Dalí a Roma: la mostra alla scoperta del genio catalano

Dalí a Roma: locandina della mostra

L’autunno è la stagione del ritorno di Dalí a Roma: dal 17 ottobre 2025 l’artista spagnolo è protagonista con la mostra “Dalí. Rivoluzione e Tradizione”. L’esposizione presso Palazzo Cipolla è stata allestita dalla Fondazione Roma in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalí, con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna e il supporto organizzativo di MondoMostre.

La mostra in breve

Fino al 1° febbraio 2026, Palazzo Cipolla accoglie Dalí a Roma per l’evento espositivo Dalí. Rivoluzione e Tradizione, che segue la strada tracciata dalla mostra Picasso lo straniero, condividendone la visione culturale e sociale.

Salvador Dalí
Elementi enigmatici in un paesaggio / Elementos enigmáticos en un paisaje
1934
Olio su tavola
© Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025

Questo nuovo progetto è stato realizzato sotto la direzione scientifica di Montse Aguer, Direttrice dei Musei Dalí, e la curatela di Lucia Moni e Carme Ruiz González. Dalí. Rivoluzione e Tradizione si configura come uno degli appuntamenti più attesi dell’autunno romano con oltre 60 opere tra dipinti e disegni dell’artista catalano provenienti dalla Fundació Gala-Salvador Dalí, dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía e dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza. Per impreziosire la mostra e offrire al pubblico una dimensione completa e immersiva, sono presenti documenti audiovisivi e fotografici, contributi capaci di dare una visione a 360° del genio di Salvador Dalí.

Il desiderio di Dalí di diventare un classico

Nelle riflessioni di una mente curiosa e aperta come quella di Dalí trovò spazio una forte voglia di “diventare un classico”, che lo portò a indicare Vermeer, Velázquez e Raffaello come suoi modelli prediletti.

L’estrema ammirazione per questi tre grandi maestri convinse l’artista spagnolo a dedicare loro vari omaggi, citazioni e analisi approfondite. La passione di Dalí lo portò anche a includerli nella Tabella comparativa dei valori contenuta nel testo 50 segreti magici per dipingere (1948) in cui l’artista elogia i valori fondanti della pittura: tecnica, composizione e maestria.

L’influenza di Velázquez

Diego Velázquez esercitò un’influenza importante nell’opera di Dalí, rappresentando per lui un riferimento costante. L’impatto di Velázquez è riscontrabile anche nell’estetica: i celeberrimi baffi del catalano si ispirano a quelli del pittore di Siviglia.

Salvador Dalí La perla. L'infanta Margarita d'Austria da "Las Meninas" di Velázquez / La Perla. La infanta Margarita de Austria según "Las Meninas" de Velázquez 1981 Olio su tela © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025
Salvador Dalí
La perla. L’infanta Margarita d’Austria da “Las Meninas” di Velázquez /
La Perla. La infanta Margarita de Austria según “Las Meninas” de Velázquez
1981
Olio su tela
© Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025

La fascinazione per Vermeer

Johannes Vermeer è uno degli artisti che hanno affascinato di più il pittore di Figueres. L’utilizzo della luce da parte dell’olandese portò Dalí a dichiarare che sarebbe stato disposto a farsi amputare la mano sinistra, pur di assistere a Vermeer in azione per dieci minuti. L’influenza di Vermeer è visibile in molte opere degli anni ’30 e si rafforza con l’approfondito studio dell’opera La merlettaia, dal quale ricava una spirale aurea che reinterpreta come corna di rinoceronte.

