Richard Ramirez: storia di uno psicopatico

Richard Ramirez

La storia di Richard Ramirez è ben nota agli appassionati di true crime, un genere che ha ottenuto una particolare risonanza soprattutto negli ultimi anni, probabilmente grazie allo sviluppo di nuovi mezzi di fruizione ad accessibilità sostanzialmente libera e illimitata (podcast, video, programmi tv).

Biografia e storia criminale

Richard Ramirez nasce ad El Paso, Texas, il 29 febbraio 1960, ultimo di cinque fratelli. L’inizio della sua storia criminale potrebbe essere strettamente connesso alle influenze a cui era sottoposto in età già adolescenziale, soprattutto nel controverso rapporto con suo cugino Mike, un veterano della guerra in Vietnam che spesso mostrava a Richard, appena tredicenne, le foto di donne vietnamite decapitate, vantandosi di essere stato proprio lui ad ucciderle; lo stesso Mike sparò a sua moglie mentre suo cugino piccolo era presente. È logico supporre che il percorso di devianza di Ramirez sia stato innescato da quell’evento, il quale diede avvio ad una serie di attività ambigue a cui il giovane si dedicava, tra le quali l’uso di droghe, lo spionaggio di donne sconosciute, e addirittura l’avvicinamento al satanismo.

Le ambiguità sfociarono ben presto nella criminalità efferata quando Ramirez percepì la necessità di soddisfare il suo desiderio più sinistro e recondito, che rese vittime della sua furia omicida oltre 16 persone dal 1984 al 1985, tra Los Angeles e San Francisco. In quel periodo, i cittadini delle località colpite erano terrorizzati dalla sola idea di coricarsi, poiché il modus operandi dell’assassino prevedeva l’irruzione nelle case altrui nel cuore della notte. Per questa stessa ragione, Ramirez è stato denominato “The Night Stalker” (lo stalker notturno).

In generale, gli anni ’70 e ‘80 hanno caratterizzato per la storia americana una rottura definitiva della percezione collettiva di sicurezza, soprattutto nelle cittadine prima ritenute indisturbate; nessuno si sentiva più al sicuro per strada o addirittura in casa propria, in particolare durante le ore della notte, che erano il momento in cui gli assassini agivano. Insomma, tra le pagine oscure degli Stati Uniti ci sono i nomi di alcuni tra i serial killer più crudeli della storia: Ted Bundy, Jeffrey Dahmer, Charles Manson, e lo stesso Richard Ramirez, le cui azioni criminali sono appartenute allo stesso decennio.

Il Cecil Hotel e Skid Row

Il killer della notte avrebbe alloggiato per un breve periodo al Cecil Hotel, un albergo situato all’angolo di un quartiere estremamente malfamato che sorge al centro della città degli angeli, Skid Row. Nel corso del tempo, l’hotel ha acquisito una notorietà controversa, non solo per l’alto tasso di criminalità concentrato al suo esterno, ma soprattutto per le vicende sanguinolente che si sono verificate tra le sue mura; violenze e suicidi si sono svolti tra le camere di questo teatro dell’orrore, che per questo è stato definito anche The Suicide Hotel. Inoltre, pare che Ramirez consumasse abitualmente droga nella sua stanza, e che addirittura una volta abbia fatto ritorno all’hotel dopo aver commesso un omicidio, rientrando nella sua stanza con i vestiti ancora insanguinati. Il Cecil Hotel ha dunque rappresentato un luogo di soggiorno per prostitute e tossicodipendenti, ma è ricordato principalmente per aver ospitato il noto serial killer.

L’ultimo fatto di cronaca nera, l’ambiguo caso della scomparsa di Elisa Lam, risale al 2013.

Il profilo psicologico di Richard Ramirez

Il profilo psicologico di Ramirez presenta i tratti caratteristici della psicopatia, un disturbo della personalità che potrebbe essere descritto come “meschinità d’animo”. Un paziente affetto da psicopatia presenta un’assenza totale di empatia, incapacità di provare rimorso o vergogna e conseguente disinibizione, immunità allo stress e narcisismo che si manifesta attraverso un atteggiamento seduttivo e manipolatorio nei confronti del prossimo. La psicopatia è un disturbo altamente debilitante che viene trattato attraverso un percorso di psicoterapia e cura farmacologica. È importante specificare che tale disturbo non determina in maniera automatica una devianza a livello sociale, ma è pur vero che un individuo carente dei mezzi adeguati a trattarlo possa sviluppare la tendenza a prediligere delle azioni particolari da cui trarre degli stimoli sul piano emozionale. Nel caso di Ramirez, i tratti del disturbo sono ovviamente visibili nella fattispecie degli omicidi, ma anche nel momento del suo processo in tribunale: egli non mostra alcun rimorso per le barbarie commesse; al contrario, nel filmato della sentenza appare piuttosto soddisfatto, mostrando sul palmo della mano un pentacolo, inequivocabile inno a Satana.

L’arresto e la morte

Nell’agosto del 1985 il caso Ramirez giunse ad una svolta fondamentale grazie alla diffusione del suo identikit, fornito da alcune vittime che erano riuscite a sfuggirgli: si cercava un venticinquenne ispanico, con capelli neri e denti danneggiati. Nello stesso mese fu riconosciuto da una folla che ne provocò quasi il linciaggio, prima che questi venisse finalmente arrestato dalla polizia locale.

Il processo a Richard Ramirez fu uno dei più complessi e lunghi della storia giuridica americana, a seguito del quale fu condannato a ben 19 pene di morte. Morì prima della sua condanna a morte, a 53 anni, in seguito a delle complicazioni di una forma già pregressa di epatite C, dovuta al suo passato di droga.

Impatto culturale

L’impatto che la figura di Ramirez ha suscitato nella cultura di massa è a tratti inverosimile, soprattutto per ciò che concerne i suoi anni in carcere, durante i quali era solito ricevere centinaia di lettere da parte di ammiratrici donne; una delle ammiratrici in questione, Doreen Lioy, divenne sua moglie. Si tratta di quella che potremmo definire la sindrome di Bonnie e Clyde (o ibristofilia), un tipo particolare di parafilia caratterizzata dall’attrazione verso chi ha commesso un crimine.

Per quanto riguarda i tributi musicali, molte band metal hanno dedicato al killer delle strofe, e tra gli pseudonimi figura quello di Twiggy Ramirez, ex batterista di Marilyn Manson; nella cultura cinematografica,  il personaggio di Ramirez appare nella serie American Horror Story, in visita all’hotel fittizio Hotel Cortez, ispirato all’Hotel Cecil. È disponibile, infine, il documentario The Night Stalker su Netflix.

Fonte Immagine in evidenza: Wikipedia

Altri articoli da non perdere

A proposito di Anna Maria Tornese

Vedi tutti gli articoli di Anna Maria Tornese

Commenta