«Il futuro è l’unico tempo che possiamo determinare nell’istante in cui stiamo vivendo». Si apre così l’introduzione a cura di Angelo Bruscino, presidente dei Giovani Imprenditori Confapi, al libro Generazione futura, presentato giovedì 16 novembre al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Questa frase iniziale, dal sapore agrodolce, potrebbe immediatamente lasciare scettico il lettore. Uno schiaffo morale non indifferente, che sembra racchiudere il motivo stesso che ha condotto Maria Cristina Picciolini, artista, e Francesco Fravolini, giornalista, a cimentarsi nella scrittura. Emblematica è poi la dedica, «Ai nostri Figli…».
Futuro e Figli (da notare, rigorosamente con la lettera maiuscola) li hanno stimolati. I Figli intesi come i giovani d’oggi.
La moderatrice dell’evento di presentazione, nonché rappresentante dell’ufficio stampa, Melina Chiapparino, sottolinea in un discorso introduttivo, come il termine “giovane” sia oggi considerato un sinonimo di “bamboccione”, connesso all’idea del fallimento, di mancanza di prospettive future. Ma a queste prime parole sconfortanti su come la società continui ad apporre etichette poco consone, seguono immagini di speranza, una porzione positiva a cui sono dedicati la presentazione e il libro stesso.
Generazione futura è in questo un’opera in controtendenza, si pone l’ambizione di veicolare un messaggio diverso da quello che siamo soliti dedurre dalle parole dei telegiornali o dai grafici statistici.
L’ambizione del libro è presentata al lettore già dalle tre parole esposte in copertina: «Fiducia, Coraggio, Possibilità». Queste tre, continua la moderatrice, sono sempre presenti nelle dieci storie inserite nel libro, dieci storie di dieci personaggi reali, che gli autori hanno voluto raggiungere, ponendo curiosi le domande riportate all’interno del libro stesso, che si configura in questo modo come una raccolta di interviste, un’opera d’indagine.
Tali professionisti, provenienti dalle più svariate realtà lavorative, offrono con le loro parole strumenti per credere nel futuro.
A completare un’introduzione all’autore è la responsabile editoriale dell’Omnia One Group, Claudia Crocioni. A capo di una casa editrice attiva già da un anno, sceglie di pubblicare le opere gratuitamente, un’iniziativa a suo parere più che arricchente per la nostra società.
La giovanissima responsabile ha con orgoglio affermato di essere una “Under 30”, e per questo ancora più sensibile alle dinamiche trattate all’interno del libro che grazie a lei è arrivato alla pubblicazione. Ha amato tutti gli interventi, le varie personalità e ciò che avevano da comunicare. Per lei Generazione futura è un “libro-sfida”, perché spesso gli “adulti” credono di conoscere quali siano le dinamiche che caratterizzano la gioventù d’oggi, ma queste possono essere comprese solo dall’interno. Si crea così un conflitto generazionale, in un certo qual modo esorcizzato all’interno dell’opera di Picciolini e Fravolini, perché è proprio qui che si propone di credere nei giovani, per quanto i risultati saranno visibili solo a lungo termine. E, continua Claudia Crocioni, solo abbattendo i luoghi comuni si potranno aprire le porte al futuro dei giovani, privandoli dell’etichetta che li esclude dal mondo dei “grandi”.
Il valore della cultura per la Generazione futura
La parola è passata poi al coautore Francesco Fravolini, giornalista e scrittore interessato alla cultura, all’economia, e alle dinamiche sociali che hanno portato allo stravolgimento del nuovo millennio. Una delle differenze fondamentali tra il nostro tempo e quello passato, infatti, è il progresso della tecnologia. La rivoluzione digitale offre occasioni e apre frontiere, ma bisogna saper utilizzare tale strumento.
La vita frenetica concessa dalla tecnologia deve essere accompagnata dalla riflessione, quella a cui si può accedere solo attraverso la cultura.
La tecnologia è in secondo piano rispetto alla passione, alla volontà, allo studio, è appunto uno strumento, e il giovane non deve essere educato al mito del denaro.
La cultura diventa così risposta all’egoismo dispotico che ha egemonizzato la nostra società. La conoscenza è a un livello superiore rispetto a ogni idea materialistica, perché il sapere non si può comprare, ma è frutto di uno sforzo individuale. Senza il sapere, si resterebbe prigionieri della società digitale. E con questo sapere, con la forza di volontà, e con la passione, il libro è un memento vitae.
La fiducia, il coraggio, e la possibilità sono fattori che possono, e devono, alimentare un atteggiamento ormai ripugnante per i giovani, così come per le loro famiglie: la speranza.
Il duro lavoro può davvero spianare la strada al futuro, ed è questo che hanno voluto dimostrare gli autori toccando con mano le dieci realtà qui riportate.
«Per tutti c’è una risposta, l’importante è ascoltare».