Salvador Dalí Autoritratto con il collo di Raffaello / Autorretrato con cuello rafaelesco 1921 Olio su tela © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025
Salvador Dalí
Autoritratto con il collo di Raffaello / Autorretrato con cuello rafaelesco
1921
Olio su tela
© Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025

Il modello di Raffaello

L’ammirazione per Raffaello accompagnò Dalí fin dagli inizi: nel 1926 il giovane artista fu espulso dalla Real Academia de Bellas Artes di Madrid, poiché affermò di conoscere Raffaello molto meglio dei suoi professori. Nella produzione artistica del poliedrico pittore catalano, Raffaello è un modello ricorrente: negli anni ’50 si ispirò a opere come Santa Caterina d’Alessandria, che divenne la base per realizzare L’ascensione di Santa Cecilia. Nell’opera la figura è scomposta in particelle a forma di corno di rinoceronte, simbolo del suo forte interesse per la fisica nucleare. Negli anni ’70, gli affreschi La scuola di Atene e L’incendio di Borgo vennero utilizzati da Dalí per sperimentazioni stereoscopiche e opere originali come Allucinazione raffaellesca. Il metodo utilizzato rielabora i principi rinascimentali di equilibrio, proporzione e armonia attraverso pennellate che creano forme rettangolari tridimensionali e interferenze nel quadro.

Salvador Dalí La scuola di Atene / La escuela de Atenas y El incendio del Borgo (obra estereoscópica) 1979 Olio su tavola © Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Roma, 2025
Salvador Dalí
La scuola di Atene /
La escuela de Atenas y El incendio del Borgo (obra estereoscópica)
1979
Olio su tavola
© Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador
Dalí, Roma, 2025

Dalí e Picasso: un rapporto tra stima e rivalità

Il rapporto di Dalí con Picasso è caratterizzato da una forte dualità e la mostra analizza a fondo questo legame. In un primo momento, l’artista di Figueres espresse un’ammirazione totale per il genio di Malaga, che riuscì a incontrare nel 1926 a Parigi. Nel frattempo, il pittore catalano iniziò a svincolarsi dal suo maestro sviluppando il proprio pensiero e considerandolo prima un pari e poi qualcuno da superare. Negli anni ’40 realizzò il Ritratto di Pablo Picasso nel XXI secolo, riconoscendone la grandezza, ma esprimendo la voglia di andare oltre il padre del cubismo. Questo sentimento venne espresso al meglio nella conferenza Picasso e io del 1951: pur riconoscendo il valore di Picasso, Dalí sostenne l’importanza di recuperare i grandi maestri del passato per salvare la pittura moderna.

Dalí. Rivoluzione e Tradizione è un’esposizione che esplora ogni sfaccettatura di Dalí: non solo pittore, ma anche intellettuale capace di ridefinire l’arte moderna e interessato ad ambiti come la scienza, la letteratura, la filosofia e il cinema. Proprio il suo legame con il cinema è stato celebrato il 24 ottobre attraverso una collaborazione con la Festa del Cinema di Roma, che ha permesso di scoprire anche questo lato di Dalí attraverso documentari curati dalla Fundació Gala-Salvador Dalí.

Informazioni utili sulla mostra

L’evento espositivo si svolge presso Palazzo Cipolla, Museo del Corso – Polo museale in Via del Corso 320 fino al 1° febbraio 2026, con i seguenti orari di apertura:

  • Lunedì dalle 15:00 alle 20:00
  • Martedì e mercoledì dalle 10:00 alle 20:00
  • Giovedì e venerdì dalle 10:00 alle 21:00
  • Sabato e domenica dalle 9:00 alle 21:00

Qui di seguito i prezzi dei biglietti:

  • Biglietto open: € 25 (consente l’ingresso in un giorno a propria scelta all’orario desiderato, fino al termine della mostra)
  • Intero: € 18
  • Ridotto: € 16 (per forze dell’ordine, insegnanti, persone con disabilità inferiore al 100%, gruppi da 10 a 25 persone, giornalisti non accreditati)
  • Gratuito: valido per minori di 6 anni compiuti, giornalisti accreditati, diversamente abili 100% con 1 accompagnatore, 1 accompagnatore per ogni gruppo, massimo 2 insegnanti per gruppo scolastico, guide turistiche e tesserati ICOM

Inoltre, sono previste tariffe dedicate ai giovani, agli over 65, agli studenti universitari, alle scuole e alle famiglie. Per ulteriori informazioni visitare il sito ufficiale.

Fonte immagini presenti nell’articolo: locandina promozionale dell’evento e immagini fornite dall’ufficio stampa

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