Linguine allo scammaro, mangiamola con Leopardi

linguine allo scammaro

Linguine allo scammaro, ricetta e storia

Giacomo Leopardi era un buongustaio. La sua idea sul cibo di qualità e sull’intrattenimento a tavola, la espresse chiaramente nello Zibaldone, asserendo che da un buon pasto “…dipende in massima parte il ben essere, il buono stato corporale, e quindi anche mentale e morale dell’uomo,..”.
Tra le numerose esercitazioni poetiche infantili, scrisse una poesia ironica intitolata A morte la minestra, nella quale si lamentava di dover avere a che fare quotidianamente, con questa pietanza spacciata dalla madre per salutare e necessaria per la crescita. Il poeta lottò a lungo con la malattia e capì, ben presto, che il cibo poteva essere un suo alleato, una fonte di ristoro e consolazione per le sofferenze fisiche. Del rapporto di Leopardi con il cibo si legge nella biografia di Antonio Ranieri, Sette anni di Sodalizio con Giacomo Leopardi, in cui l’autore narra che il poeta rifiutò, in punto di morte, la sempre odiata minestrina, per consumare una bella “limonea gelata”, ovvero una granita.
Nel 1833 Giacomo si trasferisce a Napoli, città in cui ritrova una sorta di attaccamento alla vita, grazie anche alle prelibatezze culinarie servitegli dal cuoco Pasquale Ignarra, Monsiù, rivoluzionario della Repubblica partenopea del 1799, al quale il poeta dà indicazioni precise su cosa gradisca mangiare durante la sua degenza a villa delle Ginestre, dimora alle pendici del Vesuvio.

In effetti esiste una lista autografa di 49 ricette, risalente agli anni del soggiorno partenopeo 1833-7, conservata alla Biblioteca Nazionale di Napoli, in cui il poeta dà prova della sua passione per la buona cucina e della conoscenza dei prodotti di tutto il territorio italiano. Nel 2008 queste ricette sono pubblicate nel libro Leopardi a tavola, edito da Fausto Lupetti e scritto da Domenico Pasquariello e dal cuoco napoletano Antonio Tubelli. Nel libro si possono leggere aneddoti legati alla passione di Leopardi per i dolci, per i gelati in particolare, si narra che fosse un assiduo frequentatore della pasticceria storica Pintauro, sita in Santa Brigida.

Tra le ricette elencate ricordiamo: i tortellini di magro, le frittelle di borragine (verdura usata nella tradizionale “minestra maritata”), gnocchi di latte ed i pasticcini di maccheroni, quest’ultima ricetta prevede un involucro di pasta frolla ripiena di linguine allo “scammaro” condite con olive, capperi, acciughe, aglio, cozze e la cui cottura va ultimata in forno.

Per i lettori di Eroica Fenice ho pensato di reinterpretare quest’ultima ricetta, credo che il ripieno previsto da Leopardi sia riproducibile anche da solo, il mio consiglio è quindi di fare a meno della frolla e di dedicarsi esclusivamente alla preparazione delle linguine, che nella variante sopra descritta corrispondono ad una ricetta antica napoletana: i“maccheroni allo scammaro”, un piatto di magro (la “s” iniziale distingue dal “cammarare”, ovvero il cucinare grasso), la cui origine si deve ad una ricetta ideata per il periodo della quaresima dal cuoco Cavalcanti, duca di Buonvicino, nel XIX secolo, a seguito della richiesta di alcuni esponenti del clero napoletano.

Ingredienti per le linguine allo scammaro:

aglio

olio

peperoncino

2 filetti di acciughe salate 

capperi

olive bianche

olive nere di Gaeta

linguine 200 gr.

