“Straniero. Anarchico. Sorvegliato.” Con queste etichette la polizia francese definiva un giovane Pablo Picasso agli inizi del Novecento. Nell’ambito della mostra curata da Annie Cohen-Solal emerge principalmente: “Ma chi era davvero l’artista che avrebbe rivoluzionato l’arte del secolo e, al tempo stesso, rifiutato ogni forma di nazionalismo?”
A rispondere a questa domanda – e a molte altre – è stata la conferenza che si è svolta giovedì 22 maggio al Museo del Corso – Polo Museale, ospitato all’interno di Palazzo Sciarra Colonna, nell’ambito del ciclo di incontri pubblici legati alla mostra Picasso lo straniero, visitabile fino al 29 giugno.
Un evento che ha visto dialogare Annie Cohen-Solal, curatrice della mostra e autrice del volume Picasso. Una vita da straniero, con Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica, in un intreccio raro e prezioso tra arte, scienza e cittadinanza. A moderare l’incontro, la storica dell’arte Costanza Caraffa.
Una vita da straniero: la mostra curata da Annie Cohen-Solal come presa di posizione culturale
Dopo il successo delle tappe di Parigi, New York, Mantova e Milano, la mostra romana è arricchita da un nucleo inedito di opere e da un’importante sezione dedicata alla primavera romana del 1917. Proprio da questa storia ha preso avvio l’intervento di Annie Cohen-Solal, che ha definito la mostra “una risposta civile” a un’assenza troppo lunga: quella di uno sguardo critico sulla condizione di immigrato che Picasso ha vissuto per tutta la vita.
Cohen-Solal ha raccontato di come il progetto sia nato nel 2016, dopo il ritrovamento di un dossier della polizia francese che bollava il giovane artista come anarchico sotto sorveglianza, rivelando l’invisibile fardello di esclusione e diffidenza che Picasso portò con sé anche dopo il successo. La sua richiesta di naturalizzazione venne respinta nel 1940, nonostante la fama internazionale. La mostra – ha spiegato – è anche un modo per dare voce a un’esperienza di marginalità che ci parla ancora oggi.
Picasso e Parisi: due rivoluzionari a confronto
L’intervento di Giorgio Parisi ha aperto un dialogo inedito tra arte e scienza. Il fisico ha paragonato la rottura prospettica del cubismo a quella della relatività einsteiniana: entrambe, ha detto, “hanno scardinato il concetto di punto di vista assoluto”. Parisi ha sottolineato come Picasso, liberato dalla prospettiva classica anche grazie alla fotografia, abbia abbracciato una visione plurale, frammentata, moderna.
In un passaggio molto applaudito, ha ricordato che “la creatività nasce nel tempo libero, nella possibilità di cambiare punto di vista, di fallire, di esplorare.” Una riflessione che, secondo Parisi, riguarda anche la società contemporanea, sempre più chiusa e spaventata dallo straniero, concetto chiave dell’intera mostra.
L’uomo con la pecora e la sfida al potere
A chiusura della conferenza, Annie Cohen-Solal ha raccontato l’episodio simbolico dell’ Uomo con la pecora: una scultura realizzata da Picasso nel 1942, durante l’occupazione nazista. In risposta alle immagini dell’“uomo nuovo” propagandate da Arno Breker, Picasso sceglie di rappresentare un uomo fragile, quasi sacrificale, che porta in braccio una pecorella. “È una presa di posizione contro ogni autoritarismo – ha detto la curatrice – un’opera che unisce l’Ermete crioforo e il buon pastore cristiano per affermare un’idea di umanità altra, non eroica, non dominante.”
Quest’opera è oggi uno dei punti cardine della mostra e incarna perfettamente lo spirito dell’intero progetto: uno sguardo politico, umano e culturale sull’altro, sul diverso, sull’escluso.
Uno sguardo sul futuro: le prossime conferenze con Annie Cohen-Solal
Il ciclo di conferenze legato alla mostra Picasso lo straniero proseguirà nelle prossime settimane con nuovi appuntamenti aperti al pubblico, ciascuno dedicato a un tema chiave dell’universo picassiano e al suo impatto contemporaneo.
Tra i prossimi incontri già annunciati:
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Giovedì 5 giugno – Picasso e le avanguardie: una riflessione sul ruolo dell’artista nella rottura dei canoni tradizionali, tra arte e società, con la partecipazione della storica dell’arte Paola Bonani e del curatore del Musée Picasso di Parigi Johan Popelard.
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Mercoledì 18 giugno – Picasso e il Mediterraneo: un incontro dedicato al rapporto dell’artista con le radici culturali del Sud, tra esilio, ceramica e luce, con la studiosa Caterina Bonvicini e l’archeologa Marina Milella.
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Data in via di definizione – L’arte come atto politico: tavola rotonda conclusiva sul valore civile dell’opera di Picasso, con ospiti del mondo culturale e accademico.
Tutti gli eventi si terranno a Palazzo Sciarra Colonna e saranno a ingresso libero fino a esaurimento posti.
Questi appuntamenti offriranno l’occasione di approfondire ulteriormente il messaggio della mostra: leggere Picasso non solo come artista rivoluzionario, ma come figura chiave per comprendere il nostro presente.
Le foto utilizzate per l’articolo sono state scattate in loco.