Gatti neri: fascino, storia e superstizioni da sfatare
I gatti neri sono tra i felini più eleganti e maestosi, avvolti da un’aura di mistero che li rende affascinanti e unici. Eppure, ancora oggi, molte persone non riescono a godere appieno della loro compagnia. Infatti, fin dal Medioevo sono stati oggetto di superstizioni fasulle che, purtroppo, continuano a influenzare negativamente la percezione di questi splendidi animali, scoraggiando molti dall’adottarli. Spesso associati a streghe, sfortuna e presagi negativi, i gatti neri sono in realtà creature dolci e affettuose, che meritano di essere amate e rispettate come tutti gli altri felini. Questo articolo vuole sfatare i pregiudizi e le false credenze legate ai gatti neri, celebrando il loro fascino e raccontando la loro storia, per troppo tempo macchiata da un’ingiusta persecuzione.
Il fascino dei gatti neri: caratteristiche fisiche e comportamentali
Il colore del manto: un nero profondo e occhi ambrati
Un gatto, per essere considerato di razza nera, deve avere un manto completamente privo di macchie o striature di altri colori. Un nero profondo e lucente, che spesso si accompagna a occhi di un intenso color giallo ambrato. Questo colore particolare è dovuto all’alta concentrazione di melanina, un pigmento presente anche nella pelle e nei capelli. I gatti neri possiedono una vista molto acuta e sviluppata, soprattutto in condizioni di scarsa luminosità. Proprio la loro capacità di vedere bene al buio ha contribuito, in passato, ad alimentare le credenze negative sul loro conto.
Gatti neri: carattere socievole e indipendente
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, questi gatti amano la compagnia dei loro umani preferiti. Sono animali estremamente propensi a socializzare, affettuosi e giocherelloni. Al tempo stesso, però, amano profondamente la loro indipendenza e libertà. Non è raro, quindi, vederli esplorare il mondo circostante in solitudine, per poi tornare a casa in cerca di coccole e attenzioni. Il loro carattere, come quello di ogni gatto, è unico e sfaccettato, ma una cosa è certa: i gatti neri sanno conquistare il cuore di chi impara a conoscerli.
La superstizione sui gatti neri: un’ingiusta persecuzione
Le origini medievali della superstizione sui gatti neri
La superstizione legata ai gatti neri non è un fenomeno recente. Le sue radici affondano nel Medioevo, un periodo storico caratterizzato da forti credenze religiose e da una diffusa paura del soprannaturale. In quel tempo, a causa del loro colore e della loro abilità di muoversi silenziosamente nella notte, i felini neri venivano spesso associati al male e alle forze oscure. Il clero, in particolare, contribuì a diffondere queste credenze, arrivando a ordinare che i gatti neri fossero bruciati vivi, specialmente durante il giorno di San Giovanni Battista, il 24 giugno. Addirittura Papa Gregorio IX, nella sua bolla papale “Vox in Rama”, descrisse i gatti neri come incarnazioni di Satana, dando di fatto inizio a una vera e propria persecuzione.
La caccia alle streghe e lo sterminio dei gatti neri
Nel corso del Seicento, con l’intensificarsi della caccia alle streghe, i gatti neri vennero definitivamente associati alla stregoneria e al demonio. Si credeva che fossero i famigli delle streghe, i loro compagni fedeli nelle arti oscure, o addirittura streghe trasformate in animali. Per questo motivo, vennero perseguitati e uccisi in massa. Si assisté a un vero e proprio sterminio, che portò alla progressiva scomparsa dei gatti neri dal territorio europeo. Questo li rende, ancora oggi, esemplari relativamente rari. Questo periodo buio della storia ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo, contribuendo a perpetuare la superstizione sui gatti neri fino ai giorni nostri.
Gatti neri: sfortuna o portafortuna? Le diverse credenze nel mondo
Italia e Germania: il gatto nero che attraversa la strada
Ancora oggi, sono molti i Paesi in cui i gatti neri sono visti con diffidenza. In Italia, come è ben risaputo, si dice che porti sfortuna vedere un felino nero che attraversa la strada. Questa tradizione è diffusa anche in Germania, dove, però, l’infausto presagio si concretizza solo se il gatto attraversa da destra verso sinistra. Se, invece, il gatto attraversa da sinistra verso destra, è segno di buon auspicio. Questa credenza nasce dal fatto che, anticamente, i cavalli che circolavano per le strade si spaventavano alla vista del colore giallo degli occhi dei gatti neri, imbizzarrendosi e provocando incidenti, a volte anche mortali.
Europa meridionale: il gatto nero come presagio di morte
In alcuni Paesi dell’Europa meridionale, persiste la convinzione che i gatti neri siano in grado di fiutare la morte e i fantasmi. Si crede che se un gatto nero si arrampica sul letto di una persona malata, quest’ultima sia prossima alla morte. Queste credenze, prive di qualsiasi fondamento scientifico, contribuiscono a creare un’aura negativa attorno a questi animali, alimentando paure irrazionali.
La leggenda della Befana e il gatto nero
Non tutte le leggende, però, dipingono i gatti neri come portatori di sventura. La Leggenda della Befana, ad esempio, racconta una storia diversa. Si narra che nella notte dell’Epifania, un gatto tigrato stesse viaggiando sulla scopa insieme alla Befana. Sporgendosi troppo, cadde in un caminetto di una casa, diventando nero a causa della fuliggine. La Befana decise di non recuperarlo, lasciandolo come regalo alla famiglia e dando origine, secondo la leggenda, alla presenza di gatti dal manto nero sulla Terra.
Gatti neri portafortuna: le tradizioni anglosassoni e scozzesi
Sono anche molte le culture che apprezzano i gatti neri, considerandoli portatori di fortuna e prosperità. Nel mondo anglosassone, ad esempio, sono ritenuti dei veri e propri talismani. Si pensi che, in passato, le navi inglesi ne ospitavano sempre uno a bordo, non solo per tenere lontani i topi, ma anche come simbolo di buon auspicio per la navigazione. In Scozia, i gatti neri sono simbolo di prosperità e benessere.
Lettonia e Roma antica: il gatto nero e il raccolto abbondante
In Lettonia, la presenza di un gatto nero è di buon auspicio e preannuncia un raccolto abbondante. Per questo motivo, nella Roma antica, quando un gatto nero moriva, il suo corpo veniva cremato e le sue ceneri sparse nei campi, come rito propiziatorio per un raccolto ricco e generoso. Basti pensare che nell’antico Egitto, i gatti erano venerati e la dea Bastet, protettrice della casa e della fertilità, era raffigurata con sembianze feline.
Adottare un gatto nero: un gesto d’amore contro i pregiudizi
Sarebbe ora di abbandonare definitivamente le false credenze e le superstizioni legate a loro. Questi felini sono animali meravigliosi, affettuosi e intelligenti, che meritano di essere amati e rispettati come tutti gli altri. Adottare un gatto nero da un rifugio o da un’associazione animalista, come l’ENPA, è un gesto d’amore che può fare la differenza, un modo concreto per combattere i pregiudizi e offrire a questi animali una vita serena e felice. Vi assicuriamo che ne beneficerete sia voi che loro: è risaputo quanto faccia bene la pet therapy!
Fonte immagine in evidenza: Pixabay