Relazioni disfunzionali: ci si ammala, ma si guarisce

Relazioni disfunzionali: ci si ammala, ma si guarisce

Relazioni disfunzionali: cosa ne pensa la psicologa di Eroica(mentis).

Di relazioni ci si ammala ma di relazioni si guarisce, mai affermazione più vera. A volte capita di ritrovarsi in relazioni che non ci soddisfano o ci fanno stare male o ancora all’interno delle quali non ci sentiamo veramente compresi, ascoltati e amati. Ma quanto siamo effettivamente consapevoli del nostro malessere in molte relazioni disfunzionali per la nostra vita? Quando è difficile dire a noi stessi e all’altro che non si sta bene assumendoci, eventualmente, anche la responsabilità della fine di un rapporto?

Dal momento in cui siamo inseriti in più sistemi relazionali, i nostri comportamenti dipenderanno molto da come avremo vissuto le relazioni precedenti, in famiglia e successivamente nei nostri sistemi sociali di riferimento. Il disagio e le difficoltà psicologiche che ne derivano, sono quasi sempre problemi di natura relazionale in quanto le relazioni rappresentano l’atmosfera in cui viviamo, sono quello di cui ci nutriamo e cresciamo ancor prima di venire al mondo. La mente relazionale necessita di essere capita, compresa in quanto «nessun uomo è un’isola», come affermò nel 1600 il poeta John Donne.

Tuttavia, vi sono relazioni dannose, anche se è doveroso sottolineare che nessun rapporto è immune da conflitti e incomprensioni, di cui possiamo riconoscerne aspetti che ci fanno pensare che stiamo vivendo un legame non propriamente improntato sulla crescita e sull’arricchimento interiore. La mancanza di empatia, la non predisposizione all’ascolto, l’incapacità di considerare l’altro come diverso da sé, sono alcune delle componenti dei rapporti disfunzionali. Mentre le relazioni intime sono caratterizzate da sicurezza, ascolto, prendersi cura dell’altro, dalla collaborazione e della cooperazione verso interessi e obiettivi comuni, le relazioni disfunzionali, quelle che definiamo “malate”, sono improntate sulla sfiducia, sull’abuso di potere e sul controllo da parte di uno dei due partner.

Le persone che si trovano a vivere all’interno relazioni disfunzionali, di solito, sono poco consapevoli e tendono a riproporre nella coppia schemi di relazioni a noi familiari che generano insoddisfazione e insofferenza; siamo talmente abituati a definirci in queste dinamiche a noi familiari da tendere spontaneamente e quasi senza accorgercene a ricrearle con il partner che ci scegliamo nella vita adulta. Si parla tanto di violenza domestica dove i ruoli di vittima e carnefice confermano una relazione che si definisce solo in rapporto ad un altro da possedere e/o da cui dipendere.

Perché è difficile riconoscere un amore disfunzionale? Sicuramente vi è alla base la difficoltà di pensare ad un cambiamento nella relazione ma non sapere di fatto come realizzarlo per poi finire per cambiare il nostro comportamento e adattarlo a quelle che sono le necessità del partner. Un altro aspetto che rende difficile riconoscere un amore disfunzionale e chiuderlo, è quello di rispondere alle aspettative del partner esaudendo tutti i suoi desideri, essere accondiscendenti con l’altro in quanto si crede di non esserne abbastanza degni. Un altro aspetto non meno importante è insito nella difficoltà di risalire alla qualità dell’attaccamento avuto in età infantile con la figura di riferimento, una presenza non-presenza o addirittura una presenza maltrattante che può condizionare la relazioni adulte future. Prima di arrivare a vivere situazioni così estreme è importante chiedere aiuto ad un professionista psicoterapeuta che può aiutare la coppia a riconoscere e a comprendere la disfunzionalità cercando di trovare nuove modalità più funzionali che la aiutino a capire se e come continuare a stare insieme.

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