Con molti dubbi e tentennamenti la data di inizio dell’anno scolastico sembra quasi alle porte così come le preoccupazioni che in questo momento attanagliano la vita scolastica e quella familiare. -Lo/a mando oppure no? -Aspettiamo e vediamo che succede? -No, se non arriva il vaccino mio figlio a scuola non ci andrà – Ho timore che il bambino si possa ammalare. Sono queste le principali domande e i timori che le famiglie stanno vivendo in un periodo in cui assumersi la responsabilità della scelta difficile del ritorno a scuola per la salute delle persone che amiamo sembra mettere a dura prova la nostra capacità di decidere per il meglio per sé e gli altri. Come comportarsi allora?
Da premettere che il ritorno a scuola non sarà facile, ma questo non significa impossibile da gestire. Tornare tra i banchi rappresenta anzitutto un grande passo in avanti rispetto a ciò che abbiamo vissuto, è il recupero di un punto di riferimento per le famiglie e per i bambini molto importante da ogni punto di vista: formativo, relazionale, organizzativo, dopo un periodo di carico emotivo e di stress legato al brusco cambiamento che ha modificato gli equilibri familiari e lavorativi (smart working con tutta la famiglia) a cui si è aggiunta la faticosa gestione della didattica a distanza successivamente al lockdown.
L’inizio della scuola rappresenta anche un disperato ritorno alla “normalità” seppur con grande difficoltà e limitazioni di cui saranno purtroppo protagonisti i bambini, soprattutto i più piccoli. Irritabilità, difficoltà di concentrazione, aumento di comportamento a rischio, ritiro sociale, stress, aumento/abbassamento costante del tono dell’umore, malessere fisico, costituiranno le problematiche che potenzialmente emergeranno con maggiore forza, ma possiamo affrontarle se solo restiamo uniti e condividiamo emotivamente questa nuova quotidianità sempre in sicurezza e con il supporto di uno psicologo all’interno della scuola per il personale scolastico e i ragazzi.
Un ruolo chiave sarà assunto dai genitori che possono ridurre lo stress psicofisico dei loro figli recuperando le abitudini (già da casa) simulando, ad esempio per i più piccoli, il giorno di scuola (dalla sveglia presto, alla preparazione dello zainetto da portare con sé), sicuramente diverso da quello a cui eravamo abituati, ma fondamentale per la ripresa. I ragazzi avranno bisogno di essere compresi e sostenuti mettendo al primo posto i vissuti emotivi cercando di rimanere nel qui ed ora il disagio che taluni comportamenti comprensibilmente esprimeranno.
Gli insegnanti avranno una doppia responsabilità, formativa e di riconoscimento del disagio dei loro studenti, avranno per questo bisogno di un valido supporto e confronto con lo psicologo.
Saranno necessari tempi e spazi di riflessione e di elaborazione delle emozioni attiva ed esperienziale in sicurezza per i ragazzi e progetti ludici per i più piccoli per ricostruire attraverso gli strumenti psicologici (immagini e disegni) un significato nuovo e condiviso sull’esperienza del lockdown e sulle nuove sfide del presente. Tenere insieme ciò che è stato a ciò che ci aspetterà è molto importante perché consentirà di creare un collegamento di senso tra l’esperienza passata e quella presente facilitando l’adattamento e l’attivazione di quelle risorse ad oggi sopraffatte dall’ansia e dalla rigidità delle regole da seguire.
Solo se pensiamo “sistemicamente” e dunque in collaborazione con la famiglia, la scuola, la sanità, possiamo provare ad “alleggerire” il carico di angoscia che ci portiamo dietro a causa della pandemia. Solo se riusciamo a pensarci come una grande comunità responsabile possiamo aiutarci. Si tende, purtroppo, a parlare sempre troppo poco degli aspetti psicologici, ma sono proprio questi che dirigono le nostre scelte e i nostri comportamenti.
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