Con il termine terrario, o terrarium, si intende un “ambiente chiuso in cui si cercano di ricostruire le condizioni naturali di vita e la riproduzione degli animali che vi vengono tenuti in cattività”. In questo contesto, ci concentreremo sulla sua accezione più diffusa: un ecosistema vegetale autosufficiente contenuto in vetro, esplorandone la storia, la creazione e la manutenzione.
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La storia del terrario: dalla scoperta alla wardian case
L’idea di riprodurre un ecosistema in un ambiente chiuso nacque probabilmente alla fine del XV secolo, quando riportare in Europa nuove piante e semi dalle Americhe rappresentava una grande sfida. Le condizioni dei lunghi viaggi in mare non erano ideali per molte specie vegetali, che spesso non riuscivano a sopravvivere.
La svolta avvenne nell’estate del 1829, quando il botanico inglese Nathaniel Bagshaw Ward inventò quasi per caso il precursore del terrario moderno. Aveva sigillato una crisalide di falena in un vaso di vetro con della terra. Invece della falena, notò che all’interno del vaso si era creato un microclima: l’umidità evaporava dalla terra, si condensava sul coperchio e ricadeva sotto forma di gocce, replicando il ciclo dell’acqua. Dopo una settimana, in quella che divenne nota come “cassa di Ward” (Wardian case), era spuntata spontaneamente una felce. Come documentato da istituzioni come i Royal Botanic Gardens di Kew, questa invenzione rivoluzionò il trasporto di piante a livello globale. Nel 1833, Ward spedì due casse con felci dall’Inghilterra all’Australia e ritorno: dopo più di un anno, pur non essendo state innaffiate, le piante erano ancora in salute, dimostrando l’efficacia di questi ecosistemi sigillati.
Il terrario oggi: tipologie e funzionamento
Oggi il terrario è un affascinante elemento di arredo e un hobby. Ogni terrarium ha il suo micro-clima e assomiglia a un piccolo giardino racchiuso in un contenitore di vetro. Quello chiuso ermeticamente simula lo strato atmosferico del pianeta, trattenendo calore e umidità. Esistono però anche terrari aperti, più adatti a piante che non amano l’umidità.
Tipologia | Caratteristiche e piante adatte |
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Terrario chiuso | Crea un ecosistema umido e autosufficiente grazie al ciclo dell’acqua. Ideale per piante tropicali come felci, Fittonia, Pilea e muschi, che amano l’umidità costante. Richiede pochissima acqua. |
Terrario aperto | Non trattiene l’umidità e permette una maggiore circolazione d’aria. Perfetto per piante che necessitano di un ambiente secco, come cactus, succulente (es. Echeveria, Haworthia) e piante aeree. |
Quando il terrario ospita anche animali, la sua gestione rientra nella terrariofilia. Un terrario naturale riproduce fedelmente un habitat e richiede molte cure, mentre quello semisterile è più semplice, con un substrato di carta per prevenire la formazione di agenti patogeni.
Come creare un terrario: guida passo passo
Materiali necessari
- Contenitore di vetro trasparente: un vaso, una boccia o un barattolo. Pulito e sterilizzato con acqua calda. Sceglilo con o senza coperchio a seconda della tipologia (chiuso o aperto).
- Strato di drenaggio: ciottoli, argilla espansa o sabbia grossolana.
- Carbone attivo: fondamentale nel terrario chiuso, perché previene la formazione di muffe e cattivi odori, mantenendo l’ambiente salubre.
- Terriccio: specifico per il tipo di piante scelte (es. sabbioso per le grasse, universale per le tropicali).
- Piante: seleziona piante con esigenze simili di luce, acqua e umidità per garantire una convivenza armoniosa.
- Decorazioni (opzionali): muschio, pietre, piccole pigne o conchiglie.
Procedimento
- Creare la base: ricoprire il fondo del contenitore con circa 3-5 cm di materiale drenante (ciottoli o sabbia). Questo strato impedisce che le radici marciscano a contatto con l’acqua in eccesso.
- Aggiungere il filtro: stendere uno strato sottile di carbone attivo (solo per il terrario chiuso).
- Inserire il terriccio: aggiungere uno strato di terriccio di 5-10 cm, a seconda della grandezza del vaso e delle radici.
- Piantare: creare dei piccoli fori nel terriccio e inserire le piante, partendo dalle più grandi. Rassodare delicatamente la terra attorno alle radici.
- Decorare: aggiungere infine gli elementi decorativi, facendo attenzione a non appesantire troppo il terreno.
Come mantenere un terrario: consigli pratici
Luce, acqua e cura
L’esposizione corretta è alla luce del sole, ma mai diretta, per evitare un surriscaldamento eccessivo. La temperatura interna ideale oscilla tra i 15° e i 27°.
Per l’innaffiatura, le regole cambiano:
- Terrario aperto: nebulizzare acqua sulle piante circa una volta a settimana o quando il terreno è completamente asciutto.
- Terrario chiuso: bagnare pochissimo e solo se non si forma più condensa sulle pareti. Un terrario ben bilanciato può rimanere senza acqua per mesi. Se si forma troppa condensa, basta aprire il coperchio per qualche ora.
È consigliabile usare acqua distillata o piovana per evitare la formazione di macchie di calcare sul vetro. Rimuovere regolarmente le foglie secche e potare le piante se crescono troppo.
Ricorda che «le piante e i fiori sono come i nostri progetti: alcuni non si sviluppano, altri crescono quando meno ce lo aspettiamo» (da “Silenzio” di R. Battaglia-2000). Adesso hai tutte le informazioni per realizzare il tuo piccolo mondo verde.
Fonte immagine per l’articolo sul terrarium: Pixabay
Eleonora Vitale
Articolo aggiornato il: 05/09/2025