1 kg di cozze

Procedimento:

Lavate per bene le cozze, una volta pulite versatele in una pentola larga e coprite con un coperchio, cuocete finché non si aprono tutte, a quel punto spegnete il fuoco. Filtrate l’acqua delle cozze e conservatela. Prendete una padella soffriggete aglio, olio, un pizzico di peperoncino, una manciata di capperi e un paio di filetti di acciuga che si scioglieranno in cottura. Aggiungete le olive tritate al coltello. Allungate il sugo con un po’ di acqua delle cozze, dopo una decina di minuti aggiungete le cozze e fate asciugare il sugo. Nel frattempo mettete a bollire l’acqua per la pasta, non bisogna usare molto sale perché il sugo risulta già abbastanza sapido. Una volta scolata la pasta, versatela nella padella in cui avete cotto il sugo e mantecate, qualora risultasse asciutta aggiungete un po’di acqua delle cozze. 

Variante:

Spaghetti integrali.

Il tocco dello chef:

pan grattato tostato in padella, per guarnire.

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È un periodo in cui tutto sembra perfetto, i difetti appaiono come pregi e ogni momento trascorso insieme è carico di eccitazione e novità. L'innamoramento è un'esperienza travolgente, che ci porta a vivere con entusiasmo ogni piccolo dettaglio della relazione. Le caratteristiche dell'innamoramento: un mix di desiderio e idealizzazione Avere la consapevolezza di chi si ha di fronte e allo stesso tempo essere in grado di razionalizzare ciò che si prova fa parte di questa fase, ma amare qualcuno per davvero è tutta un’altra storia. Ciò nonostante non si tratta di una fase da sottovalutare, in quanto essere innamorati significa anche mettersi in gioco, essere pronti a scoprire le carte del proprio cuore in modo da lasciarsi andare per affrontare poi un sentimento molto più grande. Tutto ciò prevede, quindi, tanto coraggio e un pizzico di irrazionalità perché come dicono tutti "l'amore arriva quando meno te l'aspetti" ed è questo che rende la questione ancora più interessante. Ci ritroviamo impreparati dinanzi ad un mistero che da sempre l'uomo ha cercato di spiegare attraverso la musica, la poesia, il cinema ma in fondo nessuno sarà mai in grado di spiegare in modo oggettivo cosa sia l'amore, bisogna sperimentare, scoprire e affidarsi al proprio istinto. È a quel punto che entra in gioco la seconda fase, quella dell’amore vero e proprio. Amore: un sentimento profondo e duraturo che va oltre la passione L’amore prevede affetto per una persona, non si può amare qualcuno senza prima volerlo bene. Ma tutto ciò implica la stima, l’ammirazione e il rispetto per una persona che, a nostro parere, pensiamo di amare. L'amore, a differenza dell'innamoramento, si fonda su basi più solide, su un legame più profondo e radicato. E' un sentimento che cresce nel tempo, si nutre di conoscenza reciproca e di condivisione di valori e obiettivi. L'amore vero va oltre l'attrazione fisica e l'idealizzazione, abbracciando anche le imperfezioni e le fragilità dell'altro. Le fondamenta dell'amore: affetto, stima e rispetto reciproco Amare qualcuno significa guardarlo negli occhi e sorridere al solo pensiero di stargli vicino, amare significa avvertire il bisogno di avere accanto a quella persona “nella buona e nella cattiva sorte”. L'amore non è solo un'emozione, ma anche un impegno, una promessa di fedeltà e supporto reciproco. E' la capacità di vedere l'altro nella sua interezza, accogliendolo con i suoi pregi e i suoi difetti, e offrendogli un porto sicuro in cui potersi esprimere liberamente. La complessità dell'amore: gioia, malinconia e l'inevitabile nostalgia Ma bisogna ammetterlo, amare è anche sinonimo di sofferenza. Drammi, tradimenti, litigate è a questo che stai pensando? Beh no, non quel tipo di sofferenza. Piuttosto si tratta di una sorta di malinconia, che si traduce col tempo in un’insensata nostalgia dello stare bene. Quando ami qualcuno