Il 20 aprile di ormai cento anni fa, su un calessino per le alture partenopee, Pablo Picasso e i suoi compagni ammiravano un panorama mozzafiato, dall’azzurro mare e dal limpido cielo, vicini quasi a confondersi, e naturalmente dall’imponente Vesuvio, pur sempre attraente agli occhi dell’artista spagnolo. L’allegra combriccola non poteva che fare una sosta su quella terrazza alla quale nulla è proibito, tutto è in evidenza: le stradine della città, le voci altisonanti, persino il profumo delle sue prelibatezze. È lì che Picasso afferma di aver conosciuto il vero Pulcinella, di aver affondato le mani nella materia popolare, e Parade ci insegna quanto sia riuscito a plasmare. Questo incontro quasi esoterico con il mondo popolare napoletano è avvenuto al Museo della Certosa di San Martino, dove ieri 21 aprile, un centinaio di anni dopo, ci si riunisce nel Refettorio per ricordare ancora quel momento, l’inizio di una prospettiva artistica dalle tinte vivaci, le stesse che ornano la sezione teatrale.
Ad aprire l’incontro la direttrice del polo museale della Campania, Anna Imponente. Il suo ruolo è quello di preservare i tesori del museo, tutto ciò che lei definisce fragile. L’amore per la fragilità è il motore per la cura del patrimonio, non solo storico e artistico, ma anche etno-antropologico. Questo ha spinto alla cura della sezione teatrale, la quale nel tempo si è arricchita sempre più.
E in quest’area della Certosa aleggia un patrimonio immateriale intramontabile: il teatro. Teatro come palco, maschere e costumi di scena, ma anche battute brillanti, espressioni del viso, e tanto senso di appartenenza. Il teatro napoletano ha i suoi grandi nomi, tutti celebrati all’interno di questa sezione, oggi più ricca grazie alle direttrice del museo Rita Pastorelli e alla curatrice Silvia Cuccurullo. La Cuccurullo, grazie al suo fervore culturale, ha lavorato molto soprattutto alla restaurazione di alcuni pupi tutti napoletani, donati alla sezione nel 1970.
La sezione teatrale è un po’ all’insegna del dono, ed è proprio una donazione ad essere celebrata in questo pomeriggio alla Certosa. Presente è Stelio Di Bello, a lungo professore di Estetica presso due delle più prestigiose università del territorio, l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e “l’Orientale”. Quando era piccolo, ricorda, amava andare ogni domenica alla Villa Comunale di Napoli, dove si tenevano i famosi spettacoli della guarettelle, le marionette più famose, come il tanto amato Pulcinella. Non conosceva il significato profondo di quelle rappresentazioni quando era piccolo, ma con gli anni, e con un crescente ardore per la cultura napoletana, riuscì a comprendere ciò che da bambino guardava con occhi scintillanti. «Il caso nella vita ha un grande valore, per chi cerca. Ma se queste casualità si ripetono, si incomincia a pensare che ci sia una regia occulta, e si può conoscere un’opera che non si pensava si potesse incontrare».
Così afferma Stelio, il quale ne ha vissute di esperienze singolari in quanto a ritrovamenti. Una domenica, quando era ancora molto giovane, non vide più il burattinaio alla Villa Comunale, e venne a sapere della sua morte. Passeggiando per San Biagio dei Librai, però, il caso volle che Stelio Di Bello si ricongiungesse al fautore di tutte quelle risate: trovò in una scatola le sue marionette, gettate lì dalla famiglia del defunto.
Da lì incominciò la sua operazione di raccolta di piccoli tesori, fino ad accumulare un bel bottino
Ad accompagnarlo in questa frenetica ricerca, l’amore della sua vita, Marinetta. «Siamo cresciuti insieme», dice Stelio. Ed è anche grazie a sua moglie che il suo ardore nei confronti della cultura napoletana e di ciò che rappresenta si è accresciuto ancora ancora. Oggi tutto questo tesoro è donato al polo museale di San Martino, «restituisco ai napoletani le opere che loro stessi hanno inventato». E sicuramente anche Marinetta, che oggi non c’è più ma che sopravvive nel ricordo di Stelio, avrebbe voluto che ciò accadesse. «C’è un detto del poeta Marziale: “si possiede veramente solo ciò che hai donato”. Queste opere le sento più mie, adesso che sono qui».
Alle sue commoventi parole ha fatto seguito un vero spettacolo di guarattelle, offerto da Roberto Vernetti, burattinaio presso il Centro Laboratorio Burattini- Ombre- Musica di Napoli. Il suo centro allieta grandi e piccini, che possono intraprendere all’interno della sua bottega un viaggio nel mondo delle guarattelle, dalla loro costruzione alla drammatizzazione. Addirittura, Roberto ha portato Pulcinella in Finlandia, creando la prima marionetta del Pulcinella finlandese!
La sezione teatrale il 21 aprile è immersa nella melodia delle canzoni napoletane, con lo storico duetto di chitarra e mandolino
Opere di autori del calibro di Antonio Niccolini, Giuseppe Cammarano, due sale dedicate l’una interamente al genio di Raffaele Viviani, con le fotografie di scena e il suo busto realizzato dal celeberrimo Vincenzo Gemito, e l’altra a quello di Eduardo Scarpetta. La sua sala prevede le locandine rappresentanti i vari personaggi di scena, memori di tempi di continue risate.
Aperta è anche la sala dei tesori di Stelio e Marinetta Di Bello, in cui si può ancora respirare l’odore dell’avventura, della ricerca spasmodica di quello che fu il collante del loro amore, e dell’amore di entrambi verso Napoli e tutto ciò che ancora oggi può rappresentare: arte, sapore e immensa gioia.
Foto: Marcello Affuso