Esistono film che superano i confini del semplice genere horror, avventurandosi in territori così estremi da risultare quasi impossibili da guardare. Queste pellicole, spesso oggetto di censure e controversie, utilizzano la violenza e il raccapriccio per esplorare i lati più oscuri della natura umana o per lanciare potenti denunce sociali. Attenzione: la visione di questi film è fortemente sconsigliata a un pubblico sensibile.
Indice dei contenuti
I film più disturbanti: tabella riassuntiva
Film e anno | Motivo principale della controversia |
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The human centipede ii (2011) | Body horror estremo e violenza grafica esplicita. |
A serbian film (2010) | Rappresentazione di abusi sessuali estremi, inclusi necrofilia e pedofilia. |
Cannibal holocaust (1980) | Violenza reale e uccisione di animali in scena. |
Atroz (2015) | Violenza sessuale e torture esplicite in un contesto di found footage. |
Salò o le 120 giornate di sodoma (1975) | Allegoria del potere fascista attraverso la rappresentazione di torture e umiliazioni sistematiche. |
1. The human centipede ii (full sequence)
Questo film del 2011 di Tom Six è un’opera di body horror che spinge il concetto del suo predecessore all’estremo. La trama segue un uomo mentalmente disturbato, Martin, che, ossessionato dal primo film, decide di creare un “millepiedi umano” di 12 persone, cucendo la bocca di ogni vittima all’ano della precedente. Girato in bianco e nero, il film è noto per la sua violenza cruda e amatoriale, tanto da essere stato bandito nel Regno Unito al momento della sua uscita.
2. A serbian film
Diretto da Srdjan Spasojevic nel 2010, questo film è diventato sinonimo di cinema estremo. La storia segue un ex pornoattore che accetta di partecipare a un “film d’arte” senza conoscerne la sceneggiatura. Si ritroverà coinvolto in un crescendo di brutalità inimmaginabili, tra cui pedofilia, necrofilia e incesto. Il regista ha dichiarato che il film è una metafora politica della Serbia e della violenza subita dal suo popolo, ma la sua rappresentazione esplicita ha portato al bando in oltre 40 paesi.
3. Cannibal holocaust
Questo cult italiano del 1980, diretto da Ruggero Deodato, è il pioniere del genere found footage. La trama segue una spedizione in Amazzonia per recuperare le riprese di una troupe di documentaristi scomparsa. I filmati ritrovati mostrano le atrocità commesse dai giornalisti stessi ai danni delle tribù indigene, prima di essere a loro volta massacrati. Ciò che lo rende tristemente celebre è la violenza reale e gratuita inflitta a diversi animali durante le riprese, un atto che portò Deodato ad affrontare gravi conseguenze legali.
4. Atroz
Film messicano del 2015 di Lex Ortega, Atroz è un horror estremo che utilizza il formato del found footage. La polizia arresta due serial killer e trova delle videocassette che documentano le loro torture. Il film mostra in modo esplicito omicidi, stupri e parafilie estreme. L’intento del regista è denunciare la brutalità della società messicana e il fallimento del sistema, ma la sua crudezza lo rende una visione quasi insostenibile.
5. Salò o le 120 giornate di sodoma
L’ultimo, controverso capolavoro di Pier Paolo Pasolini (1975) è forse il film più disturbante di tutti, non per la violenza fine a se stessa, ma per la sua glaciale lucidità intellettuale. Ispirato all’opera del Marchese de Sade, il film è un’allegoria del potere e della sua capacità di disumanizzare. Quattro signori fascisti, durante la Repubblica di Salò, rapiscono un gruppo di giovani e li sottopongono a 120 giorni di umiliazioni e torture fisiche e psicologiche. Come analizzato da fonti autorevoli come la Treccani, non è un film horror, ma una spietata metafora sulla mercificazione del corpo umano da parte del potere totalitario.
Questi film hanno spesso l’intento di denunciare la violenza o di testare i limiti della sopportazione dello spettatore. La loro visione può lasciare un segno indelebile. Se siete facilmente impressionabili, anche se spinti dalla curiosità, il consiglio è di evitarli.