e riesci finalmente a raggiungere lo stato massimo di benessere ti risulta naturale pensare che quel tipo di sensazione sia difficile da raggiungere con qualcun altro. È da ciò che nasce la nostalgia dello stare bene, perché in fondo l’amore prevede spensieratezza e chi ne farebbe a meno? La malinconia nell'amore non è una debolezza, ma la testimonianza della profondità del legame. È la consapevolezza che un sentimento così intenso non è scontato, ma un dono prezioso che va custodito con cura. Le basi scientifiche dell'amore e dell'innamoramento: cosa dice la neuroscienza La neuroscienza ci offre un'ulteriore chiave di lettura per comprendere la differenza tra amore e innamoramento. L'innamoramento, infatti, è caratterizzato da un aumento di neurotrasmettitori come la dopamina e la noradrenalina, che generano euforia, desiderio e ossessione verso l'altro. L'amore, invece, coinvolge l'attivazione di aree cerebrali legate all'attaccamento, alla fiducia e all'empatia. Questo dimostra come l'amore sia un sentimento più complesso, radicato nella nostra biologia e capace di influenzare profondamente il nostro benessere psicofisico. Le diverse forme dell'amore: non esiste solo l'amore romantico Quando parliamo di amore, spesso ci focalizziamo sulla dimensione romantica, ma in realtà l'amore si manifesta in molteplici forme, ciascuna con la propria unicità. Esiste l'amore fraterno, che lega i membri di una stessa famiglia; l'amore filiale, che unisce genitori e figli; l'amore amicale, che si basa su affetto, lealtà e condivisione. Ogni forma di amore ha un valore inestimabile e contribuisce a rendere la nostra vita più ricca e significativa. È importante riconoscere e valorizzare tutte le sfumature di questo sentimento universale. Amore vs innamoramento: sfide, difficoltà e crescita personale Sia l'innamoramento che l'amore, pur essendo esperienze meravigliose, possono presentare sfide e difficoltà che mettono alla prova la nostra capacità di amare e di relazionarci con l'altro. L'idealizzazione tipica dell'innamoramento può scontrarsi con la realtà, e l'amore, con il passare del tempo, può essere messo in discussione dalle routine e dalle vicissitudini della vita. Affrontare questi momenti critici con consapevolezza, apertura al dialogo e impegno reciproco, ci permette di crescere personalmente e rafforzare il legame con il partner. Conclusioni: abbraccia l'esperienza, senza cercare etichette Amare, quindi, è condivisione, gioia, passione ma anche tristezza e malinconia. Amare è contraddizione. L’innamoramento richiede spontaneità ma allo stesso tempo consapevolezza, l’amore invece è incontrollabile, ti sconvolge l’anima e ti sorprende.  Amore o innamoramento? Sarai in grado di distinguerlo? Una vera risposta non c’è ma che si tratti dell’uno o l’altro, non farti troppe domande e viviti il momento! L'importante è vivere appieno ogni esperienza, senza farsi sopraffare dalle paure o dai dubbi, ma lasciandosi guidare dal proprio cuore. Fonte immagine: Pixabay innamoramento: come distinguere le due cose

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A proposito di Chiara Elefante

Nata a Napoli nel 1987, dopo essermi laureata in Lettere Moderne all'Università Federico II, ho conseguito la laurea specialistica in Filologia Moderna all'Università di Padova. Il treno ad alta velocità è la mia seconda casa. Scrivo un po', viaggio spesso, cucino sempre. Amo l'arte, leggere i classici e guardare film.

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4 Comments on “Linguine allo scammaro, mangiamola con Leopardi”

  1. Sempre interessanti queste descrizioni che uniscono cultura,arte culinaria, curiosità, ricerca.Bene,resto in attesa di altre proposte…e in aggiunta alla ricetta proposta oggi,il tocco di pangrattato a mo di parmigiano a mio gusto è davvero irrinunciabile!!

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