L’età pensionabile che genera la protesta in Francia

Età pensionabile: proteste in Francia

In Francia continua la contestazione contro la riforma per l’età pensionabile

Numerosi sono gli scontri nelle piazze e nelle strade sia nel centro parigino sia nelle periferie. Nonostante la stretta del governo e il pugno duro del primo ministro Borne spalleggiato da Macron, la situazione è precipitata negli ultimi giorni. L’aumento dell’età pensionabile è stato uno sbocco naturale e prevedibile, in una crisi economica globale durante anni concitati. Era una manovra già pensata e messa sul piatto in passato e ora non più procrastinabile. Complice un tasso demografico a rilento, i governi d’Europa corrono ai ripari per evitare il collasso del sistema previdenziale, aumentando l’età pensionabile.

Cosa prevede la riforma

Senza nascite costanti e con un’aspettativa di vita più alta, il lavoro continua a gravare sulle generazioni di mezzo, pieno, escludente e non più produttivo. Chi si inserisce nel mondo del lavoro, quindi, deve raggiungere la soglia di 64 anni per poterne uscire, quando prima era di 62. (In realtà la riforma prevede una retribuzione piena soltanto a chi decide di congedarsi in una età pensionabile di 65). Ciò significa trascinarsi oltre le proprie possibilità per garantirsi assistenza e supporto al termine di una carriera lunga e potenzialmente sfiancante.
Non c’è soluzione. Davanti a uno scenario così precario, col debito pubblico non risanato (anche la Francia ha un debito oneroso) l’opzione inevitabile è quella di contenere la pressione sulle erogazioni statali e di indirizzare la nuova portata lavorativa, con aumento dell’età pensionabile.

Le conseguenze

Se le soluzioni sono sparute, le conseguenze della riforma sono molte. Il sistema previdenziale sarà finanziato in larga parte da giovani contribuenti, vittime di salari bassi e imbottigliati in lavori già oltre modo saturi. La produttività sarà  ridotta perché, per quanto si possa dire, due anni in più possono fare la differenza nella progettualità e nella riuscita di un impiego. Il futuro di una tranquillità, dettata dal ritiro da ritmi di vita frenetici e la speranza di un ozio alla Seneca, dedito allo studio e alla riflessione, saranno più lontani. Questo non farà altro che generare sempre più sfiducia nelle risorse del proprio paese. Una nazione senza promesse di futuro, che si preoccupa di parlare di presente con linee guida non ponderate e poco lungimiranti, avrà vita breve. Più breve, di certo, degli anni di lavoro da svolgere ora e dell’età pensionabile. I francesi lo sanno bene e sono scesi in piazza (Dal 1789 hanno imparato come fare). Gli esiti sono decisi ma non manca il piglio rivoluzionario e di speranza per provare a dare un segnale: i francesi non ci stanno a questo aumento dell’età pensionabile. 

Fonte immagine: Pexels

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