Teresa Cordopatri, classe 1956, calabrese di nascita, si è guadagnata il titolo di “baronessa coraggio” per aver trascorso tutta la vita in cerca di giustizia per suo fratello, il barone Carlo Antonio, assassinato a sangue freddo dalla ‘ndrangheta nel 1991.
Indice dei contenuti
La vicenda Cordopatri in sintesi
Elemento chiave | Descrizione |
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Protagonista | Teresa Cordopatri dei Capece, “la baronessa coraggio”. |
Evento scatenante | L’omicidio del fratello, il barone Carlo Antonio Cordopatri, avvenuto il 10 luglio 1991 a Reggio Calabria. |
Antagonisti | Il clan Piromalli, una delle più potenti cosche della ‘ndrangheta. |
Movente | Il controllo dei vasti terreni e uliveti della famiglia Cordopatri sulla piana di Gioia Tauro. |
Una vita sotto l’assedio della ‘ndrangheta
Dalla famiglia, Carlo Antonio e Teresa avevano ereditato ettari di terreno e 1500 ulivi che si estendevano sulla piana di Gioia Tauro. Quest’eredità, però, finì nel mirino del potente clan Piromalli, che la tenne “sotto sequestro” per più di trent’anni in un’escalation di soprusi e violenze. Questo genere di attività criminali è largamente diffuso nella regione; una storia tristemente nota è quella di Matteo Vinci, ucciso con un’autobomba nel 2018 per pochi ettari di terreno.
L’assassinio del barone Carlo Antonio
La famiglia Cordopatri è stata una delle tante costrette a lottare per difendere i propri averi. Un enorme atto di coraggio reso spesso vano dalla legge della violenza imposta dalla ‘ndrangheta, una realtà ben nota a chi, come la fondazione Libera, combatte ogni giorno questo fenomeno. Un copione che Teresa Cordopatri ha conosciuto bene, la stessa legge con la quale si è scontrata il 10 luglio 1991.
In una soleggiata mattina di shopping nel cuore di Reggio, un sicario sparò al barone tre colpi in testa a bruciapelo. La sorella Teresa riuscì a scampare alla stessa sorte solo per un fortuito malfunzionamento dell’arma. Il killer venne arrestato poco dopo, ma dalla sua bocca non uscì una sola parola sui mandanti dell’omicidio.
La battaglia solitaria di Teresa Cordopatri
La lotta di Teresa – faticosa e lunga una vita – non fu solo contro la famiglia mafiosa che le aveva strappato il fratello. Teresa Cordopatri ha lottato contro l’indifferenza dello stato e l’omertà dei suoi concittadini, nel tentativo di scardinare un sistema radicato nella cultura di molti.
La sua è stata, per forza di cose, una vita ritirata a metà tra attività sociali e tribunali. Proprio questi le portavano via le energie più grandi, tanto da sfogare questa frustrazione in alcuni passi del suo libro “Noi, Cordopatri dei Capece, contro sopraffazioni e violenze mafiose”: “Lo stato, a volte, offende ulteriormente chi è già stato offeso per tanto tempo dalla violenza e dai soprusi della mafia. Sono una donna sola, impoverita dalla mafia, privata violentemente dell’unico affetto che sarebbe stato di conforto alla mia vecchiaia. Oggi sono una donna che ha dovuto privarsi degli oggetti personali più cari per sostenere il costo della giustizia nei tribunali”.
Teresa Cordopatri è morta nel 2018, portando avanti fino all’ultimo la sua battaglia. In Calabria non ha mai goduto di grande popolarità, ma questo non le ha impedito di diventare un simbolo di resistenza e di legalità in una terra meravigliosa martoriata dal malaffare e dalla violenza della ‘ndrangheta.
Articolo aggiornato il: 08/09/2025
BUONGIORNO,
IN FRANCIA AVEVO LETTO DELLA BARONESSA CHE COGLIEVA LE SUE ARANCE SOTTO SCORTA.
CHE RIPOSI IN PACE…