutti: i "single non per scelta"

Il Forum dei brutti è la prima piattaforma italiana “incel” per numero di utenti.
I termini “Involuntary” e “Celibate” si fondono nel neologismo anglosassone Incel”: “single non per scelta”, che definisce persone (per la maggioranza di sesso maschile) vergini, o che lamentano l’assenza di un partner stabile.

Il Forum dei brutti, il rifugio dei racchi

Tutto ha inizio nel 2007 con la creazione di un blog, il cui fine è quello di trattare l’argomento della “bruttezza” per far crollare il tabù e per reclutare brutti che potessero confrontarsi e comprendersi, senza sentirsi giudicati. L’età media degli utenti si aggira intorno ai venti, trentacinque anni e le discussioni vertono sull’aspetto fisico, sui rapporti sociali e sulle esperienze di vita quotidiana.
Gli iscritti al Forum dei brutti sono convinti di essere gli unici a vedere le cose per quelle che sono e, non a caso, sono esposte vere e proprie teorie sulla società.

Si tratta di una subcultura, sviluppatasi col tempo nei meandri della rete, che basa le sue fondamenta sulla Teoria LMS (acronimo di Look, Money, Status) secondo la quale “l’attrattività di un uomo nei confronti dell’altro sesso è direttamente proporzionale al suo livello estetico e socioeconomico“.

Preso atto del fatto che l’estetica è un elemento cruciale delle dinamiche sociali, il Forum si dedica a un vero e proprio culto della bellezza, ritenuta oggettiva e misurabile in una scala da 1 a 10. Buona parte degli utenti sono, praticamente, ossessionati nel voler classificare le persone in base al loro aspetto.

Il prototipo del “maschio alpha”, dunque il bello, viene identificato come “Chad” ed è seguito dai diversi livelli di “maschio beta”. Gli “Incel” si trovano in fondo a questa classifica.

Un altro pilastro di quella che è diventata una vera e propria filosofia è la “Red Pill Theory”, per cui i brutti sarebbero estromessi dalla catena riproduttiva a causa della rivoluzione sessuale che ha reso le donne libere dai vincoli della monogamia.

Le donne non sono affatto persone, ma una specie diversa, molto più vicina alla definizione di automi.

Questa una delle “simpatiche” citazioni, provenienti direttamente dal Forum, dedicate a quelle “cose” dotate di una vagina.

Il Forum dei brutti nasce come qualcosa di simile a una comunità online dedicata all’auto-aiuto e all’auto-miglioramento, ma dismorfofobia (la preoccupazione ossessiva per i propri difetti, reali o immaginari che siano) e ansia sociale troneggiano in questo posto virtuale, che non ha gli strumenti utili a offrire il giusto supporto. Si tratta di uno spazio in cui capita che gente che sta male è portata a rafforzare le proprie convinzioni e a nutrire l’odio con ulteriore odio, puntando il dito contro il mondo esterno, sempre e solo ipocrita e crudele.

La verità è che viviamo in un mondo di furibondi dietro a uno schermo. Tutti si scagliano contro tutto e tutti, e la gente è sempre più sola. La gente. Bella e brutta.

Tutti parlano e nessuno ascolta.

Forum dei brutti: la sofferenza di chi si sente a disagio dinanzi a uno specchio e al cospetto dello sguardo inquisitore degli altri

Gente “bloccata”, insicura, malata, emarginata dalla “società dell’apparenza”.
Gente brutta o che si percepisce tale, che ce l’ha con la società moderna perché insensibile.
Gente brutta che demonizza le donne per via dei loro rifiuti.
Gente brutta che reputa le donne “esseri non pensanti”.
Gente brutta che soffre. Gente brutta arrabbiata. Gente brutta che disprezza.

Un coacervo di frustrazioni, molte non affrontate in maniera costruttiva, che possono partorire deliri di onnipotenza.
I “brutti” hanno fatto gruppo per meglio sopportare la loro triste condizione di solitudine ma, come a volte accade, i più nobili ideali possono trasformarsi in una violenza deleteria e, purtroppo, si sono già verificati attentati per mano di giovani dichiaratisi “Incel”.
L’esigenza di rivalsa può arrivare a spegnere la coscienza e annientare la ragionevolezza.

Una famosa canzone di Fabrizio De Andrè, Un giudice, è emblematica di questa triste verità.
Il cantautore riesuma dalla letteratura americana un cadavere del cimitero di Spoon River: un nano perseguitato da tutti, che si racconta senza più alcuna remora dinanzi alla livella della morte, così come da vivo non è mai stato capace di fare.

Batte la lingua sul tamburo
Fino a dire che un nano
È una carogna di sicuro
Perché ha il cuore troppo,
troppo vicino al buco del culo.

Versi che, in maniera dirompente, ci rivelano il dramma che è stato la vita di questo “brutto”: una corsa affannata per acquisire uno status sociale elevato, alimentata dalla sete di potere per un sentimento di rivalsa nei confronti de le battute della gente o la curiosità di una ragazza irriverente.
Il nano, vittima di spietati pregiudizi, additato e deriso dagli altri per la sua statura, diviene un giudice solo per vendicarsi di coloro che si sono burlati di lui, confermando i preconcetti di chi migliore non è e trasformandosi così, davvero, in una carogna. Una carogna brutta che finisce per sacrificare la sua vita in nome di un ideale sbagliato, l’invidia.

Il sottotitolo del brano di Faber, “Dietro ogni giudice c’è un nano”, considerato offensivo e perciò censurato, in realtà non è biasimabile perché il “nano” si fa metafora del “giudizio umano”, che ha sempre una bassa statura.
La nostra giustizia è, dunque, una chimera. Sempre limitata.

Forum dei brutti a parte, i “nani” più disparati della Storia del mondo hanno fatto gruppo per non lottare come cani sciolti e promuovere la propria personale “giustizia”.

Ma si sa, le persone arrabbiate all’interno di un branco si sentono più forti. Smettono di essere persone e diventano bestie capaci di efferatezze inaudite, trovando un fresco rifugio all’ombra delle più vili giustificazioni per la propria violenza.


Il forum dei brutti, alcune testimonianze

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A proposito di Chiara D'Auria

Nata e cresciuta in Basilicata, si laurea in Filologia Moderna presso l’Università Federico II di Napoli. Scrive per abbattere barriere e scoperchiare un universo sottopelle abitato da anime e microcosmi contrastanti: dal borgo lucano scavato nella roccia di una montagna avvolta nel silenzio alle viuzze partenopee strette e caotiche, dove s'intravede il mare. Scrive per respirare a pieni polmoni.

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