Sponz Fest, storia del festival diretto da Vinicio Capossela

Sponz Fest

“Lo Sponz Fest non è esattamente un festival, è un tentativo di avvicinare il mondo a quello che vorremmo che fosse, in una terra dai grandi cieli mobili, che rinnova a ogni alba la Creazione.”

In altre parole, lo Sponz Fest non è un festival tradizionale, pensato come una vetrina per il consumo estetico all’interno di un programma fisso, ma un evento di eventi pensato per fare esperienza di sé e degli altri, per indagarsi e indagare, magari per rendersi perplessi attraverso lo sconfinamento e  l’attraversamento dei limiti che ci confinano.

Vinicio Capossela conduce e dirige lo Sponz Fest dal 2013. Da allora, il festival ideato dal cantautore, polistrumentista e scrittore si tiene in alta Irpinia, orientativamente nell’ultima settimana del mese di agosto. A partire da Calitri, città natale di Capossela, si è, negli anni, esteso ad altri piccoli Comuni limitrofi, come Cairano, Lacedonia, Sant’Angelo dei Lombardi, Senerchia, Villamaina, Sant’Andrea di Conza.

Sponz Fest: la prima e la prossima edizione

La prima edizione – datata 2013 – prendeva il nome di “Calitri Sponz Fest”, il primo festival della musica da sposalizio. L’obiettivo del Fest era quello di essere un’originale occasione di comunità per rinnovare e recuperare le tradizioni legate al rito più ancestrale: le nozze. Il programma ha affiancato all’attività ludica serale pomeriggi d’incontro con Giovanni Vacca, etnomusicologo, Claudio Corvino, antropologo, ed Erberto Petoia, storico delle religioni. Sono stati proiettati film documentari a cura di Archivio Cinema del reale, presentati dal regista Paolo Pisanelli e dalla grande cineasta e documentarista Cecilia Mangini. David Riondino ha proposto letture sulle nozze celebri della cultura classica accompagnato da un ensemble di musica medievale; l’artista Mariangela Capossela ha coinvolto le donne calitrane nella suggestiva performance collettiva e installazione dell’«Esposizione del lenzuolo» pensata per sovvertire la tradizione del “giorno dopo”. La sera del 30 agosto, dopo il concerto di Vinicio Capossela e la Banda della posta, il centro storico di Calitri è diventato una grande sala da matrimoni a cielo scoperto. Tra i musicisti coinvolti: Mezcla, i Posteggiatori tristi, Francesco Loccisano (chitarra battente), Makardìa, Aizamm a voce, Menestrelli del festival delle serenate di Teora, Triopollino, Banda di Calitri, Calitri popolare, I uagliun r’ ù Hafij, la Cumvrsazione, Marzouk Mejri.

La prossima edizione sarà il decennale dello Sponz Fest, dal titolo “Come li pacci”, e si terrà dal 20 al 27 agosto, in collaborazione con i Comuni di Andretta, Aquilonia, Calitri e Sant’Andrea di Conza. Anche questa edizione vedrà il prezioso contributo, accanto ai lavoratori e alle maestranze, della comunità che da anni partecipa e sostiene la manifestazione. Numerosi gli artisti e gli intellettuali che, attraverso i concerti, le performance, gli incontri della Libera Università per ripetenti, le danze, i laboratori e tanto altro, animeranno e declineranno il tema di quest’anno, tra cui: Nino Frassica & Los Plaggers Band, Skiantos, Ulderico Pesce, Fabio Genovesi, Pierpaolo Capovilla, Andrea Tartaglia, Victor Herrero, Flaco Leo Maldonado, A Cun’vrsazion, Tonuccio Corona, Cicc’ Bennett e tanti altri.

Il tradizionale concerto di Vinicio Capossela e ospiti chiuderà lo Sponz Fest nella serata di sabato 26 agosto a Calitri, con Margherita Vicario, Paolo Rossi, Daniel Melingo e Banda della Posta insieme a Samuele Bersani, oltre a tutto il gruppo di musicisti e amici di quella che si è andata nominando Rolling Sponz Review e al grande ritorno del mago punk burlesque losangelino Christopher Wonder  stretto nella sua “pazzo jacket”.

Come li pacci è inteso nella duplice accezione di pazzia dissipatrice della Festa, ma anche di affaccio al disagio mentale, tema affrontato soprattutto dallo speciale “Padiglione Irpinia” curato da Mariangela Capossela. Questo luogo mentale più che fisico, così chiamato in omaggio allo psichiatra campano Sergio Piro che introdusse nello spazio ospedaliero un luogo di socializzazione e ricreazione, sarà abitato da incontri e azioni interattive sulla psichiatria e la cura in senso ampio.

Come li pacci: è l’espressione paesana per dire di chi non sta a senno, di chi non trova dimora, di chi esce fuori di sé, di chi si agita di qua e di là, “di chi le sbandate gli fanno la rotta” – racconta il direttore artistico Vinicio Capossela – espressione dell’eccesso, dell’abbondanza, del ricreo, del dionisiaco e dello strabordante, della dissipazione e della Festa.

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