Il 16 Marzo, nella storica Galleria Mediterranea di Saverio Ammendola, è stata inaugurata la mostra di Giuseppe Rapicano dal titolo My Dream. Le opere resteranno esposte fino al 4 Aprile negli spazi della Galleria in Via Carlo De Cesare, 60 Napoli.
Il progetto espositivo indaga il fenomeno dell’immigrazione attraverso l’osservazione dei suoi drammi e di come essi si manifestino attraverso il dolore di chi li vive.
Giuseppe Rapicano, nella sua ricerca artistica, passa dalla scultura all’incisione, maturando da architetto le prime esperienze di disegnatore.
Giuseppe Rapicano: disegni d’architettura alla Mediterranea
Giuseppe, artista affabile, ci ha concesso una breve intervista.
Quanto ha contribuito la tua formazione d’ architetto nella tua produzione?
Bella domanda, la mia vita professionale ha sicuramente influito sulla mia produzione artistica. Sono arrivato ad un punto di rottura per ragioni personali nell’esercizio della mia attività e ho deciso di dedicarmi solo all’ arte. L’eredità che ho ricevuto dalla professione è l’amore per il disegno.
L’immigrazione è uno dei fenomeni sociali mondiali più problematici e controversi, dal punto di vista delle cause e delle conseguenze. Qual’ è il tuo approccio al fenomeno?
È una problematica che mi dà pensiero. Sono partito dal dramma che divide molte madri dai loro figli in partenza per nazioni sviluppate. La mia produzione è semplicemente una testimonianza di quelle donne “indignate” per il fatto che nonostante i sacrifici non siano riuscite a tenere la famiglia unita.
Da poco si è chiuso il Giubileo della Misericordia. Come hai vissuto questo evento straordinario?
Con straordinarietà e con una riflessione sulla vita. Quando Dio crede in noi stessi, anche noi siamo chiamati ad infondere speranza ed opportunità agli altri.
Anche se si chiude la Porta Santa, rimane sempre spalancata quella della Misericordia.
La mostra è intitolata My Dream perché?
I sogni, a volte, si avverano. Sognavo da bambino di riempire le bianche pareti di una Galleria importante come quella di Saverio Ammendola. Grazie all’opportunità che mi è stata offerta, oggi sto toccando con mano quel sogno.