Riforma scuola 2025 / 2026: bocciati con 5 in condotta

Riforma scuola 2025

Il nuovo anno scolastico si aprirà all’insegna di forti novità: la riforma scuola 2025 promette di cambiare profondamente il volto della scuola italiana. Tra le novità più discusse: divieto totale di smartphone, voto in condotta determinante per la promozione, una maturità riformata, sanzioni più dure per le aggressioni agli insegnanti e nuove regole per contrastare il fenomeno dei “diplomifici”.

Cinque misure destinate a far discutere, che tuttavia pongono una domanda di fondo: basteranno le regole a trasformare la scuola o servirà molto di più?

Divieto totale di smartphone a scuola

Il ritorno a scuola di settembre 2025 si preannuncia particolarmente turbolento. La misura più simbolica (e probabilmente la più controversa) riguarda l’uso degli smartphone: da quest’anno non saranno più ammessi nemmeno durante la ricreazione. Il divieto riguarda anche finalità scolastiche, salvo nei casi previsti da piani educativi personalizzati. I dispositivi dovranno essere spenti o consegnati all’ingresso, senza eccezioni.

Una scelta che segue la scia di altri Paesi europei: in Francia il divieto vige già da anni alle elementari e medie, e in parte anche nelle superiori. Il Regno Unito ha adottato linee guida per un divieto pressoché totale, mentre in Asia – da Singapore al Giappone – si prediligono approcci educativi più strutturati e locali. Secondo OCSE e UNESCO, limitare l’uso dei telefoni migliora la concentrazione e il rendimento scolastico.

Voto in condotta e sospensione per comportamenti non corretti: ritorno al passato con la riforma?

Forse la misura più radicale è la reintroduzione del voto in condotta come leva centrale del percorso scolastico. Il voto tornerà anche alle scuole medie, sarà espresso in decimi e farà media con le altre materie. Le conseguenze sono chiare:

  • Voto 5: bocciatura automatica.

  • Voto 6: debito formativo in “cittadinanza” con elaborato critico e prova da sostenere.

  • Voti 7 o 8: passaggio all’anno successivo senza infamia e senza lode.

  • Voti 9 o 10: accesso al massimo di crediti per la maturità.

Con il 6 in condotta scatterà quindi un vero e proprio debito di cittadinanza: a settembre lo studente dovrà affrontare un recupero al pari delle altre materie, presentando un elaborato scritto e sostenendo un confronto con i docenti per riflettere sugli errori commessi.

Il comportamento scolastico, dunque, torna a pesare come non accadeva da anni. Le sospensioni brevi (1-2 giorni) saranno sostituite da attività scolastiche obbligatorie di riflessione e formazione sui comportamenti. Le sospensioni più lunghe verranno convertite in attività di cittadinanza solidale, come volontariato in RSA o presso enti locali. Un’impostazione ispirata ai modelli di giustizia riparativa, dove l’obiettivo non è punire ma responsabilizzare.

Eppure, resta una domanda aperta: è sufficiente un numero in pagella per migliorare il comportamento degli studenti? O, come per la giustizia penale, l’efficacia dipende più da come si costruisce il percorso educativo che dalla sola minaccia della sanzione?

Riforma scuola 2025: maturità multidisciplinare

Dal 2026, anche l’esame di maturità subirà modifiche. Il colloquio finale sarà veramente multidisciplinare: non più una semplice tesina, ma un percorso trasversale che coinvolgerà tutte le materie. Il voto in condotta influenzerà l’accesso all’esame: chi ha meno di 6 in condotta non sarà ammesso, mentre solo i voti più alti permetteranno di aspirare al massimo punteggio.

Una delle novità più discusse riguarda l’obbligatorietà dell’orale: rifiutarsi di sostenerlo comporterà la bocciatura automatica. Una misura pensata per evitare gesti dimostrativi o proteste, e per riaffermare la serietà dell’esame finale.

Tolleranza zero verso le aggressioni al personale scolastico

Negli ultimi anni, episodi di violenza fisica e verbale contro insegnanti e dirigenti sono aumentati. I colpevoli sono sia gli studenti minorenni, sia gli studenti maggiorenni sia (cosa ugualmente grave) da parte dei genitori. La nuova normativa prevede pene molto più severe:

  • Per gli adulti, arresto obbligatorio in flagranza anche per lesioni lievi.

  • Per i minori, arresto solo in caso di flagranza con lesioni gravi o gravissime.

Le sanzioni previste arrivano fino a 16 anni di reclusione nei casi più gravi. La misura si inserisce in un più ampio tentativo di ridare autorevolezza al ruolo docente, spesso svilito non solo da studenti ma anche da genitori sempre più inclini al confronto-scontro.

Il 2025 sarà l’anno della stretta sui diplomifici grazie alla nuova riforma

Infine, si punta a combattere il fenomeno delle scuole private poco trasparenti, spesso accusate di rilasciare diplomi senza un reale percorso di studio. Le nuove regole includono:

  • Registro elettronico obbligatorio anche per le scuole paritarie.

  • Stop agli esami in più istituti nello stesso anno.

  • Commissione d’esame con presidente esterno, per evitare favoritismi.

Il Ministro dell’Istruzione ha già annunciato ulteriori cambiamenti in arrivo per l’anno 2026/2027, tra cui:

  • Revisione complessiva dei programmi scolastici.

  • Misure di welfare per i docenti, con alloggi a prezzi calmierati

  • Rinnovo del contratto collettivo nazionale.

Riforma scuola 2025: conclusione

Le nuove norme introducono elementi innovativi e potenzialmente utili. Tuttavia, senza una strategia educativa chiara e condivisa, rischiano di rimanere sulla carta. Il cambiamento reale nella scuola italiana – come in qualsiasi istituzione – non si ottiene con i soli divieti, ma con un lavoro lento e continuo che coinvolga studenti, famiglie, insegnanti e istituzioni.

La sfida non è solo disciplinare, ma culturale. E sarà il tempo – e probabilmente anche TikTok a settembre – a dirci se davvero qualcosa è cambiato.

Immagine di copertina Copyright Free creata con DALL-E

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