Luca Di Maio e la sua normalità

La Normalità di Luca Di Maio

Luca di Maio e la sua normalitàNormalità. Solitamente, accogliamo questa parola senza timori e preoccupazioni. La normalità è innocua, quasi confortante. Capita spesso, però, che nella normalità vengano perpetrate alcune delle più terribili brutture e mostruosità. Diventiamo inermi nella nostra routine e accettiamo tutto questo, rassegnandoci, perché, in fondo, “ è così che va il mondo/ è così che è sempre andato” come canta Luca Di Maio nella sua canzone “La Normalità”. La canzone fa parte di Letiana, il nuovo album autoprodotto del cantautore napoletano che uscirà il 18 marzo, primo disco a suo nome dopo la pubblicazione di 4 EP, di un Lp e di diverse partecipazioni ad alcune compilation.

La Normalità di Luca Di Maio

Il brano, con relativo video uscito il 29 febbraio, vede alla regia il debutto dello stesso Luca e fa da anteprima al disco. Il tema toccato è molto delicato e quanto mai attuale, la violenza sulle donne. Il video procede, volutamente, in maniera alquanto statica. Ambientato nell’oscurità del Te.Co Teatro di Contrabbando di Napoli, è incentrato sulle reazioni, causate dall’ascolto della canzone, dell’attrice e unica protagonista Francesca Romana Bergamo. Incredulità, fastidio, lacrime amare e una sprezzante risata finale per parole che mettono in ridicolo e fanno male, per frasi volte a sminuire le violenze commesse perché considerate di ordinaria amministrazione. Una beffa che supera il danno quando il dolore, oltre a essere fisico, è psicologico e crea una colpevolizzazione delle stesse vittime, che si credono colpevoli di essersi ribellate a quei “privilegi” concessi dai loro carnefici. Privilegi come soldi e alquanto discutibili “libertà”. È appunto questo quello che fa più paura al cantautore, è l’inerzia con la quale affrontiamo tali situazioni ritenute normali e dalle quali siamo assuefatti e incapaci di reagire. Il merito e la grande bravura di Luca sono quelli di non scadere banalmente nel pietismo e nella superficialità. Il suo intento è quello di raccontare, descrivere e definire profili psicologici ed emozionali senza dare alle sue canzoni impronte sociologiche o ideologiche.

L’album

Letiana è un album che si fa portavoce di tutti i reietti e di tutte quelle persone che vivono una vita da oppressi. Vuole essere un racconto di “arresi, schiavi vecchi e nuovi, esuli, rifugiati, cercatori di cibo, tutti noi”. Si passa da brani come “Migrare”, un canto sul sentimento e sull’istinto che ha portato l’uomo nel corso della sua storia a viaggiare, a “Impacalture” e “Sabbia”, rispettivamente brani inerenti le morti bianche sul lavoro, i disperati e i rassegnati. Un lavoro caratterizzato da una grande sensibilità nel cogliere e descrivere alcune storie e da un’interessante ricerca musicale che mischia abilmente sonorità acustiche con sonorità elettriche. Un album da ascoltare e riascoltare.

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A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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